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Yamaha Majesty 250

il 07/05/2002 in Moto & Scooter

Nel '96 ha decretato il successo del settore maxiscooter e da allora tutti hanno dovuto confrontarsi con “lui”.  Ancora oggi è un prim’attore del mercato e uno dei preferiti dagli scooteristi italiani

Che fenomeno questo Yamaha Majesty 250! Al debutto, nell’ormai lontano 1996, ha scatenato un’autentica rivoluzione dando inizio all’enorme successo dal settore maxi scooter e raggiungendo quote di vendita record. I numeri, 78.427 unità vendute in Italia dal 96 al 2001, infatti, certificano chiaramente quanto questo progetto, sin dalle origini era innovativo e vincente ed ora che, come richiamo, da qualche tempo non ha più la leadership della categoria in termini di cilindrata, performance e dimensioni, il fenomeno Majesty 250 appare più strepitoso che in passato.

 

Il consistente consenso che il pubblico, nonostante la vorticosa crescita di modelli concorrenti, continua a riservare a questo scooter è straordinario e il merito di tanta longevità, oltre alla bontà del progetto iniziale, va attribuito alla centrata evoluzione stilistica e tecnica che i progettisti Yamaha hanno saputo imprimere al Majesty nel corso degli anni. Un dato di fatto, bene evidenziato anche dall’edizione 2002 dove, all’immutato gran equilibrio tra importanza dell’aspetto e facilità di guida, tra brillantezza delle prestazioni e comfort di marcia offerto a solo e in coppia, che ha sempre contraddistinto il Majesty nell’utilizzo quotidiano come nel diporto, sono affiancati aggiornamenti estetici e tecnici tanto discreti quanto efficaci nel rendere perfetto un veicolo già eccellente.

Il prezzo di 5900 Euro f.c. con tre anni di garanzia formula YES, al quale il Majesty 250 ultima versione è proposto, poi, rende il tutto convincente e i numerosi optional dedicati da Yamaha a questo scooter, consentono a tutti d’adattarlo al meglio alle più diverse esigenze d’utilizzo.

I tratti fondamentali del design, nonostante la consistente rielaborazione effettuata dai tecnici giapponesi nel modello 2000, sono familiari e l’aspetto importante ma non esuberante del Majesty 250, è amichevole e rassicurante anche per chi, lo scooterone Yamaha, lo ha sempre e soltanto osservato svicolare rapido nel traffico della città, oppure, visto correre veloce nelle affollate tangenziali della periferia dei centri urbani. Il parabrezza alto e spiovente e "l’aquilino muso" arrotondato, l’avvolgente scudo proteso all’indietro e l’enorme sellone appoggiato sul grosso codone, infatti, sono gli inimitabili connotati del best seller di Casa Yamaha che, già a prima vista, con eleganza promettono al pilota gran comfort e protezione.



Una prima impressione, quest’ultima, confortata da una componentistica d’elevata qualità, efficienza e finitura e dalla quale emerge in pieno la "concreta" personalità del Majesty. Le parti in plastica antiurto della carrozzeria, infatti, sono molto bene assemblate e le vernici sono brillanti e resistenti alla deturpante azione degli agenti atmosferici e del trascorrere del tempo, mentre, la dotazione accessoristica, è assolutamente completa, ben orchestrata sotto il profilo estetico ed efficiente nell’utilizzo.



Un dato di fatto, rimarcato dalle più importanti novità proposte dal 250 Majesty 2002; che sono il completissimo cruscotto analogico digitale in stile automobilistico sportivo e il ridisegnato e meglio raccordato fanale posteriore completamente rosso, con gli indicatori di direzioni incorporati e che da al retrotreno dello scooter una connotazione assolutamente moderna e appagante.

Costruito su basi progettuali dalla comprovata efficienza, il Majesty 250 si può ben definire come uno scooterone "nato bene" anche sotto il profilo prettamente tecnico e, per farlo rimanere ai vertici di categoria in termini di sicurezza, comfort e gusto nella guida, sono bastati i pochi interventi d’aggiornamento effettuati sul modello 2000. In sintesi, l’allungamento dell’interasse da 1500 a 1535 mm per enfatizzare la stabilità in rettilineo e in curva, l’aumento dell’escursione forcella da 85 a 100 mm per migliorare il comfort di marcia e la sicurezza direzionale dell’avantreno su asfalto sconnesso e, infine, l’incremento della potenza disponibile di circa 1 CV.



Per il resto, il Majesty 250 è rimasto giustamente uguale a se stesso; ad iniziare dal telaio a doppia culla continua in tubi d’acciaio adeguatamente rinforzato e che, per rigidità e resistenza alle sollecitazioni, non ha mai lasciato adito a dubbi. Esattamente come per il reparto sospensioni che, con una classica e motociclistica forcella teleidraulica con steli da 33 mm e con una coppia d’ammortizzatori idraulici regolabili nel precarico molla, in rapporto al prezzo dello scooter, tuttora non prestata il fianco a severe critiche in termini d’efficacia d’azione.



Adeguate alle vivaci prestazioni del Majesty, poi, per dimensioni e qualità, sono le ruote con cerchi da 12" in lega leggera e le coperture dal profilo arrotondato per enfatizzare la maneggevolezza e rapidità d’azione in curva. Un elogio, per affidabilità e costanza di rendimento, per brillantezza di prestazioni ed economicità d’esercizio, in fine, va fatto al propulsore monocilindrico 4T Yamaha che, reso super ecologico dall’utilizzo di un più rastremato silenziatore di scarico con convertitore catalitico, rispetta già le future norme antinquinamento Euro 2.

 

L’accoglienza, in termini di comfort e facilità di gestione dello scooter offerta dal Majesty, è stata ottima sin dall’inizio della sua brillante carriera ed ora che, l’ergonomia della posizione di guida è perfezionata da un nuovo disegno del sellone a due piani e dalla possibilità d’avanzare o arretrare di 50 mm la porzione riservata al pilota, è davvero eccellente.

 Alla guida del 250 Yamaha, infatti, si sta seduti come a bordo di una confortevole auto, con il busto eretto e la schiena ben sostenuta dal cuscino posteriore, con le braccia non molto allungate verso il ridisegnato manubrio e con le gambe moderatamente distese verso lo scudo che, nella zona di congiunzione con la pedana, ora priva di tappetino antiscivolo, presenta un incavo che fatto apposta per il tacco della scarpa. Un quadro quasi idilliaco, completato da un ponte di comando reso eccellente dal nuovo cruscotto, dall’elevata protezione aerodinamica offerta dall’ampio parabrezza e dallo scudo ora dotato di doppio cassettino portaoggetti, con quello sul lato destro apribile a pressione per custodire piccoli oggetti da tenere a portata di mano durante la marcia.

Meno favorevole ma, comunque ottima, poi, è la posizione in sella riservata al passeggero che, in quest’ambito, può lamentarsi soltanto del limitato spazio per i piedi offertogli dalla pedana e, cercando l’ago nel pagliaio, della non completa protezione dal vento della corsa.
Una lode, infine, al Majesty 2002 va assegnata per quanto concerne la fruibilità, dove il pilota dispone di tutto quel che serve, nell’utilizzo quotidiano come nella gita del week-end. Grazie allo spostamento del bocchettone serbatoio carburante, dalla punta della sella al tunnel centrale, ora, il vano sotto il sedile è molto ampio (54 litri) e ben sfruttabile per la custodia di due caschi e altri oggetti voluminosi e, il cavalletto centrale e laterale, sono stabili e sempre facili da utilizzare.

 

Il peso di 156 kg a secco dichiarato del Majesty 250, da fermo si sente tutto ma, grazie al baricentro basso e alla sella non molto alta da terra, le manovre a motore spento non sono un compito improbo anche per chi non ha mai maneggiato un veicolo a due ruote. Appena si è in movimento, poi, la guida dello scooterone Yamaha è una tale fonte di piacere che, dell’eventuale impaccio iniziale, ci si dimentica subito.
Grazie al profilo “rotondo” delle coperture di serie, che hanno il solo limite di non comunicare chiaramente il limite della “spalla” nelle pieghe più accentuate, il Majesty è molto docile e facile da condurre in curva, come nella “zigzagante” guida tra le auto incolonnate tipica della città e, il divertimento, è assicurato anche nel classico e altrimenti noioso tragitto casa ufficio.



La stabilità in rettilineo alla velocità massima (135 km/h indicati), come nei curvoni con asfalto moderatamente sconnesso affrontati a tutto gas, inoltre, è sempre buona, nella guida a solo come, regolando opportunamente il precarico degli ammortizzatori, con il passeggero a bordo e la valida protezione aerodinamica offerta dal parabrezza, chiude il cerchio, permettendo a tutti d’affrontare con serenità e soddisfazione anche gite ad ampio raggio. Il tutto, con il sostegno di un motore che, in termini di prestazioni e parsimonia nei consumi, non tradisce mai le ragionevoli aspettative che uno scooter da turismo può generare.


La risposta al comando dell’acceleratore del monocilindrico 4T Yamaha, infatti, è sempre consistente e mai brusca, nell’accelerazione da fermo come nella ripresa da media velocità e sono ingredienti che, su strade tortuose, consentono di buona soddisfazione anche nella guida veloce.



Motore: a 4 tempi, monocilindrico inclinato in avanti, raffreddamento a liquido, alesaggio e corsa 69x66,8 mm, cilindrata 250 cc, rapporto di compressione 10:1, distribuzione monoalbero a camme in testa e 2 valvole, lubrificazione forzata a carter umido con pompa. Alimentazione: carburatore Teikei Y28V da 28,7mm, capacità serbatoio 12 litri compresa la riserva. Accensione: elettronica TCI digitale con sistema TPS (Throttle Sensor Position), 1 candela. Avviamento: elettrico. Impianto di scarico; con silenziatore catalitico già a norma Euro 2
Trasmissione: a cinghia con variatore utomatico di velocità, automatica centrifuga.
Ciclistica: telaio a doppia culla chiusa in tubi d’acciaio, inclinazione asse di sterzo n.d., avancorsa n.d. Sospensione anteriore: forcella teleidraulica a perno avanzato, steli da 33 mm, escursione 100 mm. Sospensione posteriore: motore oscillante e ammortizzatori idraulici regolabili nel precarico molla, escursione ruota 90 mm. Ruote: anteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 110/90-12”, posteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 130/70-12”. Freni: anteriore a disco da 245 mm con pinza a 2 pistoncini, posteriore a disco da 230 mm con pinza 2 pistoncini.
Dimensioni e peso: interasse 1535 mm, lunghezza 2140 mm, larghezza 770 mm, altezza sella 720. Peso a secco 156 kg.
Prestazioni: potenza 21,4 CV (15,7 Kw) a 7.500 giri., coppia 2,2 kgm (21,6 Nm) a 6.250 giri.
Omologazione Euro-1: si’

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