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Ducati Monster 750 i.e.

il 05/06/2002 in Moto & Scooter

Il bicilindrico desmodromico a L nella sua cilindrata originale caratterizza questa Monster, la cui ragion d'essere, a parità di filosofia con le altre, sta nel compromesso, che può anche rivelarsi ideale

di Eliano Riva, foto Alex Photo

La gran libertà d’interpretazione della moto che, la Monster lascia all’appassionato, è uno dei suoi maggiori punti di forza e il cardine sul quale trova origine il suo inarrestabile successo. Lo dimostra l’enorme eterogeneità motociclistica dei sempre più numerosi “monsteristi” che, liberi da vincoli d’immagine imposti dal modello, con gran soddisfazione vivono” la naked Ducati nei modi più disparati, facendone un uso quotidiano come veicolo “modaiolo” alternativo all’auto, ma anche un utilizzo estremo da fun bike sportiva fino al compassato turismo in coppia.

Di Monster, in casa Ducati ce né per tutti i gusti e ampiezza di portafoglio e, ad esempio, se la 620 “vi va stretta” e la 900 vi sembra un po’ troppo esuberante nel carattere; niente paura, per soddisfare la vostra monstermania c’è la 750 i.e. oggetto di questa prova che, per equilibrio tra prezzo e prestazioni, per molti può rappresentare la scelta ideale.

Completamente rinnovata, come le sorelle minori e maggiori, in quasi tutte le parti tecniche e con il mitico pompone bicilindrico a L raffreddato ad aria, ora dotato d’alimentazione ad iniezione elettronica, la Monster 750 i.e. 2002 ha 2 CV di potenza in più e costa 9200 Euro chiavi in mano con due anni di garanzia, mentre, se vi piace il nero opaco, c’è anche la versione Dark che, sacrificando alcune finiture, costa 500 Euro in meno (€ 8700).

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I connotati della 750 i.e., sono gli stessi che hanno sempre contraddistinto la famiglia Ducati Monster, dove, la “cruda essenza” della moto sportiva stradale all’italiana, è esaltata al massimo livello. Sulla Monster, infatti, ci sono soltanto i “pezzi” indispensabili per costruire una moto sportiva “verace” e sono tutti a vista ma, per attrarre l’attenzione dell’osservatore e generare discussione e ammirazione, bastano e avanzano.

Al protagonista dell’aspetto e della personalità del “mostro”, l’inimitabile ed elaborato propulsore bicilindrico a L di 90°, “appeso” allo straordinariamente semplice quanto efficace telaio a traliccio, sono collegati un avantreno che sembra “rubato” ad un bombardone da circuito e un retrotreno minimalista, con la copertura di generosa sezione e i due silenziatori di scarico puntati verso l’alto che, già a prima vista, preannunciano il carattere “mostruosamente maschio” della naked Ducati. Un quadretto estetico intrigante per molti motociclisti, chiuso da un serbatoio e da una rastremata sella apparentemente "buttati"  sopra il telaio quasi per caso ma, al contrario, studiati nel dettaglio e modellati ad arte, per farti sentire parte integrante della moto e consentire il pieno dominio della strada.

Sette belle livree monocromatiche e finiture notevolmente migliorate in ogni dettaglio completano degnamente una moto che, per la snellezza e la spartanità dell’aspetto, per il carattere e il “sound” espresso dal propulsore, è ormai un vero oggetto di culto.

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Sotto il profilo tecnico, la Monster 750 2002, a parte la sigla i.e. che sottolinea in modo facilmente comprensibile la novità dell’adozione dell’alimentazione ad iniezione elettronica, sembra sempre la stessa, invece, sotto un’'apparente immobilità progettuale, c’è una consistente e interessante evoluzione del prodotto. Il classico telaio a traliccio, è nuovo ed è discendente diretto di quello della Monster con il motore della 916, la potente S4 e offre il 30% di rigidità e resistenza alle sollecitazioni in più, mentre, per quanto concerne le misure fondamentali e per migliorare la tenuta di strada, l’inclinazione dell’asse di sterzo è salita da 23° a 24° e l’interasse è cresciuto da 1430 a 1440 mm..

 Per offrire al pilota una miglior percezione dell'aderenza della ruota anteriore, una superiore guidabilità e maggiore precisione d’assetto in frenata, la forcella upside-down ha steli cresciuti da 40 mm a 43 mm ed ha una diversa taratura, mentre, restando sempre in tema sospensioni, dietro, ora c’è un inedito cinematismo progressivo derivato dalle moto superbike e anche un nuovo ammortizzatore idraulico Sachs, regolabile nel precarico molla e nell’idraulica in estensione.
Le ruote, che hanno cerchi in lega leggera da 17”" e coperture radiali sport/touring e l'impianto frenante, composto da una coppia di dischi anteriori da 320 mm con pinze a 4 pistoncini e da un disco posteriore da 245 mm erano già al top della categoria e sono rimasti invariati.

Il mitico propulsore Ducati V2 di 90° 748 cc., con distribuzione desmodromica e 2 valvole per cilindro, raffreddato ad aria/olio e con circuito di lubrificazione dotato di scambiatore di calore esterno,  è sostanzialmente immutato e, per rinvigorirne il carattere, per scovare 2 CV di potenza in più e una maggiore brillantezza di comportamento agli alti regimi,  è stato sufficiente sostituire i precedenti carburatori Mikuni da 38 mm. con il sistema d’alimentazione ad iniezione elettronica Marelli con corpi farfallati da 45 mm..

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Bassa, snella e compatta, la Monster, nel suo DNA ha sempre avuto le caratteristiche di una moto sportiva stradale dall’approccio assolutamente intuitivo e in questa nuova versione lo conferma. Il nuovo ponte di comando che caratterizza tutte le Monster 2002, con un rimodellato e più sportivo manubrio, completato da ridisegnati e più moderni blocchetti elettrici e da un cruscotto piacevole da osservare e ricco di ben visibili informazioni, offre un ottimale controllo dell’avantreno nelle più diverse situazioni di guida, facilitando la migliore gestione della moto al principiante.

 A completare una posizione di guida sportiva stradale classica e il ben calibrato inserimento del pilota nel corpo della moto ci sono poi una sella e un serbatoio ben modellati e raccordati, mentre, le pedane, relativamente alte e arretrate, pur costringendo le gambe ad un’angolazione accentuata e non adatta al massimo comfort nella marcia prettamente turistica, permettono un’eccellente facilità di gestione del veicolo nella conduzione veloce. La posizione in sella offerta al passeggero, invece, è rimasta inalterata e la ridotta e poco imbottita porzione di sella a sua disposizione, nonché le pedane piuttosto vicine al paino di seduta la rendono idonea soltanto a trasferte a breve e medio raggio.

 Per quanto concerne la fruibilità nell’utilizzo quotidiano, infine, la Monster non offre, oltre alla facilità di guida, altri specifici vantaggi al pilota. Sotto la sella c’è soltanto il ricovero per i documenti e per  i numerosi attrezzi in dotazione e si nota quindi la totale assenza di componenti adatti al trasporto anche di un piccolo bagaglio, un “prezzo” che, per una moto dal design e dal carattere così distintivo, si paga comunque volentieri. Oltretutto nel catalogo Ducati Performance di accessori per personalizzare la moto secondo le proprie esigenze d’utilizzo ce ne sono a bizzeffe.

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Leggera da manovrare già da fermo, la Monster, nella guida si rivela subito una “piuma”: tutto merito del'l’ottima distribuzione dei pesi che, in città come su strade aperte, permette immediatamente una conduzione disinvolta e assolutamente intuitiva. Nella zigzagante marcia tra le auto incolonnate in città, l’ostacolo del ridotto angolo di sterzo è ampiamente compensato dalla snellezza della moto e, in quest’ambito, paragonare la Monster ad un ottimo scooter targato, per rapidità d’azione e divertimento nella guida, non è per niente fuoriluogo.
La maggiore sicurezza in frenata e un motore sempre pronto al comando del pilota e che permette di schizzare via come un razzo da una situazione “imbarazzante”, fanno il resto ed eleggono la naked Ducati tra le moto più divertenti e sicure nella guida in città.

Nata come “fun bike”, però, la Monster non è fatta soltanto per gironzolare in città e, pur non amando le autostrade e i rettilinei lunghi, a causa della completa esposizione del pilota al vento della corsa, il suo “terreno di caccia” ideale è ben lontano dalle mura urbane.
Dove ci sono curve e, in particolare, quelle lente e ravvicinate tipiche delle nostre strade di montagna e collinari,  per la Monster e il suo pilota è sempre “festa”, sia nella guida  disimpegnata a solo o in coppia, sia in quella sportiva.  L’eccellente rapidità d’azione della Monster nell’ingresso in curva e nei repentini cambi d’inclinazione, la facilità di controllo dell’accelerazione, concessa dalla posizione in sella, e il buon comportamento del rinnovato reparto sospensioni su asfalto moderatamente sconnesso consentono infatti a tutti gran soddisfazione di marcia con poco impegno fisico ed appaganti "numeri" mantenendo un buon margine di sicurezza.

Il tutto, con il supporto di un propulsore pieno di comunicativa, lineare e consistente nell’erogazione a basso numero di giri e “vivace”, ma completamente sfruttabile, ai regimi medi e alti dove, su strade tortuose, il migliorato allungo e la “birra” disponibile permettono anche ai poco esperti di cogliere performance di tutto rilievo.con relativa facilità.

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Dati tecnici

Motore: a 4 tempi, bicilindrico a L di 90° con raffreddamento ad ariae olio, alesaggio e corsa 88x61,5 mm, cilindrata 749 cc, rapporto di compressione 9:1, distribuzione desmodromica, 2 valvole per cilindro, lubrificazione forzata con pompa a carter umido. Alimentazione: iniezione elettronica Marelli con corpo sfarfallato da 45 mm, capacità serbatoio 15 litri di cui l. 3,5 di riserva. Accensione: elettronica digitale , 1 candela per cilindro. Avviamento: elettrico. Sistema di scarico: omologazion Euro 1.
Trasmissione: primaria a ingranaggi a denti diritti, frizione multidisco in bagno d’olio con comando idraulico, cambio a 5 marce, finale a catena con o-ring.
Ciclistica: telaio a traliccio in tubi tondi d’acciaio ad alta resistenza, inclinazione asse di sterzo 24°, avancorsa nd. Sospensione anteriore: forcella teleidraulica rovesciata, steli da 43 mm, escursione 130 mm. Sospensione posteriore: progressiva con ammortizzatore idraulico regolabile nel precarico molla e nel freno in estensione, escursione ruota 148 mm. Ruote: anteriore tubeless in lega leggera a tre razze cave, pneumatico 120/60-17”, posteriore tubeless in lega leggera a tre razze cave, pneumatico 160/60-17”. Freni: anteriore a doppio disco da 320 mm, pinze a 4 pistoncini, posteriore a disco da 245 mm, pinza a doppio pistoncino.
Dimensioni e peso: interasse 1440 mm, lunghezza 2100 mm, larghezza 795 mm, altezza sella 770 mm. Peso a secco 179 kg.
Prestazioni: potenza 64 CV (47 kw) a 8750 giri., coppia 6,3 kgm (62 Nm) a 6500 giri.
Omologazione Euro-1: si’

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