Moto & Scooter
Un Tuono sul Muraglione
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Per la verità è "una" Tuono, ossia la nuova maxi-naked Aprilia, che per il suo primo test pubblico ha scelto lo storico passo dell'Appennino, regno dei motociclisti
di Luigi e Leonardo Rivola
Questa mattina, reduce dalla prova dell'Aprilia Tuono, ho acceso il computer, sono entrato nel programma di posta elettronica ed ho trovato questa lettera che vi propongo integralmente, nonostante sia evidentemente personale, perché... perché ve lo spiego sotto...
L'autore è l'ing. Klaus Nennewitz, un giovane ingegnere tedesco che ha firmato prima il progetto dell'Aprilia Falco e ora quello della Tuono.
L'autore è l'ing. Klaus Nennewitz, un giovane ingegnere tedesco che ha firmato prima il progetto dell'Aprilia Falco e ora quello della Tuono.
Klaus era presente alla prova, in tuta di pelle e in sella come gli altri.
È chiaro che per essere un bravo progettista non è indispensabile indossare la tuta e limare le saponette: l'ingegner Taglioni non lo ha mai fatto, però è passato egualmente alla storia, e lo stesso vale per Witteveen, per Remor, per Carcano. Indispensabile però è la passione, anche se questo non l'insegnano all'università.
Quando ho cominciato questo lavoro - non vi dico quanti anni fa - nelle Case italiane ti ripetevano sempre lo stesso antipatico ritornello: "chi costruisce moto non deve lasciarsi coinvolgere dal prodotto, deve essere distaccato, perché solo così potrà mettere sul mercato i modelli che vanno fatti, non quelli che piacciono a lui".
Seguendo questa filosofia, le Case che non sono fallite sono arrivate sull'orlo del fallimento.
La Tuono è una gran moto, ovviamente all'interno della sua specificità, e io ringrazio, con Klaus Nennewitz, tutti coloro che, costruendo motociclette, hanno riscoperto l'importanza della passione, senza la quale il moderno sostituto del cavallo sarebbe equiparabile a uno spremiagrumi, semplicemente più costoso.
Ecco la lettera.
, sono appena tornato a casa con la Tuono, dopo 1000 km e alcuni giorni magnifici passati in Toscana in vostra compagnia.
La conclusione l'ho vissuta a Motolandia, sulla pista di Imola, dove ho passato un ora in pista a distruggere definitivamente le saponette della mia tuta...
A cinque chilometri da casa mia sono capitato in un temporale... lampi e tuoni dappertutto hanno dato il bentornato alla Tuono, come sigillo finale di una settimana fuori dell'ordinario.
Grazie a tutti per la collaborazione a un grande evento, e spero davvero che potremo ritrovarci ancora in moto, o, se preferite, per una passeggiata a Venezia.
Klaus Nennewitz
È chiaro che per essere un bravo progettista non è indispensabile indossare la tuta e limare le saponette: l'ingegner Taglioni non lo ha mai fatto, però è passato egualmente alla storia, e lo stesso vale per Witteveen, per Remor, per Carcano. Indispensabile però è la passione, anche se questo non l'insegnano all'università.
Quando ho cominciato questo lavoro - non vi dico quanti anni fa - nelle Case italiane ti ripetevano sempre lo stesso antipatico ritornello: "chi costruisce moto non deve lasciarsi coinvolgere dal prodotto, deve essere distaccato, perché solo così potrà mettere sul mercato i modelli che vanno fatti, non quelli che piacciono a lui".
Seguendo questa filosofia, le Case che non sono fallite sono arrivate sull'orlo del fallimento.
La Tuono è una gran moto, ovviamente all'interno della sua specificità, e io ringrazio, con Klaus Nennewitz, tutti coloro che, costruendo motociclette, hanno riscoperto l'importanza della passione, senza la quale il moderno sostituto del cavallo sarebbe equiparabile a uno spremiagrumi, semplicemente più costoso.
Ecco la lettera.
, sono appena tornato a casa con la Tuono, dopo 1000 km e alcuni giorni magnifici passati in Toscana in vostra compagnia.
La conclusione l'ho vissuta a Motolandia, sulla pista di Imola, dove ho passato un ora in pista a distruggere definitivamente le saponette della mia tuta...
A cinque chilometri da casa mia sono capitato in un temporale... lampi e tuoni dappertutto hanno dato il bentornato alla Tuono, come sigillo finale di una settimana fuori dell'ordinario.
Grazie a tutti per la collaborazione a un grande evento, e spero davvero che potremo ritrovarci ancora in moto, o, se preferite, per una passeggiata a Venezia.
Klaus Nennewitz
Gita con impressioni di guida
Andiamo un sabato pomeriggio sul Muraglione?
Perché no?
Fra motociclisti, un invito di questo genere è all'ordine del giorno, ma questa volta si tratta di una faccenda speciale: a formulare l'invito è l'Aprilia, che non solo ci invita a passare un sabato sul mitico passo del Muraglione, fra Forlì e Firenze, ma ci offre anche la moto: una fiammante Tuono in anteprima per pochi eletti (scusate la modestia...).
Questa non è una prova. È una gita con impressioni di guida.
Si parte dall'antica Villa Campestri, a metà strada fra Borgo San Lorenzo (città natale di Simone Sanna) e Vicchio (dov'è nato Giotto) nella splendida vallata del Mugello. Il road book è in armonia con l'originalità del test: un fumetto bilingue del Muraglione, da Villa Campestri a Dovadola, con tutte le istruzioni del caso, autovelox compresi, opera dell'ironica matita del leader di Curve&Tornanti, Carlo Cianferoni, d'accordo con Claudio Pavanello dell'Ufficio Stampa Aprilia.
Le Tuono, avvolte nei loro sagomati foulard di fibra di carbonio e kevlar, sono in mostra davanti a Villa Campestri. Esteriormente non rivelano modifiche particolari rispetto al prototipo esposto per la prima volta al Motor Show di Bologna lo scorso dicembre. Sono delle grosse naked dalla marcata impronta tecnologica e dall'impostazione mista: manubrio di stampo innegabilmente turistico e sella da supersport, con classico cuscino per passeggere masochiste o follemente innamorate.
Il risultato è un piacevole mix di originalità e di raffinatezza. Originalità che desta la voglia di salire in sella per provare direttamente in che cosa possa tradursi una volta avviato il motore e lasciata la frizione.
Salire in sella però non è facile: se non ci si avvicina al metro e ottanta di statura, scavalcare è dura, e anche trovare un buon equilibrio è un problema, ma non a causa dell'altezza della sella, bensì della sua larghezza.
Prime sensazioni
È ovvio che il problema altezza non si sente più, appena percorsi i primi metri. A questo punto si nota la rilevante elevazione delle staffe di guida, che inducono a premere spontaneamente con la pianta del piede, a tutto vantaggio della sensibilità in curva. L'inserimento del pilota è da sportiva, ma la posizione eretta, coi polsi che si caricano solo in frenata, lascia una certa libertà di movimento e favorisce una guida sciolta e non affaticante.
Con queste premesse, il giro programmato si presenta ideale: il panorama ispira la contemplazione ad andatura turistica, e la moto non fa nulla per obbligarvi a spingere, mentre la ciclistica da pista, al centro della quale pulsa un cuore generosissimo, quello della RSV Mille R, è sempre pronta a rispondere allo "spirto guerrier ch'entro vi rugge" quando la contemplazione vi fa notare una "esse" che sarebbe peccato mortale sprecare.
Il manubrio alto già si apprezza nella ripida e tortuosa discesa che attraverso una stretta stradina asfaltata porta da Villa Campestri alla strada principale (SS 551). Il tratto da Vicchio a Dicomano è di pochi chilometri, ma il sabato è micidiale: la fretta del business cede il posto alla calma più piatta, e le code si formano appena un paio di auto lente raggiungono il primo "tappo". No problem per la Tuono: una rapida esplorazione in avanti, favorita dalla posizione eretta, eventualmente una scalata, poi un ruggito e la coda non c'è più. O almeno non per noi.
Pieghe e carabinieri
A Dicomano si imbocca la statale 67, quella che porta al Muraglione, e comincia subito la salita. Alle 9.30 si incontrano numerosi cicloturisti e nessun motociclista: i toscani a quell'ora hanno ancora problemi con le cerniere delle tute, mentre i romagnoli stanno già arrampicandosi dall'altra parte.
Poco prima del passo, i fotografi chiamati ad immortalare le vicende della giornata, ossia Matteo Cavadini (Alex Photo) e Alessio Barbanti, che per l'occasione hanno mollato i divi della MotoGP e della SBK e inforcato ciascuno un Aprilia Scarabeo 200, trovano il punto giusto per le rituali foto in piega.
L'andirivieni dei giornalisti in moto davanti all'obiettivo desta curiosità nei pochi che passano in quel momento: la faccenda agli occhi dei viandanti è strana. E quando c'è qualcosa di strano, puntuale arriva la Benemerita. I carabinieri indagano, scrutano, contestano, e il tartassato di turno è proprio il nostro giovane ingegnere tedesco, che ha la colpa di avere una targa in prova in cui la "P" si legge male.
Ma poi capiscono e ci mollano, tanto da qualche altra parte è in agguato la "Stradale", per la quale il Muraglione di sabato e domenica è meglio della riserva di caccia reale.
Arrivati in cima, una breve sosta, poi giù verso la Romagna: altre curve, altre foto, altre osservazioni da annotare sulla moto.
La ciclistica è da pista, con la forcella Ohlins ultraregolabile upside down con steli di 43 mm, il telaio in alluminio e la sospensione posteriore progressiva e completamente regolabile, servita da un monoammortizzatore Ohlins racing. L'asfalto di una statale non è quello di una pista, e la strada del Muraglione non è più tenuta in ordine come aveva ordinato il Granduca Leopoldo II dopo averla costruita nel 1837. Le rugosità dell'asfalto, le crepe e gli immancabili piccoli dossi, magari in piena traiettoria, si fanno quindi sentire e imporrebbero un'accurata taratura delle sospensioni, oggi impossibile per semplici motivi di tempo. Tra una curva e l'altra, un corto rettilineo è sufficiente per capire che i 130 CV del motore ci sono, anche se non si divertono ad esibire i muscoli se non a gentile richiesta. In ingresso di curva si può tener frenata la moto sino all'ultimo, poi buttarla giù senza timore che capisca male; in uscita si può aprire il gas con buona decisione senza tema che si imbizzarrisca: solo insistendo a gas spalancato, a un certo punto si avvertirà una progressiva e continua mutazione di assetto, che vi avvisa che la ruota anteriore non è più a terra e che forse è il caso di fargliela tornare.
Gran finale
Come il motore grippa senz'olio, il pilota deperisce e perde anche il manico se salta il pranzo. Così all'una in punto, le Tuono trovano parcheggio fra decine e decine di 916, GSX-R, ZXR, CBR e via dicendo (che in comune hanno - stranamente - la targa molto sporca) e i rispettivi piloti, più i fotografi e tutti gli altri addetti ai lavori guadagnano la sala da pranzo del ristorante posto proprio sul Passo del Muraglione.
Inutile che vi racconti delle tagliatelle al sugo di cinghiale, delle penne e dei ravioli. Vi dirò solo che è stata una piacevole e gustosa tavolata, e che almeno queste delizie sono disponibili per tutti e tutti i giorni (non ricordo quello di chiusura), mentre per la Tuono, se non si è fortunati come noi, bisogna fare un po' di conti, e quando ci si accorge di poter disporre di 18.000 Euro si può ripetere la nostra bella escursione, magari cambiando Passo tutti i week-end., oppure andando in pista con la marmitta in titanio compresa nel prezzo.
Il ritorno non ha riservato sorprese: c'è stata una breve divagazione rispetto al percorso fissato dal road-book, perché uno svitato ha proposto di andare tutti a farsi una foto davanti ad un cartello indicante una "stazione di monta". Pensate un po' a che punto di depravazione si può arrivare. Persino le Tuono erano scandalizzate...
Inutile che vi racconti delle tagliatelle al sugo di cinghiale, delle penne e dei ravioli. Vi dirò solo che è stata una piacevole e gustosa tavolata, e che almeno queste delizie sono disponibili per tutti e tutti i giorni (non ricordo quello di chiusura), mentre per la Tuono, se non si è fortunati come noi, bisogna fare un po' di conti, e quando ci si accorge di poter disporre di 18.000 Euro si può ripetere la nostra bella escursione, magari cambiando Passo tutti i week-end., oppure andando in pista con la marmitta in titanio compresa nel prezzo.
Il ritorno non ha riservato sorprese: c'è stata una breve divagazione rispetto al percorso fissato dal road-book, perché uno svitato ha proposto di andare tutti a farsi una foto davanti ad un cartello indicante una "stazione di monta". Pensate un po' a che punto di depravazione si può arrivare. Persino le Tuono erano scandalizzate...
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