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Kawasaki Vulcan 1500 Mean Streak

il 26/07/2001 in Moto & Scooter

In prima visione su Motonline anche la nuova ammiraglia delle cruiser Kawasaki. Più potente e slanciata delle altre Vulcan, mira alla Harley V-Rod

Kawasaki Vulcan 1500 Mean Streak


di Luigi Rivola




Vulcan è il nome che la Kawasaki ha imposto ai suoi modelli cruiser fin dal 1985. “Vulcan” è un nome composto da due sillabe molto incisive, quasi esplosive come il suo significato, e la Kawasaki lo ha registrato come marchio, avendone constatato la presa sul pubblico.

Se nel corso degli anni il nome è rimasto lo stesso per tutte le cruiser della casa di Akashi, i modelli da esso identificati si sono evoluti nel tempo, crescendo di cilindrata, evolvendosi nella linea e offrendo prestazioni sempre più allettanti, grazie anche ad un progresso tecnico costante – a prescindere dalla linea tendenzialmente retrò – che ha portato anche all’adozione dell’alimentazione ad iniezione elettronica.





Il risultato di questa continua evoluzione è nelle foto che vi proponiamo in anteprima e che ritraggono la Vulcan 1500 Mean Streak, l’ammiraglia della flotta cruiser che la Kawasaki ha preparato per il 2002.

Lo styling rende incerta la collocazione: è una cruiser? No, è troppo sportiva per identificarsi come tale; È una streetfighter? Nemmeno: non è sufficientemente cattiva per poter essere accettata nella famiglia. Forse vale la pena di inventare; ad esempio, che ne direste di Café fighter?




La cosa certa è che, almeno dal punto di vista estetico, si pone in concorrenza con la nuova Harley Davidson V-Rod, puntando ad un’aggressiva sportività all’americana, con la speranza che riesca ad affascinare anche noi europei.

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Per realizzare la Vulcan 1500 Mean Streak, la Kawasaki ha preso come base la collaudata Vulcan 1500 e l’ha semplicemente stravolta con un congruo numero di modifiche, volte soprattutto al miglioramento delle prestazioni, in linea con l’impronta esplicitamente sportiva.

Dal punto di vista estetico, si notano l’aerodinamico serbatoio a goccia e i minuscoli (relativamente alle dimensioni della moto) parafanghi. Si apprezzano le leve della frizione e del freno anteriore regolabili su cinque posizioni ed alcune finezze come lo spegnimento automatico degli indicatori di direzione e la spia della riserva del carburante.





Il motore bicilindrico a V longitudinale monoalbero raffreddato a liquido è stato potenziato (l’incremento è di circa il 10%) mediante l’adozione di valvole di aspirazione e di scarico maggiorate, nuove teste , pistoni e alberi a camme ridisegnati, infine aumentando il diametro (40 mm) dei corpi farfallati dell’iniezione. Anche il cambio è stato modificato nei rapporti per meglio rispondere alle caratteristiche più sportive del motore.

Numerosi i cambiamenti operati anche sulla parte ciclistica, iniziando dal telaio, la cui geometria è stata completamente rivista per migliorare la stabilità e anche la maneggevolezza.




Un tocco di ulteriore sportività viene dalla forcella upside-down con steli di 43 mm di diametro e dagli ammortizzatori posteriori oleopneumatici con quattro possibilità di registrazione idraulica in estensione. L’impianto frenante è surdimensionato: anteriormente troviamo due dischi di 320 mm di diametro con pinze a sei pistoncini prese dalla ZX-9R; posteriormente un disco di 300 m con pinza a due pistoncini contrapposti. Le ruote hanno cerchi pressofusi in alluminio di 17” con pneumatici radiali di larga sezione.

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Kawasaki Vulcan 1500 Mean Streak
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