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Aprilia Scarabeo 200

il 13/09/2001 in Moto & Scooter

Sotto il "vestito" è molto diverso dal 125 e dal 150: offre una superiore guidabilità e sicurezza di marcia ed è decisamente più veloce e brillante

Aprilia Scarabeo 200


di Eliano Riva, foto Alex Photo




Presentato nel 1999 e subito definito da Aprilia come la “prima moto automatica”, lo Scarabeo, con le sue ruote motociclistiche da 16” ed un design elegante e originale, ha effettivamente “lasciato il segno” nel settore scooter; aprendo un orizzonte di sviluppo tecnico e d’utilizzo all round, auspicato da molti scooteristi veterani e potenziali.

Il successo dello Scarabeo, infatti, è stato immediato e, visto il favore di pubblico riscosso dal modello abilitato alla marcia in autostrada (il 150), quest’anno, Aprilia ha ampliato la gamma lanciando la versione “200”.



Uno Scarabeo “maggiorato” che, visto l’abbondante arrotondamento verso l’alto della sigla rispetto all'aumento di cilindrata reale (da 150,59 a 176,3 cc), al primo impatto, può apparire come uno stratagemma per risvegliare l’interesse degli utenti. Non è così, lo Scarabeo 200, è veramente diverso dagli altri e rappresenta un vero e proprio upgrade, in termini di fruibilità generale e piacere di guida, del quale gli 25,7 cc di cilindrata in più, sono soltanto la visibile “punta di un iceberg” fatto di modifiche alla ciclistica e alla meccanica talmente importanti, da poterlo definire come un modello nuovo.





Lo Scarabeo 200, infatti, nell’aspetto si differenzia poco dai fratelli 125 e 150 ma, la “spina dorsale e il cuore pulsante” sono nuovi e, ad un prezzo di 7.900.000 lire franco concessionario e con tre anni di garanzia, offre più potenza e velocità, più comfort e maggiore guidabilità, a solo e con il passeggero a bordo.
Quattro diverse livree monocromatiche metallizzate e tre in colori pastello, poi, soddisfano anche i più esigenti in termini di look e, per personalizzare lo scooter secondo le più diverse esigenze d'utilizzo, c’è una vasta gamma d’accessori optional dedicati.

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Un veicolo alternativo allo scooter urbano classico e alla moto; così voleva essere alla nascita lo Scarabeo per patentati e così è rimasto in questa nuova versione. Il design un po’ retrò e un po’ yankee bike, con uno scudo poco esteso e un manubrio dominato da un motociclistico faro tondo, con fianchetti sottosella e parafango posteriore ampio e avvolgente come quello di una cruiser a stelle e strisce, sono connotati assolutamente distintivi rimasti inalterati, che piacciono ancora molto, per l’apparente sobrietà e per il disimpegnato carattere che donano allo scooter.





Di qualità elevata e sostanzialmente immutato, è anche l’allestimento: le parti di plastica della carrozzeria sono composte da pochi e ben accostati elementi che, le brillanti vernici, esaltano nell’elegante continuità delle forme. In quest’ambito, differenze tecnico/estetiche significative tra lo Scarabeo 200 e gli “altri”, comunque, ci sono e riguardano la fascia interna dello scudo in porosa plastica antigraffio anziché verniciata, l’originale sella a due piani in diversi accostamenti di colore e il bauletto che, su questo nuovo modello, è in tinta con la carrozzeria ed ha il poggiasciena imbottito.





Dietro al potente faro e allo piccolo parabrezza, c’è un ponte di comando di stampo motociclistico, con un cruscotto ampio e completo nelle informazioni (c’è anche l’orologio digitale) dove, soltanto la scelta d’inserire le spie degli indicatori di direzione in elementi separati (indicatore livello benzina e temperatura) non convince per facilità di visualizzazione. Da supertouring d’alto rango e decisamente efficienti, invece, sono i comandi elettrici e a leva integrati, che magistralmente completano la carenatura del manubrio e danno a questa zona dello Scarabeo 200 una connotazione motociclistica.

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Il telaio del motoscooter 200 Aprilia, nelle caratteristiche generali a monotrave sdoppiato a culla in tubi e piastre d’acciaio ad alta resistenza, è identico a quello dei modelli 125 e 150 ma, per adeguarlo alle maggiori prestazioni del nuovo propulsore e per aumentare la rigidità della struttura e la guidabilità dello scooter, è completamente ridisegnato.
Lo testimonia l’inedita geometria di sterzo che, con inclinazione del cannotto passata a 26°5 e avancorsa aumentata di 10 mm, ha portato a un incremento dell’interasse dello Scarabeo, da 1387 a 1400 mm.





Il reparto sospensioni, invece, non rivela importanti modifiche. La motociclistica forcella teleidraulica, con steli da 35 mm e 110 mm d’escursione, è invariata, mentre la sospensione posteriore, con motore oscillante (110 mm d’escursione ruota) ancorato al telaio tramite una bielletta a doppia articolazione su cuscinetti radenti e silent-block antivibrazioni, ha un ammortizzatore idraulico a doppio effetto con diverso precarico.
Le ruote, sono con ben disegnati cerchi in lega leggera da 16” e le coperture, identiche a quelle degli Scarabeo 125/150 nella generosa sezione (110/80-16 ant. e 130/80-16 post.), per enfatizzare la fluidità di comportamento dello scooter, hanno un diverso profilo.





Immutato e sempre all’altezza del prestigio del veicolo, è il sistema frenante a disco su entrambe le ruote; da 260 mm con pinza a doppio pistoncino parallelo anteriore e da 220 mm con pinza a doppio pistoncino contrapposto posteriore.

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Per ottenere l’incremento di potenza del 15% e l’aumento di circa 10 km/h di velocità promessi con lo Scarabeo 200, gli interventi sul propulsore monocilindrico orizzontale a quattro tempi, con raffreddamento a liquido e ampio radiatore curvo con elettroventola posizionato dietro la ruota anteriore, sono ben più profondi di quanto l’aumento di cilindrata di soli 25,7 cc lascia presupporre.
La crescita della cilindrata decisa dai progettisti Aprilia, infatti, non deriva da una “semplice” maggiorazione dell’alesaggio (62 mm) ma, bensì, dall'aumento della corsa del pistone da 50 mm a 58,4 mm. Un fatto, che ha richiesto la completa riprogettazione dell’albero motore e che identifica il 4T dello Scarabeo 200 come un propulsore deltutto nuovo.





La testa, nel profilo della camera di scoppio è immutata ma, per ottimizzare le prestazioni, la distribuzione a quattro valvole, ha un diverso albero a camme e il tubo di scarico, con rinnovato silenziatore a tre camere interne in acciaio inox, è ridisegnato.
L’accensione elettronica e l’avviamento elettrico, invece, sono gli stessi del motore precedente, mentre, per migliorare la prontezza d’accensione del propulsore e per non sottoporre la batteria a un assorbimento d’energia eccessivo, il generatore di corrente ha una diversa “curva di potenza” e più elevata a basso numero di giri.





Il carburatore Keihin CVK26, con diffusore da 25 mm, ovviamente, in conseguenza delle nuove esigenze d’alimentazione del motore, è stato rivisto nella taratura e la trasmissione a cinghia ventilata, con variatore di velocità automatico e frizione centrifuga, ha una rapportatura adeguata alle maggiori performance espresse dal propulsore.

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L’ottima accoglienza riservata a pilota e passeggero, è una delle caratteristiche che ha reso celebre l’Aprila Scarabeo e il 200, la conferma.
A bordo dello Scarabeo, regolata la sella in rapporto alla propria statura, avanzando o arretrando il cuscino del passeggero su tre posizioni, piloti d’ogni taglia stanno davvero comodi





La sella ampia e consistente nell’imbottitura, l’elevato spazio offerto alle gambe all’interno dello scudo ed un manubrio centrato nel disegno, infatti, assicurano una posizione di guida molto confortevole, con il busto quasi eretto e le braccia angolate da permettere l’intuitiva manovra dello sterzo. In poche parole, sullo Scarabeo si può stare parecchie ore in sella e godersi, senza nessun sacrificio, il gusto della guida.
Quasi regale, poi, risulta la posizione riservata al passeggero che, grazie all’ampia sella con profilo antiscivolo in frenata e al comodo poggiaschiena sul bauletto, grazie a ampie pedane estraibili e lontane dal piano di seduta, sullo Scarabeo stà come un pascià e può godersi la vista delle vetrine o il panorama come a bordo di una limousine.





Un po’ di delusione ma, non tanto da far gridare allo scandalo, invece, lo Scarabeo riserva in tema di trasporto e custodia d’oggetti vari. Nel vano dietro allo scudo, c’è spazio soltanto per piccoli oggetti e il gancio appendiborsa, non garantisce un ancoraggio sicuro al 100%. Sotto al sellone, poi, il serbatoio da 9,5 litri occupa tutto lo spazio disponibile e, per la custodia del casco o altri oggetti, non rimane altro che l'abbastanza ampio bauletto (di serie). Per la sosta, infine, lo Scarabeo 200, di serie è provvisto anche della stampella laterale ma, purtroppo a ritorno automatico e come il cavalletto centrale, scomoda d’azionare perchè "coperta" dalla pedana passeggero.

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La diversa personalità dello Scarabeo 200 dagli altri scooter, nella guida è subito evidente e per accorgersi della sua “buona” verve motociclistica, basta percorrere pochi metri. La “consistenza” dello sterzo, già al primo contatto, appare più simile ad una moto leggera che ad uno scooter. Il nuovo telaio, infatti, in tema d’agilità e scooteristica maneggevolezza a bassa velocità, in questo senso non ha portato gran vantaggio e lo Scarabeo 200, rimane un veicolo da guidare con energia motociclistica. Un fatto, compensato con gli interessi, da una sicurezza di marcia sconosciuta ai diretti avversari ed eccellente in ogni situazione d’utilizzo.





La tendenza dello sterzo a “chiudere” nelle svolte più strette, nel nuovo Scarabeo,è praticamente scomparsa e in città, la sicurezza d’azione che trasmette nella guida, permette a tutti gran gaudio nell’utilizzo quotidiano e di sfruttare subito a fondo le “pepate” prestazioni che il motore esprime nell’accelerazione da fermo e nella ripresa da media velocità. Nell’ingresso curva e nei cambi di direzione, il “motoscooter” Aprilia, non è “fulmineo”, ma è fluido e progressivo nello scendere in piega e nel recupero della posizione e consente di marciare sempre veloci, con poco impegno fisico e ottima precisione direzionale; a solo e con il passeggero a bordo.





In sintesi, un appagante comportamento che, con il sostegno d'efficienti sospensioni a lunga escursione e di motociclistiche ruote da 16”, lo Scarabeo 200 conserva inalterato anche su asfalto sconnesso affrontato a tutto gas (145 km/h indicati) e che su strade tortuose, si traduce in soddisfazioni di guida da gran scooter GT.

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Motore: a 4 tempi, monocilindrico orizzontale, raffreddamento a liquido, alesaggio e corsa 62x58,4 mm, cilindrata 176,3 cc, rapporto di compressione 11,2:1; forzata a carter umido con pompa trocoidale. Alimentazione: carburatore Keihin CVK 26 con diffusore da 25 mm; capacità serbatoio 9,5 litri di cui 2 di riserva. Accensione elettronica digitale, 1 candela. Avviamento elettrico.
Trasmissione: a cinghia trapezioidale; frizione automatica centrifuga; variatore continuo di velocità.
Ciclistica: monotrave sdoppiato a doppia culla in tubi d’acciaio ad alta resistenza, inclinazione asse di sterzo 26°5, avancorsa n.d. Sospensione anteriore: forcella teleidraulica con steli da 35 mm, escursione110 mm; sospensione posteriore: a motore oscillante con ammortizzatore idraulico a doppio effetto regolabile nel precarico molla, escursione 110 mm. Ruote: anteriore tubeless in lega leggera, pneumatico radiale 110/80-16”; posteriore tubeless in lega leggera, pneumatico radiale 130/80-16”. Freni: anteriore a disco da 260 mm, pinze a 2 pistoncini paralleli; posteriore a disco da 220 mm, pinza a doppio pistoncino contrapposto.
Dimensioni e peso: interasse 1400 mm, lunghezza 2028 mm, larghezza 680 mm, altezza sella 800 mm. Peso a secco 140 kg.
Prestazioni: potenza n.d., coppia n.d..
Omologazione Euro-1: si’

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