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Aprilia RST 1000 Futura contro Ducati ST4
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Le sportive da viaggio made in Italy, sono sempre più numerose ed abbiamo messo a confronto la “new entry” Aprilia RST 1000 Futura e la “veterana” di successo Ducati ST4: hanno gran fascino e prestanti motori V2, superano i 250 km/h indicati e divertono m
di Eliano Riva, foto Alex Photo
Il palcoscenico delle sport touring, da quest’anno è sempre più made in italy; con l’entrata in scena dell’Aprilia anche in questo settore, caratterizzato da una vasta platea di pubblico e da una gran libertà d’interpretazione progettuale, infatti, l’onore e l’onere, di tenere alto il vessillo tricolore, non è più soltanto a carico della Ducati.
La vocazione sportiva e la comprovata fantasia dai nostri progettisti, del resto, non potevano trovare che terreno fertile in un filone motociclistico dove, le performance per divertirsi in una “sparata” su un bel percorso guidato, devono essere coniugate alla possibilità d’intraprendere escursioni turistiche d’elevata qualità a solo e in coppia.
Per evidenziare, come le “nostre” sport touring, attraverso un ottimo bilanciamento di caratteristiche tecniche raffinate ed assai diverse, riescono a raggiungere lo scopo, abbiamo messo a confronto la new entry del settore, l’Aprilia RST 1000 Futura ed una “veterana” di successo come la Ducati ST4.
Una coppia di “ragazze terribili” che, caratterizzata da evoluti propulsori bicilindrici a “V” da oltre 100 CV di potenza e da ciclistiche raffinate, da un design distintivo e da un allestimento d’elevata qualità, ad un prezzo quasi coincidente, di 23.050.000 lire per l’Aprilia Futura e di 23.123.000 lire per la Ducati ST4, soddisfano alla grande le più diverse esigenze motociclistiche di una vasta platea d’utenti.
Il tutto, “condito” con una centrata dotazione d’accessori optional dedicati, come le borse laterali, che consente di personalizzare al meglio e con facilità le moto secondo le necessità d’utilizzo.
Per evidenziare, come le “nostre” sport touring, attraverso un ottimo bilanciamento di caratteristiche tecniche raffinate ed assai diverse, riescono a raggiungere lo scopo, abbiamo messo a confronto la new entry del settore, l’Aprilia RST 1000 Futura ed una “veterana” di successo come la Ducati ST4.
Una coppia di “ragazze terribili” che, caratterizzata da evoluti propulsori bicilindrici a “V” da oltre 100 CV di potenza e da ciclistiche raffinate, da un design distintivo e da un allestimento d’elevata qualità, ad un prezzo quasi coincidente, di 23.050.000 lire per l’Aprilia Futura e di 23.123.000 lire per la Ducati ST4, soddisfano alla grande le più diverse esigenze motociclistiche di una vasta platea d’utenti.
Il tutto, “condito” con una centrata dotazione d’accessori optional dedicati, come le borse laterali, che consente di personalizzare al meglio e con facilità le moto secondo le necessità d’utilizzo.
Descrizione
Facilmente distinguibili nel “branco”, la Futura e la ST4 dichiarano d’essere alternative l’una all’altra già al primo impatto visivo dove, la diversa personalità, emerge a caratteri cubitali rendendole, in un panorama motociclistico di settore un po’ “troppo omologato”, assolutamente uniche.
Rievocando il nome della raffinata 125 che nei primi anni novanta ha rivoluzionato il concetto di moto sportiva di piccola cilindrata, la Futura, nel design rimarca il premiato spirito innovativo che ha sempre contraddistinto la produzione Aprilia. Le linee tese e spigolose come la punta di una lancia pronta a colpire, la carenatura sigillata ed il cupolino spiovente e affusolato che, come la bocca di un cibernetico squalo, sembrano voler inghiottire la strada ed un gruppo codone/sella, tanto importante nelle dimensioni da richiamare l’attenzione dell’osservatore come nessun’altra riesce a fare, danno infatti alla Futura un aspetto assolutamente fuori del coro, da supermoto del nuovo millennio e nuovo punto di riferimento della categoria.
La ST4, invece, nata nel ‘98 e costantemente evoluta nel tempo, sotto il profilo estetico, giustamente, “punta tutto” sulla familiarità e la schiettezza sportiva che ha reso celebri nel mondo le bicilindriche di Borgo Panigale. I connotati della ST4, infatti, sono da Ducati DOC, con un profilo caratterizzato da linee svelte ed essenziali, con un volume delle varie parti della carrozzeria piuttosto contenuto, da sportiva vera, che il tondeggiante design del cupolino con indicatori di direzione incorporati, mitiga quel tanto che basta per renderne l’aspetto un po’ più amichevole del solito.
Allestimento
Nell’allestimento, la Futura e la ST4, manifestano apertamente la diversità d’approccio al tema.
La dotazione della Futura, è più ricercata e di stampo super touring. La plancia, offre un cruscotto ampio, con illuminazione azzurra regolabile nell’intensità ed una miriade di ben visibili informazioni, che comprendono anche i litri di carburante disponibile e la temperatura ambientale.
Furbo, ma di realizzazione un pò ciclomotoristica, l’inserimento della serratura per la sella sul lato sinistro del cruscotto. Migliorabili nella visuale, invece, sono gli specchi retrovisori, mentre gli inediti blocchetti elettrici e le leve regolabili nella distanza dalla manopola sono intuitivi ed efficienti. A sottolineare l’attenzione profusa nella realizzazione della moto, poi, c’è un tappo carburante leggermente decentrato sulla destra, che facilita il pieno riempimento del serbatoio con la moto appoggiata sulla stampella laterale.
Seguendo la tradizione di famiglia, la ST4, nella confezione è definibile come una sportiva “addomesticata”. Al centro del ben rifinito cupolino, con retrovisori ottimi nella visuale e con sostegni autocentranti, c’è un quadro strumenti di stampo Ducati racing, con l’aggiunta di un pannello a cristalli liquidi che segnala l’orario, il livello carburante e la temperatura del liquido refrigerante. Sui semimanubri, ci sono i ben conosciuti, compatti ed efficienti blocchetti elettrici delle Ducati più sportive, ma manca la regolazione nella distanza per le leve. Geniale e molto pratica, infine, la maniglia a scomparsa automatica che agevola il pilota nel sollevare la moto sul cavalletto centrale.
Tecnica: la ciclistica
Il telaio della Futura, è uno splendido doppio trave in alluminio di disegno analogo a quello della RSV 1000. Per adattarlo al diverso tipo d’impiego, il cannotto è più lungo di 4 mm, l’inclinazione dell’asse di sterzo è cresciuta a 26° e, per assicurare alla moto la massima stabilità di marcia, l’interasse è salito da quota 1415 a 1435 mm. La forcella è una Showa upside-down con steli da 43 mm regolabile nel precarico molla e nel freno idraulico in estensione, mentre la sospensione posteriore è di tipo progressivo, con ammortizzatore Sachs registrabile nell’idraulica in estensione e nel precarico tramite una comoda manopola esterna.
Per facilitare l’alloggio delle motovaligie, è stato adottato il forcellone monobraccio. Le ruote in lega leggera, come per la Ducati ST4, sono entrambe da 17” ma, rispetto alla rivale, le coperture di primo equipaggiamento della Futura sono d’indirizzo più sportivo (Michelin Pilot Sport).
La spina dorsale della ST4, è il celebre telaio a traliccio in tubi tondi d’acciaio delle racing Ducati ma, per caricare meglio l’avantreno, ha un interasse più lungo di 20 mm ed il motore in posizione leggermente più avanzata e rispetto alla rivale, l’inclinazione del cannotto è decisamente più sportiva (24°). Le sospensioni della ST4, come per la Futura, sono di marca Showa l’anteriore e Sachs la posteriore, ma sono più ricercate e di tipo ultraregolabile. L’impianto frenante, infine, è dell’italiana Brembo su entrambe le moto, con pinze anteriori a quattro pistoncini e con doppio pistoncino posteriore ma, la Ducati, con dischi flottanti anteriori di maggior diametro (320 mm contro 300 mm) e con pompe idrauliche con serbatoio decentrato, ha connotati maggiormente racing.
Tecnica: il motore
Il cuore bicilindrico a V delle sfidanti, deriva direttamente da quello dei modelli racing delle rispettive case.
Il V2 Aprilia, nei dati dichiarati, dispone di 113 CV a 9250 giri e di 9,8 kgm di coppia a quota 7250. Lo schema tecnico generale, bicilindrico a V di 60°, con distribuzione a doppio albero a camme in testa e quattro valvole per cilindro, con i brevettati sistemi di bilanciamento a doppio albero ADVC antivibrazioni e antisaltellamento PPC sulla frizione, con il cambio a sei rapporti e il circuito di lubrificazione a carter secco, è identico a quello della RSV 1000 ma, per rendere il propulsore idoneo ad un utilizzo turistico/sportivo, è stato rivisto in numerose parti. Le testate hanno condotti d’aspirazione ridisegnati. L’alimentazione ad iniezione indiretta, ha sempre corpi sfarfallati da 51 mm ma con nuovi iniettori, mentre l’inedita centralina elettronica Sagem, grazie ad una mappatura differenziata dei cilindri e ad un maggior afflusso di dati (posizione albero motore e distinzione tra fase di rilascio e accelerazione), permette un’erogazione più fluida sin dai bassi regimi.
Comfort e funzionalità
Le dimensioni importanti della Futura promettono un ottimo comfort e la maxi Aprilia non tradisce le attese. Il pilota siede impugnando un manubrio moderatamente largo e abbastanza rialzato, con le gambe poco contratte da pedane centrali e distanti dal piano sella e con il busto leggermente inclinato in avanti: in sintesi, quanto di meglio si può desiderare per sentirsi subito a proprio agio, per governare bene la moto in qualsiasi situazione di guida e per viaggiare comodi. Al passeggero, la Futura, offre la miglior posizione in sella della categoria; le maniglie d’ancoraggio sono comode, le pedane non impongono gran sacrificio alle gambe e la sella, ampia e ben imbottita, ha un rialzo che impedisce di scivolare in avanti in frenata.
Il codice genetico sportivo DOC delle Ducati, sulla ST4, invece, dice “sì” al turismo, ma senza esagerare. La ST4, infatti, sembra fatta su misura per quanti, pur amando con tutto il cuore la moto sportiva al 100%, non vogliono, oppure non possono rinunciare alla gita o alla vacanza in coppia. In sella alla ST4, in termini d’emozione suscitata ed ergonomia, si trova tutto quello che si può desiderare su una sportiva stradale. I semimanubri, per altezza, larghezza e inclinazione, sono perfetti per non stancare subito ed offrire un gran controllo della moto nell’arrembante guida “veloce”. La sella ed i fianchi snelli, permettono un pieno contatto con la moto e le pedane, non troppo alte, non affaticano le gambe e facilitano il “balletto” in punta di piedi tipico della guida sportiva. Il tutto, con una bella sorpresa per il passeggero che, nonostante la compattezza della moto, trova un posto in sella tutt’altro che disprezzabile anche per percorrenze chilometriche consistenti.
Su strada
Nella guida, le sport touring made in italy, consentono di saggiare in profondità, tutte le emozioni che il motociclismo stradale può dare.
Caratterizzate da un comportamento che privilegia la stabilità, piuttosto che la maneggevolezza e la rapidità nell’inserimento in curva, sono moto che si lasciano condurre con disinvoltura anche da piloti poco esperti, sia nel turismo veloce, sia nella guida sportiveggiante, dove, la precisione in frenata, la sicurezza direzionale dell’avantreno e l’intuitività nell’accelerazione, permettono molto divertimento. La brillante personalità dei propulsori, espressa ai medi e alti regimi, poi, fa il resto e con la Futura e la ST4, anche lo smanettone “pentito”, può togliersi parecchie soddisfazioni.
Nel turismo da gita mordi e fuggi o da vacanza lunga, sono moto poco affaticanti e, grazie alla progressività d’azione nello scendere in piega e nei cambi d’inclinazione, permettono d’assaporare in pieno lo stretto contatto con la natura che soltanto la moto sa dare. In questo tipo d’utilizzo, è l’Aprilia ad emergere che, grazie alla posizione di guida più rialzata e alla notevole abitabilità, grazie al miglior isolamento dal vento della corsa e dal calore del motore, con un assetto non influenzato dalla presenza delle borse, domina la partita.
La rivincita, con gli “interessi”, Ducati se la prende nella guida sportiva d’attacco ed in particolare dove le strade sono tutte curve, quando il più potente V2 Aprilia, in termini d’efficacia complessiva e soddisfazione, non basta per superare il perfetto connubio guidabilità/performance motore offerto dalla ST4 e che permette, con un sempre esaltante rombo d’aspirazione e scarico, di duellare anche con moto d’ambizione racing.
Dati tecnici Aprilia
Motore: a 4 tempi, bicilindrico a V di 60°, raffreddamento a liquido, alesaggio e corsa 97X67,5 mm, cilindrata 997 cc, rapporto di compressione 11,4:1; distribuzione bialbero a camme in testa, 4 valvole per cilindro; lubrificazione forzata a carter secco. Alimentazione: a iniezione elettronica Sagem con corpi farfallati da 51 mm; capacita’ serbatoio 21 litri di cui 5 di riserva. Accensione elettronica digitale, 2 candela per cilindro. Avviamento elettrico.
Trasmissione: primaria a ingranaggi; frizione multidisco in bagno d’olio, comando idraulico; cambio a 6 marce; finale a catena.
Ciclistica: telaio a doppio trave diagonale in alluminio, inclinazione asse di sterzo 26°, avancorsa 102 mm. Sospensione anteriore: forcella rovesciata da 43 mm regolabile nel precarico molla e nel freno idraulico in estensione, escursione 120 mm; sospensione posteriore: progressiva con forcellone monobraccio in alluminio e ammortizzatore oleopnumatico regolabile nel precarico molla e nel freno idraulico in estensione, escursione 120 mm. Ruote: anteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 120/70-17”; posteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 180/55-17”. Freni: anteriore a doppio disco flottante da 300 mm, pinze a 4 pistoncini contrappostii; posteriore a disco da 255 mm, pinza a 2 pistoncini paralleli.
Dimensioni e peso: interasse 1435 mm, lunghezza 2170 mm, larghezza n.d., altezza sella 820 mm. Peso a secco 210 kg.
Prestazioni: potenza 113 CV (83 kw) a 9250 giri., coppia 9,8 kgm (96 Nm) a 7250 giri.
Omologazione Euro-1: si’
Dati tecnici Ducati
Motore: a 4 tempi, bicilindrico a L di 90°, raffreddamento a liquido, alesaggio e corsa 94X66 mm, cilindrata 916 cc, rapporto di compressione 11:1; distribuzione desmodromica, 4 valvole per cilindro; lubrificazione forzata a carter umido. Alimentazione: a iniezione elettronica Marelli con corpi farfallati da 50 mm; capacita’ serbatoio 21 litri di cui 6 di riserva. Accensione elettronica digitale, 1 candela per cilindro. Avviamento elettrico.
Trasmissione: primaria a ingranaggi; frizione multidisco a secco, comando idraulico; cambio a 6 marce; finale a catena.
Ciclistica: telaio a traliccio in tubi d’acciaio, inclinazione asse di sterzo 24°, avancorsa 102 mm. Sospensione anteriore: forcella rovesciata da 43 mm ultraregolabile, escursione 130 mm; sospensione posteriore: progressiva con ammortizzatore oleopnumatico ultraregolabile, escursione 148 mm. Ruote: anteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 120/70-17”; posteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 170/60-17”. Freni: anteriore a doppio disco flottante da 320 mm, pinze a 4 pistoncini contrappostii; posteriore a disco da 245 mm, pinza a 2 pistoncini contrapposti.
Dimensioni e peso: interasse 1430 mm, lunghezza 2070 mm, larghezza n.d., altezza sella 820 mm. Peso a secco 215 kg.
Prestazioni: potenza 105 CV (79 kw) a 9000 giri., coppia 9 kgm (89 Nm) a 7500 giri.
Omologazione Euro-1: si’
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