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Yamaha Fazer 1000-EXUP
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Non ci si lasci ingannare dal manubrio alto, dall’ampio sellone: sotto il serbatoio di questa moto c’è, in bella vista, il motore della R1, appena addolcito, e la ciclistica è da GP
di Gian Maria Liverani
È difficile inquadrare esattamente una moto come la Fazer 1000. Nasce come semi-naked, ma è indubbiamente destinata a svolgere più ruoli.
Agile e maneggevole in montagna, comoda e velocissima in autostrada, divertente e per nulla impacciata nel traffico urbano, è una moto che non denuncia nessuna particolare specializzazione, ma che proprio per questo ricade nella categoria delle “moto intelligenti”, che tanto piacciono agli appassionati incuranti delle prestazioni assolute e insofferenti dei limiti che le “iper” necessariamente impongono
La Fazer 1000 è stretta parente della R1, dalla quale ha ereditato il motore, addolcito (sette cavalli in meno) quanto basta per renderlo più malleabile; ha una ciclistica e una gommatura da supersportiva, nonché una linea che è difficile non definire aggressiva, tuttavia è stupefacente la sua capacità di mettere a proprio agio chi la prova per la prima volta, magari titubante per la consapevolezza di avere tra le gambe 143 cavalli di gran razza.
Buona parte del merito della versatilità di questa moto va alla posizione di guida, che non impone le sofferenze fisiche riservate ai cultori delle race-replica. È bastato montare una sella ampia e comoda e un manubrio largo e rialzato per trasformare radicalmente la R1 senza per questo mutarla da principe in ranocchio.
Non è il caso, per una moto di questo genere, di andare a cercare giustificazioni all’acquisto: non è una moto da turismo e nessuno riuscirà mai a farla passare per tale nemmeno arrampicandosi sugli specchi; non è una moto da pista e nemmeno un dragster. In realtà non è nemmeno una naked. È uno sfizio, un bellissimo sfizio, che quando serve sa essere un missile, e quando l’atmosfera è più calma sa essere tanto riservata da lasciar spazio al panorama. E se ci si distrae, è sempre bello sapere di poter contare su dei freni da Gran Premio...
Descrizione
Nel look della Fazer 1000 rivivono le suggestioni delle superbike dei primi Anni ’80, ma la componentistica è attualissima e di prim’ordine.
Un tocco di aggressività è dato dal cupolino affilato con doppio gruppo ottico che si richiama palesemente a quello della R1; al di là dell’aspetto, che comunque è importante, contribuisce a proteggere il pilota dalla pressione dell’aria quando l’ago del tachimetro comincia a salire verso le cifre alte.
L’attenzione dedicata alla comodità ed al buon inserimento del pilota, si notano anche esaminando il disegno del grosso serbatoio da 21 litri, ergonomicamente sagomato, e della sella, soffice e in grado di garantire il miglior sostegno non solo a chi guida, ma anche al passeggero, che dispone, per sorreggersi, di due maniglie laterali facilmente impugnabili.
La strumentazione è compatta ma ben visibile, e comprende il tachimetro con contachilometri parziale e totale, il contagiri, l’indicatore del livello del carburante, l’orologio e le spie di rito.
Il telaio è a doppia culla continua in tubi d’acciaio di grosso diametro; alla sospensione anteriore provvede una forcella di tipo tradizionale, a steli superiori di 43 mm di diametro, completamente regolabile; la sospensione posteriore è di tipo progressivo, con monoammortizzatore centrale regolabile sia in estensione, che in compressione e nel precarico della molla; il forcellone a due bracci è realizzato in alluminio scatolato, con nervatura interna di irrigidimento.
Le belle ruote a tre razze mostrano un impianto frenante di eccezionale potenza, con un doppio disco anteriore di 298 mm di diametro con pinza monoblocco a quattro pistoncini, e un disco posteriore di 267 mm con pinza a due pistoncini.
La tecnica
La Yamaha Fazer 1000 utilizza lo stesso motore a quattro cilindri in linea della R1, ritoccato per incrementare il tiro ai bassi e medi regimi. L’obiettivo è stato raggiunto sacrificando sette cavalli di potenza: un’inezia se si pensa che a disposizione della Fazer ne rimangono comunque 143!
Il propulsore, ultracompatto, ha cilindri e carter in un’unica fusione; la distribuzione è a cinque valvole per cilindro (tre di aspirazione e due di scarico) comandate da due alberi a camme con l’interposizione di punterie a bicchiere. Il raffreddamento è a liquido, con radiatore di grandi dimensioni posto in posizione classica, dietro la ruota anteriore.
Non manca sulla Fazer un’altra caratteristica tecnica che rende riconoscibili tutte le Yamaha sportive a quattro tempi dell’ultima generazione: il sistema EXUP (Exhaust Ultimate Powervalve), consistente in una valvola parzializzatrice inserita nell’impianto di scarico, che si apre e si chiude in funzione delle condizioni di funzionamento del motore, migliorando il rendimento ai regimi medio-bassi.
L’alimentazione è fornita da una batteria di quattro carburatori Mikuni BSR37/4 a loro volta serviti da un air-box di grande capacità; per ridurre al minimo le emissioni nocive, i gas combusti vengono ossidati con l’immissione forzata di ossigeno nei collettori di scarico.
La trasmissione dispone di tre alberi disposti a triangolo per la massima compattezza del complesso. Il cambio è a sei velocità con frizione a dischi multipli in bagno d’olio.
Su strada
Nata per i percorsi tormentati, questa moto si disimpegna in maniera eccellente in qualsiasi situazione. In autostrada è sicurissima e anche a velocità elevate non risente e non fa risentire della mancanza di una maggior protezione aerodinamica; in città è di un’agilità sorprendente e si guida quasi in scioltezza fino a 6000 giri, grazie ad un’erogazione di potenza dolce e lineare.
Dopo i 6000 giri la belva si scatena: in prima, tirando fino a 11.500 giri, il tachimetro sfiora i 130 km/h, e in seconda, allo stesso regime, si leggono 180 km/h.
La partenza da fermo è rivelatrice della doppia personalità della Fazer 1000: tranquilla e sorniona agendo con voluta dolcezza sulla manopola dell’acceleratore e sulla leva della frizione, esaltante e tremenda cercando lo scatto violento. In questo caso, schizza via come un fulmine sollevando la ruota anteriore fino all’inserimento della terza marcia, ma senza mai dar l’impressione al pilota di perdere il controllo.
Con le curve di montagna ci va a nozze: i repentini cambi di direzione sono spontanei e non generano reazioni di sorta: la Fazer 1000 è ben piantata sull’avantreno e digerisce anche una condotta di guida non propriamente raffinata, perdonando eventuali errori e provvedendo a porvi rimedio.
L’unico difetto riscontrato è nella taratura troppo morbida della sospensione posteriore, che si nota soprattutto uscendo in accelerazione dalle curve percorse in seconda o terza marcia.
I freni sono potentissimi, ma soprattutto ben modulabili e resistenti al fading anche dopo chilometri di guida molto vivace, magari in discesa.
Dati tecnici
Motore: a 4 tempi, 4 cilindri in linea trasversale, raffreddamento a liquido, alesaggio e corsa 74 x 58 mm, cilindrata 998 cc; distribuzione bialbero a cinque valvole per cilindro; rapporto di compressione 11,4:1; alimentazione con quattro carburatori Mikuni BSR37/4. Accensione elettronica. Lubrificazione a carter umido. Avviamento elettrico.
Trasmissione: primaria a ingranaggi, finale a catena. Frizione multidisco in bagno d’olio, cambio a sei marce.
Ciclistica: telaio a doppia culla continua in tubi. Sospensione anteriore a forcella teleidraulica a steli superiori di Ø 43 mm; sospensione posteriore di tipo progressivo con monoammortizzatore e forcellone oscillante in alluminio. Ruote: cerchi in lega leggera pressofusa a tre razze con pneumatici 120/70-17” anteriore e 180/55-17" posteriore. Freni: anteriore a doppio disco in acciaio di Ø 298 mm con pinze a quattro pistoncini; posteriore a disco in acciaio di Ø 267 mm con pinza a due pistoncini.
Dimensioni (in mm) e peso: interasse 1450 mm; lunghezza 2125 mm; larghezza 765 mm; altezza 1190 mm. Peso a secco 208 kg. Serbatoio del carburante da 21 litri.
Prestazioni dichiarate: potenza 143,1 CV (105,22 kW) a 10.000 giri. Coppia 105,9 Nm a 7500 giri.
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