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Moto & Scooter
Suzuki SV 650
il 08/10/2001 in Moto & Scooter
Versatile nel carattere e abbordabile nel prezzo, intuitiva nella guida e appagante nelle prestazioni, la SV 650, ha le carte in regola per rimanere al top di categoria ancora per lungo tempo.
di Eliano Riva, foto ER e Alex Photo
Al debutto, nel 99, con la Monster 600 assoluta dominatrice del settore naked di media cilindrata, i più scettici “addetti ai lavori”, come parecchi appassionati nei discorsi al bar, per la Suzuki SV 650 avevano pronosticato prospettive di scarso successo. La smentita di questi “professori” del motociclismo, invece, è arrivata subito e la “V2” Suzuki, senza “fare troppo rumore” e grazie al favorevole passaparola tra motard, è riuscita a guadagnarsi presto il consenso del pubblico anche in un mercato “difficile” come il nostro e ad avvicinare, con gran soddisfazione degli utenti, molti nuovi appassionati al mondo delle due ruote a motore.
Il merito, è tutto dell’ottimo cocktail predisposto dai progettisti di Hamamatsu che, ad un prezzo decisamente abbordabile di lire 13.404.000 (6.922 Euro) con due anni di garanzia, sono riusciti a proporre una moto tutt’altro che povera di contenuti estetici e tecnici, molto versatile nell’utilizzo e con un gran bel carattere nella guida e nelle prestazioni.
Disponibile in tre diverse livree monocromatiche (blu, nero e giallo metallizzati), che la rendono accattivante per una vasta platea di motociclisti vecchi e nuovi, la SV 650, è prodotta anche in versione S, con cupolino e posizione in sella più sportiva
Nel 2002, poi, la bicilindrica naked Suzuki, rimarrà sostanzialmente immutata ma, con l’adozione di una nuova forcella regolabile nel precarico molla, vedrà corretto il maggior difetto riscontrabile su questa “bella moto”; la sospensione anteriore troppo soffice nella taratura, per la massima soddisfazione nella guida marcatamente sportiva.
Le caratteristiche estetiche e tecniche fondamentali della SV 650, sono esattamente quelle di una moderna bicilindrica naked “vera”: è compatta nelle dimensioni, è snella ed ha una vita “stretta” come quella di una cover girl, non è “complicata” nel design e non nasconde niente alla vista dell’osservatore. In poche parole, è una moto “sincera” che, già a prima vista, come un buon “amico”, in termini di soddisfazioni promette soltanto quello che può mantenere; vale a dire, spensierato divertimento e poco impegno nelle più diverse condizioni d’utilizzo e di guida.
L’aspetto, caratterizzato da linee ben coordinate e da un volume delle varie parti perfettamente calibrato, infatti, affascina subito per la semplicità sportiva. Un pregio, che non incute timore al neofito o alle molte ragazze che vogliono diventare “protagoniste” del mondo motociclistico, come sollecita l’interesse di chi, un pò stanco di moto super specializzate, vuole passare ad un veicolo “free ride”, da usare e divertirsi tutti i giorni della settimana, senza per questo dover accendere un mutuo per il mantenimento.
L’allestimento della Suzuki SV, poi, come impone il “regolamento” new cafè race, è di tipo essenziale ma, c'è tutto quel che serve veramente ed è di buona qualità. Le vernici della ridotta “carrozzeria” e del motore, sono brillanti e resistenti alla deturpante azione del trascorrere del tempo, degli oli, delle benzine e dei lavaggi. Senza badare a spese, poi, per ridurre il peso della moto, i tecnici Suzuki hanno fatto largo uso di lega leggera (soltanto il reggisella smontabile è in vile metallo) e lo scarico, è completamente in resistente acciaio inox.
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L’elevata ricercatezza progettuale della SV 650, in “barba” al conveniente prezzo d’acquisto, è subito evidente.
Il telaio con disegno a traliccio, si rifà a quello della Monster ma, la lontana somiglianza, termina qui. L’ossatura della SV, realizzata in tubi a sezione ovale di grosso diametro saldati ad elementi fusi, come la piastra di fulcro del forcellone e il cannotto di sterzo, infatti, è in lega d’alluminio e offre una rigidità e resistenza alle sollecitazioni degna di una sportiva d’alto rango. La geometria di sterzo, con 25° d’inclinazione cannotto e con 100 mm d’avancorsa, è da sportiva stradale classica e, con un interasse di 1415 mm, punta ad un compromesso tra maneggevolezza e stabilità, tale da permettere gran facilità di guida e di controllo nelle più diverse condizioni di marcia.
Le sospensioni, adottano uno schema attuale e ormai classico; all’avantreno c’è una forcella teleidraulica con steli da 41 mm e con 130 mm d’escursione, mentre, dietro, ad un ricercato e lungo forcellone in estruso d’alluminio a sezione rettangolare, sono accoppiati un sistema ad articolazione progressiva e un ammortizzatore idraulico facilmente regolabile nel precarico molla su sette posizioni.
La “sana” ciclistica, infine, è completata da un comparto ruote e freni di stampo sportivo. A cerchi da 17” in lega leggera a tre razze cave, sono accoppiate ottime coperture radiali Metzeler ME Z4 di larga sezione (120/60-17 ant. e 160/60-17 post.), mentre, l’impianto frenante, con doppio disco flottante anteriore da 290 mm e pinze a doppio pistoncino e con un disco posteriore da 240 mm e pinza a pistoncino singolo, risulta ben più che all’altezza delle brillanti performance espresse dalla moto.
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Il propulsore della SV 650, è il bicilindrico longitudinale di più recente progettazione nella categoria, ha dimensioni molto compatte, è piacevole da osservare e, per quanto concerne la finitura, la sola nota un po’ stonata riguarda il visibile motorino d’avviamento non verniciato.
Nelle caratteristiche progettuali, ricalca il motore della TL 1000 S e ha un’architettura a V di 90° come quello della Ducati Monster: una soluzione tecnica che, senza l’utilizzo di un albero a gomiti con perno di manovella sdoppiato e di quello di bilanciamento ausiliario, consente un’ottima equilibratura.
La distribuzione, è a doppio albero a camme in testa con quattro valvole per cilindro e il rapporto d’alesaggio/corsa notevolmente superquadro (81x62,6) e quello di compressione piuttosto elevato (11,5:1), testimoniano l’indole sportiva del propulsore. I cilindri d’alluminio, sono con riporto superficiale al nichel-carburo di silicio, mentre, i pistoni, sono in lega d’alluminio fuso in conchiglia e, all’esterno delle portate per lo spinotto, hanno ampie sfiancature d’alleggerimento.
Ad assicurare un’adeguata alimentazione al V2 Suzuki, ci pensano una coppia di carburatori Mikuni BDSR39 a depressione, assistiti da un airbox voluminoso, facilmente raggiungibile per la manutenzione sollevando il serbatoio carburante incernierato al telaio nella zona posteriore. Il raffreddamento a liquido e la lubrificazione forzata con pompa, la trasmissione primaria ad ingranaggi a denti diritti, un ben rapportato cambio a sei rapporti e la frizione a comando meccanico, resistente ma un pò brusca nell’intervento, in fine, chiudono un quadro tecnico/meccanico sicuramente al top di categoria.
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Sopra all’efficiente faro con parabola polifocale, il ponte di comando della SV 650, non suscita meraviglia per la quantità di gadget accessoristici ma, è ben fatto e permette al pilota di trovarsi perfettamente a proprio agio sin dal primo approccio. Il piccolo quadro strumenti analogico digitale, offre le informazioni necessarie e, grazie al ben arcuato manubrio e a comandi elettrici e a leva (quella del freno è regolabile) di buona qualità, il pilota, in sella alla SV ha subito, e sempre, la situazione in “pugno”. La sola critica che si può muovere, riguarda i retrovisori tondi, che offrono una visuale soltanto sufficiente.
I fianchi snelli e la sella ad un’altezza dal suolo non elevata, il peso contenuto e le pedane leggermente arretrate ma non alte, poi, fanno il resto e instaurare il completo feeling pilota/moto necessario per la piena padronanza e il massimo divertimento nella guida, con la SV è un evento assolutamente naturale. Non da “fachiro” ma meno corretta, invece, è l’accoglienza riservata dalla V2 Suzuki al passeggero, che trova una sella ben imbottita ed ha a disposizione un comodo ancoraggio nel maniglione ricoperto di morbida schiuma sintetica, ma deve appoggiare i piedi su pedane alte, piuttosto avanzate e prive del riporto di gomma antiscivolo e, su lunghe percorrenze chilometriche, è un fatto che può “pesare”.
Da buona moto polivalente, infine, sulla SV non mancano gli accessori necessari ad agevolarne l’utilizzo allround. Sotto la sella passeggero con ancoraggio a serratura, c’è un ampio portaoggetti e le maniglie nel bordo inferiore del codino, hanno i piolini per assicurare con corde elastiche una borsa al posto del “secondo”.
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In sella, è facile prendere subito confidenza con la compatta e leggera SV e, in questo senso, gran merito va attribuito anche al brillante propulsore V2 che, per prestazioni e carattere, è sicuramente il miglior protagonista della categoria. Sfruttabile fino all’ultimo CV disponibile, il bicilindrico Suzuki, è docile e consistente nella risposta ai bassi regimi e, nell’utilizzo quotidiano, propone la naked giapponese come un’ottima compagna d’avventura. In questo tipo d’uso, infatti, l’angolo di sterzata non molto ampio, è largamente compensato dall’elevata maneggevolezza e facilità di gestione che, nel traffico della città, permettono una facilità di manovra paragonabile a quella di uno scooter.
Il carattere tutt’altro che dimesso della SV e capace di dare molte emozioni di guida, poi, emerge “chiaro e limpido”, quando il V2 frulla sopra i 6000 giri, dove, senza “strappare le mani dal manubrio”, libera una personalità è prontezza d’erogazione della potenza e della coppia di stampo sportivo e davvero appagante. Un fatto, che incita a cercare una strada libera tutta a curve e controcurve, per una tranquilla passeggiata, magari in coppia, o per dare “full gas” e mettere alla “frusta” il telaio e il motore della moto e ricavare emozioni di guida sorprendenti, anche per piloti “navigati”.
Piuttosto rapida nell’inserimento in curva e nei cambi di direzione, infatti, la SV permette subito a tutti d’adottare una guida sportiva stradale molto gratificante e, il comportamento “ballerino” su asfalto sconnesso e quando si “strizzano” i potenti freni, generato dalle “limitate” sospensioni, è talmente “sincero” e intuitivo da controllare, che può essere quasi considerato come un benefico plus d’adrenalina. Per i fanatici della velocità pura, infine, "spianandosi" sul serbatoio, con la SV 650 si raggiungono rapidamente gli 210 km/h indicati, mentre, per viaggiare bene, bisogna restare entro quota 150.
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Motore: a 4 tempi, bicilindrico a V di 90°, raffreddamento a liquido, alesaggio e corsa 81x62,6 mm, cilindrata 645 cc, rapporto di compressione 11,5:1; distribuzione a doppio albero a camme in testa e 4 valvole per cilindro; lubrificazione forzata a carter umido. Alimentazione: 2 carburatori Mikuni BDSR39; capacità serbatoio 16 litri di cui 2,4 di riserva. Accensione elettronica digitale, 1 candela per cilindro. Avviamento elettrico.
Trasmissione: primaria a ingranaggi a denti diritti; frizione multidisco in bagno d’olio con comando meccanico; cambio a 6 rapporti; finale a catena.
Ciclistica: a traliccio in tubi ovali e piastre fuse in alluminio, inclinazione asse di sterzo 25°, avancorsa 100 mm. Sospensione anteriore: forcella teleidraulica con steli da 41 mm, escursione130 mm; sospensione posteriore: progressiva con ammortizzatore idraulico regolabile nel precarico molla su 7 posizioni, escursione ruota 125 mm. Ruote: anteriore tubeless in lega leggera, pneumatico radiale 120/60-17”; posteriore tubeless in lega leggera, pneumatico radiale 160/60-17”. Freni: anteriore a doppio disco da 290 mm, pinze a 2 pistoncini paralleli; posteriore a disco da 240 mm, pinza a pistoncino singolo.
Dimensioni e peso: interasse 1415 mm, lunghezza 2070 mm, larghezza 760 mm, altezza sella 805 mm. Peso a secco 185 kg.
Prestazioni: potenza 70 CV (51,5 kw) a 9000 giri, coppia 6,3 kgm (61,7 Nm) a 7400 giri.
Omologazione Euro-1: si’
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