ADV
Moto & Scooter
Gilera: 90 anni di vittorie
il 18/10/2001 in Moto & Scooter
Un campionato europeo nel 1939 e 13 titoli mondiali nel dopoguerra. Tutto è cominciato nel lontanissimo 1911 con una vittoria in batteria
di Luigi Rivola
Nel maggio del 1911, per celebrare degnamente l’avvenuta costituzione del Moto Club d’Italia (ora Federazione Motociclistica Italiana) fu indetta una “Festa della Velocità” sulla pista del Trotter di Milano. A questa corsa aderirono le più importanti Case e i migliori corridori nazionali, tra cui Vincenzo Lanfranchi, che rientrava dopo sette anni di inattività a seguito di una tremenda caduta in gara a Parigi nel 1904, anno in cui era stato decisamente il miglior pilota italiano all’estero.
Con lui, a rendere indimenticabile la giornata, gareggiarono il conte Dionigi Albertengo di Monasterolo, altro nome di calibro internazionale, nonché i campioni emergenti della pista e della salita: Giuseppe Gilera, in sella ad una moto di sua costruzione, Clemente Merlo e Pietro Ghirlanda.
Cinquemila persone intervennero a gustarsi le due batterie, vinte rispettivamente da Giuseppe Gilera, su Gilera e da Clemente Merlo, su Siamt, e la finale, in cui non mancarono episodi altamente emozionanti, come la caduta di Lanfranchi e la sua successiva rimonta fino al terzo posto, la vittoria a motore spento di Merlo, che aveva finito la benzina all’ultimo giro, la disperata corsa di Gilera, dapprima fermatosi per riparare un’avaria, poi definitivamente ritiratosi per la rottura del magnete, infine il pedalare furioso di Bellorini, rimasto senz’olio nelle ultime battute, per mantenere in volata il secondo posto.
Questa vittoria in batteria alla “Festa della Velocità” del 1911 inaugura il libro d’oro delle vittorie della Gilera. Dopo 90 anni il marchio Gilera è ancora fra i massimi protagonisti dello sport motociclistico.
Negli Anni ’20 e nella prima metà degli Anni ‘30, mentre Garelli, Moto Guzzi e Bianchi coglievano i primi successi internazionali contro i bolidi da corsa inglesi e tedeschi, la Gilera costruiva le sue prime monocilindriche da competizione che ottennero buoni piazzamenti nelle corse di velocità e si affermarono in quelle di regolarità (vinsero la Sei Giorni internazionale nel 1930 e 1931).
Nel 1936 la Casa di Arcore rilevò dal Gruppo aeronautico Caproni tutto il materiale relativo ad una moto da corsa con motore sovralimentato a quattro cilindri bialbero raffreddato a liquido, ossia una moto di assoluta avanguardia, progettata, costruita e sperimentata nel corso del decennio precedente, da diverse società appositamente costituite e tutte regolarmente scioltesi per le difficoltà di ordine tecnico ed economico incontrate.
Era una moto velocissima, ma fragile e inguidabile, che la Gilera modificò con un nuovo telaio, una nuova sospensione posteriore e diversi miglioramenti al motore, tra cui un diverso albero motore e un compressore ridisegnato.
La prima Gilera 500 a 4 cilindri fu pronta all’inizio del 1937. Carenata integralmente e pilotata da Piero Taruffi, già quell’anno colse un clamoroso risultato, appropriandosi del record mondiale assoluto di velocità sul chilometro lanciato, percorso alla media di 274,181 km/h.
Nel 1938 iniziarono i confronti sui circuiti di tutt’Europa con le monocilindriche ufficiali inglesi e con la BMW bicilindrica sovralimentata, che dimostrarono la competitività della moto italiana, ma fu nel 1939 che la quattro cilindri mise a frutto nel migliore dei modi, guidata da Dorino Serafini, gli 85 CV e i 230 km/h di cui era capace. Vincendo in Svezia, Germania e Irlanda, Serafini ebbe ragione della resistenza di Meier, prima guida della BMW, e si laureò campione europeo della classe 500, titolo equivalente a quello odierno di campione del mondo.
Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.
Nel secondo dopoguerra il regolamento tecnico delle corse venne cambiato proibendo l’uso dei compressori per la sovralimentazione. Ciò favorì le monocilindriche inglesi, che riguadagnarono competitività nei confronti delle più sofisticate moto da corsa italiane e tedesche.
La Gilera 4 cilindri fu riprogettata, basandosi non sulla moto d’anteguerra, ma sul prototipo di una 250 a 4 cilindri raffreddati ad aria costruito nel 1940. La nuova Gilera 500-4 esordì nel 1948 e quell’anno si mise subito in mostra vincendo il Gran Premio delle Nazioni disputatosi sul circuito di Faenza, essendo Monza ancora inagibile per i bombardamenti.
L’anno dopo, con la nascita del Campionato Mondiale di velocità, la Gilera fu subito protagonista: guidata da Nello Pagani, si classificò seconda nella corsa al titolo iridato, battuta per un punto da Leslie Graham e dalla sua AJS bicilindrica.
Il titolo arrivò l’anno successivo, grazie anche al grande talento di un giovane pilota, Umberto Masetti, che si concesse il bis nel 1952. La Gilera, che schierava la più veloce e potente mezzo litro in campo, volle in sella alla sua 500, a partire dal 1953, il più forte pilota del momento, l’inglese Geoffrey Duke. Il binomio si dimostrò imbattibile: Duke vinse il massimo titolo mondiale nel 1953, 1954 e 1955, rendendo leggendaria la sua quattro cilindri e respingendo le velleità della MV Agusta, che per batterla aveva assunto il progettista della Gilera, ing. Pietro Remor, e realizzato a sua volta una quattro cilindri di analoghe caratteristiche.
La MV riuscì finalmente ad imporsi nel 1956, grazie anche alla guida dell’astro nascente John Surtees, ma nel 1957 il titolo iridato della 500 tornò in mano alla Gilera, per merito del pilota italiano Libero Liberati, che si classificò anche secondo nel campionato della 350 con una Gilera a quattro cilindri di cilindrata ridotta.
Alla fine del 1957, la Gilera, unitamente alla Moto Guzzi e alla Mondial, decise di ritirarsi ufficialmente dalle competizioni di velocità “per mancanza di avversari e per dedicare più risorse alla produzione di serie”.
Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.
Quando, nel 1963, inaspettatamente la Gilera 350-500 4 cilindri fece ritorno ufficialmente nel Campionato Mondiale con Duke in veste di responsabile sportivo, l’asso inglese rivelò che Giuseppe Gilera aveva vinto la sua ritrosia a concedere l’assenso dopo che una moto del 1957, aggiornata solo con nuovi pneumatici Avon e guidata da Duke stesso, assolutamente fuori allenamento, aveva però battuto il record del circuito di Oulton Park durante il Bob McIntyre Memorial Meeting, tenutosi alla fine del 1962.
La storia della “Scuderia Duke” durò lo spazio di una stagione: nonostante gli eccellenti risultati ottenuti negli allenamenti invernali, i suoi piloti, John Hartle, Phil Read e Derek Minter, non riuscirono mai in campionato a battere quelli della MV, e l’unico risultato positivo fu la vittoria di Hartle nel GP d’Olanda. A fine anno la scuderia fu sciolta.
Ciò nonostante la Gilera 500 4 cilindri fu portata in gara diverse altre volte in Italia l’anno successivo da Derek Minter, da Remo Venturi e dall’argentino Benedicto Caldarella, che nel GP delle Nazioni, a Monza, ottenne un ottimo secondo posto alle spalle di Hailwood su MV, stabilendo anche il nuovo record sul giro.
Questa l’ultima grande affermazione della Gilera prima della riscossa del 2001. La moto di Poggiali però è una Gilera 125, non una 500 (ma non mettiamo limiti alla Provvidenza) e pochi sanno che anche in questa cilindrata la Gilera ha dei precedenti gloriosi: bisogna ritornare al 1956, quando il reparto corse di Arcore allestì una 125 bicilindrica bialbero che a 12.000 giri sviluppava circa 20 CV. Guidata da Romolo Ferri, la piccola Gilera vinse clamorosamente all’esordio a Monza, in campionato italiano, poi trionfò nel GP di Germania, giunse terza in Belgio e seconda in Irlanda. A fine stagione però la Gilera decise di non proseguire la sua avventura sportiva in questa cilindrata.
Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.
Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.