Moto & Scooter
Anteprima: Suzuki Burgman 650
Abbiamo provato il rivoluzionario scooter bicilindrico che vanta un inedito variatore di velocità a gestione elettronica con due programmi e possibilità di comando manuale sequenziale. Potenza e prestazioni da primato
di Luigi Rivola
Villa Tuscolana, a Frascati, con i Burgman 650 schierati davanti alla facciata
Chissà se il fratello di Napoleone Bonaparte ha mai dormito nella mia camera... Il poveretto, che certamente soffrì per tutta la vita di complessi di inferiorità, si consolava nella casuccia in cui oggi mi trovo. Casuccia per modo di dire, visto che si tratta di un'antica ed enorme villa con parco, viali, statue e rovine romane, residenza di cardinali e di illustri personaggi della Roma dei Papi, che dal Tuscolo, il colle sopra Frascati, sovrasta con una stupenda visione panoramica, la Capitale.
Qui, a Villa Tuscolana, la Suzuki presenta la sua ultima fatica motociclistica: lo scooter Burgman 650: fatica certamente, in quanto arrivata sul mercato con un consistente ritardo rispetto ai legittimi desideri dei concessionari, che senz'altro l'avrebbero voluta non a giugno, ma almeno a marzo.
Perché questo ritardo? "La Suzuki non ama i compromessi - è la risposta di Koji Tarumoto, presidente della Suzuki Italia - e se serve più tempo per uscire col miglior scooter sul mercato, vale la pena di aspettare, sapendo che poi il cliente apprezzerà la differenza".
Parole sante. Ma lo scooter non l'abbiamo ancora provato, quindi aspettiamo prima di sottoscriverle.
Certo che per valere gli 8.868 € franco concessionario che l'importatore italiano ha fissato come prezzo di lancio valido fino al 30 settembre 2002, la sostanza di questo Burgman deve essere tanta, e la conferenza stampa che sta per iniziare dovrebbe soddisfare ogni nostra curiosità. Entrate insieme a noi nella sala dei congressi di Villa Tuscolana: la Suzuki ci aspetta.
Un grande schermo, il palco dei relatori, immagini che si succedono, didascalizzate dalla viva voce dei tecnici giapponesi che hanno pensato e realizzato il Burgman 650. Gli interventi mettono in risalto le caratteristiche fondamentali del nuovo scooter, che possiamo riassumere in questi punti:
- motore bicilindrico di 638 cc, potente (55 CV) ed esente da vibrazioni.
- Alimentazione ad iniezione elettronica. Emissioni ridotte e marmitta catalitica
- trasmissione con variatore continuo di velocità comandato, per la prima volta in campo motociclistico, da un attuatore gestito da un programma computerizzato in funzione delle informazioni fornite da numerosi sensori. Disponibilità di due programmi di gestione automatica del variatore: uno "standard", per la normale circolazione e per ridotti consumi, ed uno "power", per la guida sportiva. Disponibilità di comando manuale del variatore con pulsanti di selezione di cinque diversi rapporti. Cinghia del variatore di nuovo ed esclusivo disegno. Trasmissione finale con cinque ingranaggi a dentatura dritta contenuti nel braccio sinistro del forcellone
- telaio in acciaio e forcellone a due bracci in alluminio pressofuso
- impianto frenante a tre dischi di grande diametro con circuiti idraulici indipendenti sulle due ruote e freno a mano sul disco posteriore
- ruota anteriore di 15" e posteriore di 14" con pneumatici radiali tubeless 120/70 e 160/60.
Il punto focale, come si vede, è la trasmissione, che presenta caratteristiche tecniche e funzioni uniche nel panorama produttivo mondiale. In pratica, il cambio automatico del Burgman 650 è dotato di una puleggia-guida la cui gola si allarga e si stringe non in funzione della forza centrifuga esercitata su massette, ma per comando diretto, tramite ingranaggi ed attuatore elettrico. Lo spostamento della parte mobile della puleggia, al quale corrisponde ovviamente una variazione del rapporto di trasmissione, non essendo quindi dipendente dalla forza centrifuga, ma gestito attraverso un sistema elettronico, può quindi essere automatico, con programmazioni diverse, oppure manuale con comando diretto dell'attuatore.
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Il Burgman 650 è dunque lo scooter più potente e innovativo attualmente sul mercato, uno scooter con caratteristiche tecniche e prestazioni semplicemente inimmaginabili solo tre anni fa. Una domanda viene spontanea: come reagiranno i concorrenti? Qual è il prevedibile passo successivo? Poniamo la domanda a Hiroshi Tsuda, Direttore Generale della Suzuki-Japan, massimo esponente della Casa di Hamamatsu presente a Frascati; la risposta è precisa: "Con questo scooter la Suzuki apre una nuova strada. Non è possibile gestire potenze di questo genere con variatori normali dotati di cinghie di tipo classico. Noi abbiamo ideato un nuovo variatore e una cinghia assolutamente inedita che ci pone in una situazione di vantaggio rispetto ai concorrenti, che dovranno studiare a loro volta nuovi sistemi. Sarà una disputa tecnica interessante, e mentre gli altri saranno impegnati a cercare di raggiungerci, noi avremo tempo per mettere a punto nuove
proposte".
Dal punto di vista stilistico, il Burgman 650 è un imponente ed elegante scooter che ha privilegiato la scelta dimensionale in funzione della comodità di guida, dell'accoglienza a bordo per pilota e passeggero, e della "capacità di carico", data da un largo (ma poco profondo) vano centrale e da due laterali nel retroscudo e soprattutto da una "stanza" di 56 litri - il massimo della categoria - sotto la sella.
L'altezza da terra della seduta del pilota è di soli 750 mm e il suo schienalino, perfettamente sagomato, è registrabile orizzontalmente in un ambito di 50 mm.
Il cruscotto, completamente digitale, è naturalmente superdotato e molto appariscente, ma in tanta dotazione si nota la mancanza di una predisposizione per la radio e per un eventuale sistema di comunicazione pilota-passeggero, che su un veicolo da grandi viaggi, come questo, sarebbe senz'altro stato apprezzato.
Esaminando la grande stanza vuota e dalle pareti regolari sotto la sella, si nota un'altra grave mancanza: non c'è il bagno, o almeno una doccia. Facciamo notare questa omissione ad un serissimo tecnico giapponese, il quale, dopo essersi fatto ripetere la frase tre volte in inglese, finalmente capisce e si piega in due dalle risate. Ci viene chiesta un'opinione, e suggeriamo uno slogan: "il primo scooter col passeggero sotto la sella".
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E' il momento di salire a bordo. Giornata splendida con un po' di vento e un gran sole che ogni tanto nuvole passeggere si sforzano invano di nascondere: clima romano che rallegra noi e i tanti impiegati "fuori stanza" dei ministeri capitolini, che guardando le finestre possono attenuare l'atmosfera piatta imposta dall'apparato burocratico.
Scavalcare l'imponente tunnel centrale del Burgman 650 non è facile per tutti: occorre un ampio movimento di gamba, che spesso comporta sfregamento con la scarpa contro la superficie in plastica nera, che naturalmente non ne gode.
Fatto questo, ci si ritrova in poltrona, comodi come un pascià e con tutti i comandi (manuali, naturalmente) sotto controllo. Lo spazio per i piedi non è tanto in senso trasversale, ma sufficiente, e c'è ampia possibilità di spostamento delle gambe in avanti o indietro.
Se vi capita di dover manovrare da fermo il Burgman 650, il peso si avverte eccome, ma durante la guida, anche a bassa velocità, i 238 kg a secco quasi svaniscono, cedendo il posto ad una stupefacente maneggevolezza che fa dimenticare anche l'interasse di 1595 mm.
L'impressione più positiva è data dall'efficacia delle sospensioni, che digeriscono senza problemi i frequenti baratri o le montagne che si incontrano sulla superficie asfaltata delle strade che circondano Roma. In effetti il senso di sicurezza trasmesso complessivamente da questo scooter è nettamente superiore alle aspettative, ma bisogna tenere la situazione comunque sotto controllo, perché il motore spinge molto forte ed è facile arrivare lunghi su una curva se ci si distrae col panorama. I curvoni non innescano reazioni negative, mentre le "esse" veloci vanno affrontate con opportuna strategia, privilegiando la traiettoria della seconda curva, in quanto il cambiamento di direzione esige una certa forzatura.
In autostrada si apprezza la buona protezione aerodinamica, che consente andature molto sostenute con grande comodità. La velocità massima indicata dalle enormi cifre espresse dal tachimetro - via, diciamolo, anche se la Suzuki parla semplicemente di "oltre 160 km/h" - è di 190 km/h, dopodiché interviene il limitatore e non si va oltre. Con le correzioni del caso, si dovrebbe comunque essere oltre i 170 km/h effettivi.
Il variatore funziona che è una meraviglia: in modo "standard" la guida è fluida, con buona accelerazione e ripresa e tanta elasticità; in modo "power", il Burgman 650 si trasforma, gonfia i muscoli e cambia anche il rombo: i 55 CV si sentono tutti e soprattutto ci si trova a disporre anche di un eccezionale freno motore, che nella guida sportiva si fa apprezzare, mentre in quella normale sarebbe addirittura eccessivo.
Del cambio manuale diciamo solo che è un valore aggiunto che la Suzuki ha voluto dare al suo nuovo scooterone, ma che è più che altro un gioco e una caratteristica distintiva: ci si diverte un po' a smanazzare sui pulsanti "up" e "down", ma poi, dopo un po', si preme il pulsante "power" e si torna a fare sul serio.
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