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Piaggio Free 100 4T

il 21/03/2002 in Moto & Scooter

La linea non rappresenta l’ultima frontiera del design, ma il Free 100 è uno dei mezzi utilitari più intelligenti sul mercato. Lo distinguono un prezzo d’attacco basso, consumi irrisori ed emissioni inquinanti minime, oltre alla comodità di poter portare

Piaggio Free 100 4T

di Fabio Cormio, foto di  Alberto Cervetti




Nelle altre pagine:

Descrizione e comfort: magro e leggero quasi come un ciclomotore classico, dal quale eredita anche una sostanziale povertà di vani ed accessori
Funzionalità e tecnica: la ciclistica è essenziale ma efficacie, il punto di forza comunque è il piccolo motore quattro tempi da 7,5 cavalli
Su strada: il suo habitat non può che essere la città.

È agilissimo sul misto, basta non pretendere ciò che non può dare



Quando uscì il cinquanta, oramai quasi un decennio fa, non fu amore a prima vista. I ruote alte erano ancora pochi e non molto apprezzati, in un’epoca in cui gli sbarbati si contendevano i più compatti e grintosi Zip Fast Rider, F10 e ZX. Ma il Free non si scompose, andò avanti per la sua strada restando uguale a se stesso, forte di un prezzuccio da svendita e della maneggevolezza da primato. Ora arriva il 100 a quattro tempi, più pulito, veloce e risparmioso del genitore col targhino






Piaggio crede molto in questi mezzi che in città sono una manna dal cielo e che hanno birra sufficiente a concederci una scampagnata senza fondere (oltre al Free è disponibile il più rifinito Liberty). Nel caso del Free, si tratta di prendere o lasciare, dove “prendere” significa accettare, ed imparare ad apprezzare, il suo piglio assolutamente basic ed un po’ giocattoloso, enfatizzato dai colori sgargianti in cui è disponibile.




Inutile negare che a mettere la voglia di Free è pure il prezzo, inferiore ai 2.200 Euro: a queste cifre aggiudicarsi uno scooter targato non è facile, a meno che non si opti per qualche outsider made in Taiwan. Inoltre, il risparmio continua dopo l’acquisto: il piccolo Piaggio è capace di percorrere anche 30 chilometri con un litro di verde nel ciclo urbano, traguardo impensabile con un due tempi, fosse pure cinquanta di cilindrata.







Ruote alte, poco peso, tutto ridotto all’osso: la formula del Free è semplice semplice, ma ben riuscita. Chi, quando dice la parola “scooter”, pensa ai maxi avvolgenti, protettivi e superaccessoriati, lasci perdere: questo piccolo quattro tempi non fa per lui.
Lo scooterino di Pontedera per snellezza ed essenzialità si avvicina ai ciclomotori classici, ai vari Ciao e Sì, per restare in casa Piaggio. Infatti la protezione aerodinamica è inesistente, non solo perchè manca il parabrezza, ma anche perchè lo scudo è molto piccolo. Dimensioni mignon anche per la pedana, dove i piedi trovano alloggiamento solo se accostati l’uno all’altro





Non certo ampia è pure la sella, dove lo spazio riservato al passeggero è insufficiente a chi porti una taglia superiore alla quarantadue. La situazione non cambia quando si cerca di sfruttare il vano sottostante: anche se ci si ripone un casco jet, chiudere la sella può essere un problema. Poco male, comunque, perchè le doti del Free sono altre: nelle dimensioni contenute di un cinquantino, racchiude infatti contenuti tecnici e potenzialità di divertimento di prim’ordine.




Interpretato in quest’ottica, tutto ciò che il Free regala è un “di più”, così come la strumentazione, completa e dal disegno accattivante, e ben vengano le frecce (i ciclomotori classici non le hanno) ed il gancio portacasco sul retroscudo. Sul Ciao questi sarebbero stati lussi impensabili.






Se c’è qualcosa di poco razionale sul Free, questo è indubbiamente la disposizione dei comandi: clacson e frecce sono introvabili, e soprattutto il gesto per disinserire un indicatore di direzione deve essere preciso e misurato, altrimenti si rischia di mettere in funzione l’altro. Si sente inoltre la mancanza del cavo meccanico, molto in uso ultimamente, che serve ad aprire la sella senza estrarre la chiave dal blocchetto.





Il Free ci mette una pezza con un utile portapacchi posteriore, messo lì quasi a titolo di risarcimento: la versione delivery, dedicata a pony express e categorie simili, è equipaggiata anche con un bagagliaio anteriore. Il più economico dei targati di casa Piaggio dimostra di non aver nulla da invidiare a prodotti più costosi e magari esteticamente più curati quando si prende in considerazione il piccolo propulsore che lo spinge.




Questo è infatti la sua principale attrattiva: si tratta di un motore della famiglia Hi-PER4, cioè quella dei piccoli quattro tempi di Pontedera, raffreddato ad aria, con distribuzione a due valvole, che assicura consumi bassissimi (nell’ordine dei trenta km/litro), pur garantendo prestazioni dignitose. Rispetto alla versione da cinquanta cc sono stati irrobustiti i freni, ma al posteriore permane il tamburo da 140 mm, e il Free 100 monta pneumatici di più larga sezione.






Non avendo velleità da oggetto del desiderio, da custodire gelosamente in garage, il Free 100 esprime su strada tutto il proprio potenziale. Agilissimo nel traffico, scivola come un’anguilla tra le auto in colonna, facilitato dal fatto di essere un peso piuma (91 kg, comunque oltre venti più del cinquanta).




L’accelerazione è sufficiente a non dover subire le ire degli automobilisti dietro di noi, quelli che pretendono che ci si faccia da parte perchè loro sono in ritardo: fino ai sessanta-settanta all’ora, lo spunto infatti è discreto; oltre, il Free fa quello che può, superando comunque gli ottanta reali. Come dire che la potenza (7,6 cavalli dichiarati) è più che sufficiente a circolare in città, anche sulle strade ad alto scorrimento.




Colpisce per efficacia anche la frenata, almeno finchè non si porta un passeggero. In questo caso emerge la poca potenza dell’impianto, e si deve fare il doppio dell’attenzione. Immancabile una nota sui consumi: che bella sensazione fare tre euro di verde e dimenticarsi del benzinaio per una settimana...






Motore: monocilindrico orizzontale, quattro tempi, raffreddato ad aria, cilindrata 96,21 cc, alesaggio e corsa 50x49, rapporto di compressione 11:1, accensione elettronica, avviamento elettrico ed a pedale.


Trasmissione: finale ad ingranaggi (nel mozzo ruota); cambio con variatore automatico CVT.


Ciclistica: telaio in tubi d’acciaio con piastre stampate di rinforzo. Sospensione anteriore: forcella telescopica idraulica; posteriore: monoammortizzatore idraulico con precarico molla regolabile in quattro posizioni. Freno anteriore: idraulico con disco 220 mm, posteriore: tamburo 140 mm. Cerchi: 14”. Pneumatici: tubeless 90/80.


Dimensioni: lunghezza 1.835 mm, altezza sella 810 mm, interasse 1.255 mm, peso a secco 92 kg.


Prestazioni: potenza 7,65 cv/8.000 giri, coppia 6,92 Nm/6.000 giri.


Euro1: sì.

Piaggio Free 100 4T
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