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Aprilia Atlantic 500

il 18/01/2002 in Moto & Scooter

Imponente ma elegante, è facile da guidare e sicuro in tutte le situazioni. Unisce ottime prestazioni, dotazioni complete, qualità costruttiva e un prezzo di assoluto interesse. Per il debutto è stata scelta la Sicilia, tra vecchie tonnare e un mare semp

Aprilia Atlantic 500
Molto caratteristica la parte posteriore con i due fanali a sviluppo verticale, da grande berlina di lusso. In questo caso il colore è il rosso baroque


di Luigi Bianchi
, foto Tino Martino/Milagro




Nelle altre pagine:
Comfort: eccellente per il pilota e il passeggero, sarebbe utile avere qualche parabrezza un po’ più alto
Funzionalità: dotazione al top, veramente ricca soprattutto in relazione al prezzo
La tecnica: accoppiata riuscita tra l’ottimo monocilindrico di 500 cc e una ciclistica che non riserva sorprese
Su strada: brillante quanto basta, si dimostra sincero e sicuro in tutte le situazioni

Il nuovo maxiscooter, che rappresenta il definitivo ingresso della Casa di Noale in questa categoria, può essere interpretato come un complesso e riuscito esperimento di ingegneria genetica.
Nei laboratori Aprilia hanno preso un gruppo di cromosomi della famiglia maxiscooter nel suo ramo più friendly, hanno inserito un paio di essenziali correzioni preposte all’ottimizzazione dei costi industriali, hanno mixato un po’ delle caratteristiche di una lontana cugina (il posteriore di una grossa berlina made in Usa, di quelle con un maxi 8V sotto il cofano) e infine gettato nel pentolone un bel monocilindrico a iniezione di 500 cc di origine Piaggio ma customizzato e ottimizzato per l’occasione. Infine, il tutto è stato completato aggiungendo un’aria di famiglia, prendendo il muso, pardon i lineamenti del viso, di una zia di nome RSV 1000 Futura.




TEST
Il risultato è un cocktail ben riuscito e con una sua precisa individualità in termini di target, a livello estetico e funzionale.
Linea e dimensioni danno un’idea immediata di imponenza, in parte temperata da una linea moderna e ben proporzionata, con alcuni elementi caratteristici come la ruota anteriore da 15 pollici, i tubi paramotore cromati o la fanaleria posteriore ad andamento verticale.




L’impressione complessiva è quella di un progetto certamente “ricco” oltre che ben realizzato e curato nei particolari. Rinforza questa impressione la dotazione di serie decisamente generosa , soprattutto se si considera il prezzo al pubblico che è una vera sorpresa, 6.300,00 € franco concessionario, più o meno come un 250 di pochi anni orsono e ben lontano da quello dei bicilindrici da 500, 600cc e oltre che coprono la fascia top del mercato.






Salire in sella all’Atlantic e dimenticarsi di colpo peso e dimensioni è un tutt'uno. Il merito è dell’altezza della sella davvero ridotta e della pedana relativamente stretta che consente di appoggiare agevolmente entrambi i piedi a terra.

La posizione di guida, contrariamente a quanto si vede di solito in questa categoria, è piuttosto avanzata e con le gambe piegate normalmente, come sulle moto, e non con i piedi in avanti appoggiati alla pedana. Preferiamo questa soluzione che troviamo più ergonomica durante i lunghi spostamenti e che migliora e rende più sensibile il controllo. Lo schienalino che blocca il pilota non è regolabile, ma le dimensioni sono studiate in modo corretto e nessuno fatica a trovare la “sua” posizione ideale. Il passeggero ha a disposizione una sua ampia porzione di sella e due pedane estraibili ben dimensionate.




Sotto la sella, tenuta aperta da un ammortizzatore ad aria, si trova un bagagliaio (illuminato da una luce di cortesia) da ben 47 litri in grado di contenere senza problemi due caschi. Un secondo vano si trova nello scudo anteriore dove è anche presente un piccolo spazio per gli spiccioli o i biglietti dell’autostrada. I vani principali si aprono utilizzando la chiave dì accensione anche a motore acceso.




La protettività è buona e in marcia non si sentono particolari vortici, segno che l’aerodinamica è ben studiata. Peccato che il parabrezza sia fisso e lasci un po’ scoperte testa e spalle ma, per il futuro, sono previsti come optional modelli di altezze diverse.






Le dotazioni di serie dell’Atlantic meritano davvero un elenco dettagliato in quanto, senza mai scadere nei gadget d’impatto quanto inutili, coprono davvero tutte le esigenze importanti di qualsiasi utente.

Ci sono infatti le doppie frecce per lasciare il veicolo in sosta di emergenza o segnalare rallentamenti improvvisi in autostrada o tangenziale; il rientro automatico delle frecce che avviene dopo qualche decina di secondi o dopo una percorrenza di alcune centinaia di metri. Ci sono ancora il perno “Body Guard” sul telaio, che permette di ancorare in modo sicuro e pratico lo scooter con l'apposito lucchetto/antifurto, la presa di corrente 12 Volt all'interno del cassetto portaoggetti anteriore per ricaricare il telefono cellulare, il cavalletto laterale e i tubi paramotore. Piccola raffinatezza: in malaugurato caso di caduta, un sensore attiva lo spegnimento automatico del motore. Manca solo un sistema di freno a mano, utile se ci si deve fermare in pendenza con un mezzo che supera abbondantemente i 200 kg.




Altrettanto ricco anche il cruscotto, una vera plancia di gestione che permette di avere tutte le informazioni necessarie alla guida sia in città sia durante lunghe percorrenze. Infatti in posizione centrale si trovano un tachimetro ed un contagiri analogici con sulla sinistra un indicatore del livello carburante con spia della riserva e dall'altra parte, in posizione simmetrica, un indicatore della temperatura del liquido di raffreddamento con spia della temperatura massima.




Ad arricchire ulteriormente il cruscotto vi sono poi 3 display a cristalli liquidi ; due più piccoli con funzione di orologio digitale con datario e conta chilometri totale e parziale con 2 trip (molto utile quando si viaggia in vacanza su lunghe percorrenze) ed uno più grande multifunzione azionabile con un pulsante sul manubrio, con le seguenti funzioni: temperatura esterna, velocità media e massima, carica della batteria, diagnostica dell'impianto di iniezione, intervalli di manutenzione programmata, consumo medio di carburante, cronometro.

Sono inoltre presenti le seguenti spie: frecce, luce di posizione, luce abbagliante, cavalletto laterale, pressione olio, malfunzionamento impianto di iniezione, temperatura liquido di raffreddamento, riserva benzina.

Il livello di finitura generale e la qualità dell’assemblaggio sono veramente di ottimo livello pur senza raggiungere l’optimum di certi modelli top giapponesi che hanno però ben altro prezzo.






Se l’aspetto è imponente, anche sotto la pelle la sostanza certamente non manca. Il telaio è un complesso doppia culla di acciaio in tubi di grosso diametro su cui il propulsore è infulcrato tramite un sistema a doppia bielletta con silent block radiali, sistema che consente al pesante complesso motore/trasmissione di oscillare senza creare distorsioni nella ciclistica e assorbendo nello stesso tempo le vibrazioni. Ad aumentare la solidità del tutto contribuisce poi la forcella, ben dimensionata, con steli da 40 mm di diametro, e la coppia di ammortizzatori posteriori a gas regolabili nel precarico. Di serie c’è anche un ammortizzatore di sterzo regolabile, un’esclusività di questo modello.





La frenata è di tipo integrale, con la leva sinistra che aziona un pistoncino della pinza dei dischi anteriori e il freno posteriore, mentre la leva destra agisce solo sul secondo pistoncino delle pinze anteriori. La taratura prevede che, tirando la leva sinistra, cresca in progressione l’azione sul freno posteriore, mentre l’azione sul disco anteriore oltre un certo livello di pressione rimane costante. Aumenta poi ancora la sua azione nell'ultima corsa della leva, per dare la massima potenza frenante nelle situazioni di emergenza. In questo modo si evita il bloccaggio della ruota anteriore in qualsiasi situazione. Il sistema funziona egregiamente, pur se al primo impatto l’impressione è che la frenata sia un po’ “lunga”. In pratica, invece, ci si ferma sempre in spazi ridotti, non abbiamo rilevato sintomi di affaticamento e, soprattutto, anche simulando situazioni di emergenza, non si innescano reazioni anomale . Per il futuro è prevista anche una versione con ABS, come dimostra la spia già presente ma inattiva sul cruscotto.




Il propulsore è già ben noto e si differenzia dal cugino Piaggio per la diversa conformazione dell’air box, l’impianto di scarico (catalizzato) e la taratura della centralina che gestisce l’iniezione del carburante. Si distingue per le ottime prestazioni di punta che non fanno rimpiangere soluzioni pluricilindriche e si fa apprezzare soprattutto per il tiro ai bassi, la silenziosità e l’assenza di vibrazioni. Anche il complesso frizione/variatore sembra ben tarato e, complice il già citato tiro ai bassi, non si avverte praticamente mai lo stacco della frizione come avviene su molti concorrenti. In complesso questo 500 cc muove con disinvoltura i 218 kg dell’Atlantic e non soffre anche situazioni di carico pesante con passeggero e bagagli.






In sella all’Atlantic la prima sensazione è subito di grande confidenza, peso e dimensioni non si avvertono, mentre le doti di erogazione del motore consentono una guida fluida senza dover rimanere sempre impiccati alla zona rossa del contagiri.

Le sospensioni sono tarate decisamente sul duro e, insieme al passo molto lungo, alla ruota anteriore da 15” e alla rigidità della ciclistica contribuiscono a dare sempre una sensazione di grande stabilità. La dote principale dell’Atlantic è certamente la sincerità in tutte le situazioni, senza reazioni anomale o brusche. La velocità di inserimento in curva è buona ma non eccezionale e, in ogni caso, ci sembra che i progettisti abbiano cercato più un rendimento facile e sicuro alle normali velocità che prestazioni esasperate, per altro poco in sintonia con la filosofia di questo mezzo.




Conferma questa impressione anche il comportamento sui curvoni veloci, che sono affrontati in sicurezza sempre che non si voglia forzare esageratamente l’andatura, situazione in cui l’Atlantic rimane stabile ma sembra non trasferire in modo chiaro il senso del limite al suo pilota. Questa sensazione conferma la dichiarazione dei progettisti, per cui l’Atlantic ha limiti di tenuta in curva sempre più alti di quelli percepiti dal guidatore, con grande vantaggio in situazioni di emergenza, soprattutto quando si dovesse trovare in mani non troppo esperte.

Ad adottare una guida rilassante e turistica contribuiscono anche le caratteristiche del propulsore, che spinge con grande vigore fin verso i 120/130 km/h per poi richiedere un lancio alquanto lungo per raggiungere la velocità massima, che si pone poco sopra la soglia dei 150 km/h.




Il comfort è molto buono e anche buche e avvallamenti vengono assorbiti egregiamente senza danni per la schiena di pilota e passeggero. In complesso l’Atlantic si presenta come un ottimo commuter urbano ed extraurbano, con doti che fanno intuire come possa essere un eccellente compagno anche per il turismo in due e a largo raggio, con il serbatoio carburante da ben 16 litri, di cui 4 di riserva, che garantisce sempre la necessaria autonomia.






Motore: monocilindrico a 4 tempi con distribuzione a 4 valvole comandate da un albero a camme in testa; raffreddamento a liquido, alesaggio e corsa 92 x 69 mm, cilindrata 458,7 cc, rapporto di compressione 10,5:1; lubrificazione a carter umido con pompa trocoidale. Alimentazione ad iniezione elettronica con iniettore Marelli; capacità serbatoio 16 litri. (4 di riserva). Accensione elettronica integrata al sistema di alimentazione. Avviamento elettrico con starter automatico. Scarico in acciaio inox con marmitta catalitica; rispetta i limiti di inquinamento Euro 2.
Trasmissione: cambio a variatore automatico continuo di velocità. Frizione automatica centrifuga. Trasmissione finale con riduttore a ingranaggi.
Ciclistica: telaio a traliccio in tubi d'acciaio. Motore con funzione di forcellone oscillante vincolato al telaio da doppia biella e 2 silent-block radiali. Sospensione anteriore a forcella teleidraulica con steli di Ø 40 mm; sospensione posteriore a motore oscillante con due ammortizzatori idraulici laterali simmetrici a doppio effetto a gas, con precarico regolabile a ghiera. Ruote: cerchi in lega leggera pressofusa con pneumatici 120/70-15" anteriore e 140/60-14" posteriore. Freni: sistema integrale con anteriore a doppio disco di Ø 260 mm con pinza flottante a due pistoncini; posteriore a disco di Ø 220 mm con pinza a 2 pistoncini contrapposti.
Dimensioni e peso: interasse 1.575 mm; lunghezza 2.250 mm; larghezza 770 mm; altezza sella 780 mm. Peso in ordine di marcia senza benzina 218 kg.
Prestazioni dichiarate: potenza 39 CV (29 kW) a 7250 giri. Coppia 40 Nm a 5500 giri. Vel. max oltre 150 km/h.
Aprilia Atlantic 500
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