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Moto nel cinema: Erin Brockovich

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E’ più forte della verità, fidanzata con un vero motociclista e determinata a mettere in ginocchio un colosso americano. Una Julia Roberts da Oscar nell’avvincente dramma giudiziario diretto da Steven Soderbergh

La sceneggiatura è ispirata ad un caso giudiziario fine anni Ottanta. La vera Erin Brockovich appare nel film in un cameo: è la cameriera che serve la Roberts nelle prime scene della pellicola.
© Universal Studios
E’ più forte della verità, fidanzata con un vero motociclista e determinata a mettere in ginocchio un colosso americano. Una Julia Roberts da Oscar nell’avvincente dramma giudiziario diretto da Steven Soderbergh


di Roberto Pellegrino

– Se vi è antipatica l’ex Pretty Woman, allora è l’occasione giusta per cambiare idea: in Erin Brockovich – film ispirato ad un vero caso giudiziario che scosse l’America nei primi anni Novanta - Julia Roberts dimostra di avere un grande talento, oltre a uno splendido corpo: è perfetta, infatti, nei panni di una donna tanto eccentrica quanto adorabile, mossa da un profondo senso della giustizia e alle prese con i problemi reali della quotidianità, come la mancanza di soldi, tre figli da crescere e un marito in fuga.



– Due volte divorziata, madre di tre bambini, senza un lavoro e con una montagna di bollette da pagare, Erin Brockovich (Julia Roberts), è una ex reginetta di bellezza che non si rassegna ad esibire minigonne vertiginose e un reggiseno di nuova concezione.
Quando, dopo un colloquio di lavoro, viene travolta in macchina da un ricco medico che, meglio difeso in tribunale, le disintegra le sue legittime speranze di ottenere un risarcimento, Erin inizia a maturare un incontenibile sentimento di riscatto.
Prima costringe Ed Masry (Albert Finney), l’avvocato di periferia che l’ha difesa senza successo, a darle un posto come segretaria, poi, dopo aver scoperto che dietro agli acquisti immobiliari del colosso PG & E Co. (l’Enel versione americana), viene maldestramente celata la terribile contaminazione della falda acquifera della cittadina di Hinkley, Erin parte in quarta decisa a inchiodare davanti al giudice i responsabili della multinazionale, rea di aver distribuito con generosità leucemia e cancro agli abitanti della zona. E mentre Erin/Julia prepara il terreno al risarcimento record di 333 milioni di dollari (oltre 600 miliardi di lire!), tra una pausa e l’altra dell’infuocata battaglia legale, scivola tra le possenti braccia di George (Aaron Eckhart), l’harleysta dal gran cuore, combattutto dalla voglia di correre in sella alla sua H.D. Softail per l'assolato deserto del Mojave e dal desiderio di mettere radici con quella splendida donna e i suoi tre bambini.






– “Che cosa è” – chiede la voce innocente e curiosa della bambina. “E’ una Harley Davidson, la moto più bestiale che abbiano mai fatto”, risponde il barbuto centauro con due scintille negli occhi, prima che Erin/Julia lanci il monito ai figli: “ Se vedo uno solo di voi due andarci vicino, vi rintrono di schiaffi”.
Non è proprio una dichiarazione di amore per questa Harley Davidson Softail Heritage Classic, la moto che meglio incarna il legame sanguigno tra libertà e avventura. Monta un bicilindrico di 1339 cc che eroga 56 CV, caratterizzato dal raffreddamento ad aria e dalla distribuzione a 2 valvole per cilindro azionate da aste e bilancieri con punterie idrauliche. Percorre 55 miglia (circa 88 km)con un gallone (3,8 l), fa segnare una velocità max di 153 km/h e pesa 316 kg. Ha il tipico serbatoio a goccia, una profusione di cromature e gli scarichi allineati longitudinalmente sul lato destro, le borse di cuoio nero, e lo schienale per il passeggero (“sissy-bar”), di tipico stile custom.

– In America li chiamano “rainmakers” e sono i furbissimi avvocati che fanno piovere soldi sui loro clienti vittime di soprusi perpetrati da colossi industriali (vedi vertenza Firestone-Ford sui pneumatici difettosi). Ma questa volta Erin/Julia non si identifica nell’avvocato-eroe che combatte contro il Golia di turno: lei è una semplice segreteria, a digiuno di codici penali e allergica alla diplomazia. Nutre, infatti, la stessa diffidenza della gente comune verso gli avvocati.Ed è proprio questa qualità che la rende assolutamente straordinaria e credibile al pubblico.
La locandina di Erin Brockovich: Julia Roberts ha vinto l'Oscar come miglior attrice. © Universal Studios
La Harley Davidson Heritage Softail Classic cavalcata da George, il fidanzato di Erin/Julia Roberts. E' la moto della Casa di Milwakee che meglio incarna lo spirito di avventura dei biker americani
La sceneggiatura è ispirata ad un caso giudiziario fine anni Ottanta. La vera Erin Brockovich appare nel film in un cameo: è la cameriera che serve la Roberts nelle prime scene della pellicola.
© Universal Studios

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