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Honda Jazz ES-ABS

il 27/03/2001 in Moto & Scooter

Uno scooter medio nella cilindrata, ma maxi nelle aspirazioni. Buone prestazioni, ottimo feeling, comfort curato e un'attenzione particolare alla sicurezza attiva

Honda Jazz ES-ABS


di Alberto Dell'Orto, foto Giuseppe Gori





Il segmento degli scooteroni l’ha inventato proprio la Honda con la proposizione, nel 1986, del CN250, importato nel nostro Paese a partire dal 1988 e impostosi come dominatore del settore per anni. Poi, nel 1997, è apparso il Foresight, che ha costituito un salto di qualità verso un gradino più alto in fatto di finiture, tecnologia a sfruttabilità, con particolare cura alla protezione aerodinamica e alla capacità di carico.
Da questo bagaglio di esperienza la Honda ha tratto spunto per definire il nuovo Jazz (da noi provato nella versione ES-ABS), uno scooter completamente nuovo che riprende le linee del ramo sportivo della Casa, e che ha preso le già brillanti caratteristiche del predecessore come base di partenza.






Uno scooter, insomma, pensato per l’utilizzo quotidiano nel traffico delle grandi città quanto per l’impiego in coppia in rilassanti gite, che possono anche trasformarsi in veri e propri viaggi anche di centinaia di chilometri. Per questo è stata posta una cura particolare nella definizione delle caratteristiche di penetrazione, protettività e silenziosità dello scudo anteriore. Per questo (nonché per una voluta somiglianza con la CBR600F) l’illuminazione è stata curata con l’adozione del doppio faro Multi-Reflector. Per questo il sellone a due piani è studiato secondo i migliori canoni dell’ergonomia. Per questo il gruppo ottico posteriore è di grandi dimensioni, e ricorda molto quelli montati sulla stupefacente “cugina” a quattro ruote, la S2000.






Già nelle vetrine dei concessionari, il Jazz è proposto al prezzo di listino di 11.495.000 lire ed è disponibile in quattro colori (argento metallizzato, rosso vivo, blu scuro metallizzato, nero). Con un milione in più è disponibile la “nostra” versione, dotata di frenata combinata e antibloccaggio, ma proposto nella sola colorazione argento.






Il propulsore è un moderno monocilindrico raffreddato a liquido, con distribuzione monoalbero a due valvole. Semplice e razionale senza rinunciare alla sostanza e a un affidabilità a tutta prova, rispetto alla versione montata sul Foresight questo motore ha subito numerose modifiche, che riguardano il disegno del condotto di aspirazione e la forma della camera di combustione, allo scopo migliorare la coppia ai bassi regimi. Grazie alla diversa curva di erogazione è stato adottato un variatore speciale, che emula il funzionamento di un cambio a tre rapporti.
Sul fronte della lotta alle emissioni, significativo è l’impiego di una pompa a lamelle che inietta aria nel condotto di scarico per procedere alla post-combustione degli idrocarburi passati indenni dalla camera di scoppio.






Un altro dispositivo utile soprattutto in città per ridurre inquinamento e consumi è il sistema Auto Idle Stop, che spegne il motore (mantenendolo in “stand-by”) dopo una permanenza al minimo di 3 secondi, se il motore è già in temperatura di esercizio ed è stato preventivamente superata la velocità di 10 km/h. La semplice, successiva rotazione della manopola dell’acceleratore comanda il riavviamento. Se però il pilota scende di sella per oltre tre minuti, il sistema provvede a disattivare tutto l’impianto elettrico.




Il sistema frenante dell’ES-ABS è dotato di un interazione che permette di frenare utilizzando la leva destra (che comanda i pistoncini 1 e 3 della pinza anteriore) o la leva sinistra (freno posteriore e pistoncino centrale anteriore), per frenate sempre sicure che scongiurino scompensi di assetto e indesiderati bloccaggi anteriori. L’impianto è completato da un evoluto sistema ABS dotato di due sensori di rotazione (uno per ruota) e una pompa che mantiene la corretta pressione in ogni ramo dell’impianto, completato da valvole unidirezionali che permettono alla centralina di gestire diminuzione, mantenimento e aumento della pressione del fluido, valutando la situazione sei volte al secondo.






L’impostazione in sella è tipica del settore e si fa subito notare per naturalità e comfort. La posizione per i più alti può però risultare un poco “incassata” a causa dell’angolazione assunta dalle gambe. Decisamente apprezzabile la porzione di sella prevista per il passeggero, che gode anche di comode pedane ripiegabili di tipo motociclistico. Poco pratico però il maniglione sagomato, dai profili troppo sottili.
L’aerodinamica appare ben studiata: lo schermo parabrezza protegge bene fino alle spalle, senza inviare sul casco vortici e turbolenze. Le vibrazioni sono sempre di tasso molto basso, e non danno fastidio nemmeno dopo molti chilometri.






Lo sfruttamento dei volumi disponibili per la realizzazione di vani portaoggetti difficilmente avrebbe potuto essere più completa. Nel portaguanti anteriore, decisamente capiente, è prevista anche una presa di corrente per permettere la ricarica della batteria di un telefono cellulare: peccato solo che non tutti i tipi di caricatore possano essere impiegati a scomparto chiuso. Il vano sotto la sella si dimostra ampio e ben sfruttabile, anche se il volume non è da record (ci sta solo un casco integrale, o due piccoli caschi jet). I tappi dei serbatoi di carburante e liquido di raffreddamento sono comodamente raggiungibili sollevando uno sportello posto in mezzo alla pedana.






I comandi elettrici sono nella norma per design e funzionalità, mentre gli specchi si fanno perdonare l’invadenza estetica fornendo una visione ampia e senza vibrazioni di ciò che sta alle spalle del conducente. Decisamente completa la strumentazione, molto chiara e intuitiva da leggere.






L’avviamento è immediato e la regolarità di funzionamento è impeccabile fin dai primi metri, anche a motore freddo. L’erogazione del motore è pronta e lineare, senza cali, supportata da una trasmissione che sfrutta le doti di coppia del motore senza impiccarlo ai massimi regimi. Questo permette di trarre il massimo della facilità di guida e della souplesse di marcia, senza indesiderati “strappi” in manovra. Unico neo, il leggero ma avvertibile calo di regime dopo “l’attacco” della frizione, che comunque tende a diminuire sensibilmente durante il periodo di rodaggio.





Nel traffico, grazie anche all’ampio manubrio, svicolare è semplice e poco impegnativo; solo le dimensioni generose possono creare qualche limite nelle situazioni più caotiche. Fuori città si apprezza la fluidità di guida e le prestazioni di buon livello, ben sfruttabili grazie alla riuscita aerodinamica; in autostrada, poi, i 120 km/h indicati sono subito a portata di mano, ma insistendo si arriva a vedere la lancetta del tachimetro che sfiora i 130, con il contagiri che indica già la zona rossa. Decisamente buona la prevedibilità in impostazione di curva e la neutralità all’apri-chiudi nel misto, mentre sul veloce la stabilità è apprezzabile, e solo incontrando le scie dei veicoli più grossi si nota qualche ondeggiamento, che comunque non pregiudica la precisione di traiettoria. Il consumo appare sempre contenuto (si assesta intorno ai 20 km/litro), e la funzione di autospegnimento ai semafori permette di guadagnare altri 2-3 km/litro, anche se si perde un poco in prontezza quanda scatta il verde.






La frenata è particolarmente efficace e intuitiva: entrambi i freni, grazie alla loro interazione, sono pronti e molto modulabili, evidenziando anche una buona potenza decelerante. In occasione di una nevicata abbiamo decisamente apprezzato il sistema ABS, in grado di far mantenere il controllo anche in condizioni decisamente critiche.


Motore: a 4 tempi, monocilindrico, raffreddamento a liquido, alesaggio e corsa 72,7 x 60 mm, cilindrata 249 cc, rapporto di compressione 10,5:1, distribuzione monoalbero in testa a 2 valvole per cilindro con comando a catena, lubrificazione a carter umido. Alimentazione: 1 carburatore a depressione da 30 mm; capacita’ serbatoio 12 litri. Accensione elettronica. Avviamento elettrico.

Trasmissione: primaria a cinghia e variatore centrifugo; frizione centrifuga automatica; finale a ingranaggi.

Ciclistica: telaio monotrave sdoppiato in acciaio, inclinazione cannotto sterzo 27°, avancorsa n.d.. Sospensione anteriore: forcella upside-down, steli da 33 mm, escursione 100 mm; sospensione posteriore: motore oscillante con doppio ammortizzatore, escursione 120 mm. Ruote: anteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 110/90-13”; posteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 130/70-12”. Freni: anteriore a disco fisso di Ø 240 mm, pinza flottante a 3 pistoncini affiancati, posteriore a disco di Ø 220 mm, pinza a 1 pistoncino; sistema di frenata integrata antero-posteriore; sistema antibloccaggio ABS.

Dimensioni e peso: interasse 1545 mm, lunghezza n.d., larghezza n.d., altezza sella 720 mm. Peso a secco 164 kg.

Prestazioni dichiarate: potenza 19 CV (14 kW) a 7000 giri, coppia 2,1 kgm (20,5 Nm) a 5500. Velocità: n.d.

Omologazione Euro-1: si’
Honda Jazz ES-ABS
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