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Moto & Scooter
Mostra-scambio a Novegro
il 20/11/2000 in Moto & Scooter
Si temeva che la pioggia caduta per tanti giorni rovinasse anche il fine settimana, invece a Novegro, assieme alle moto d’epoca e a tantissimi appassionati collezionisti è arrivato anche il sole
di Luigi Rivola
, foto Luigi Rivola
Tempo da lupi il 17 novembre a Milano: acqua a catinelle e tanto fango nei campi della periferia. Ma a Novegro, a poche centinaia di metri dall’aeroporto di Linate, il 18 e il 19 era in programma la tradizionale mostra-scambio, ambiente ideale - fango a parte - per parlare di moto d’epoca, per toccare con mano modelli da sogno e per trovare quel carburatore, quel freno o quella forcella, inutilmente cercati per mesi.
Così il brutto tempo è stato bellamente ignorato, tanto che, offesosi, se ne è andato lasciando il posto a un inatteso, quanto ovviamente gradito, sole autunnale. E nei campi, e al comodo, all’interno dei padiglioni, c’è stato pienone di espositori e di visitatori. Un grosso successo.
Molti anche gli stranieri, a testimonianza del fatto che la mostra-scambio di Novegro ha ormai raggiunto un livello di preminenza fra le manifestazioni del settore, e fra gli espositori stranieri la parte del leone l’hanno fatta i polacchi, arrivati con ogni genere di ferramenta, di chincaglierie, di militaria, ma senza una sola moto. Classico.
La qualità dei pezzi esposti, nella media non era eccezionale: le belle moto conservate, portate al mercatino dopo anni di buon letargo, sono diventate una vera rarità. Molto più diffuse le moto Anni ’50, restauratissime, tanto da essere inavvicinabili per prezzo e spesso anche per quanto odorano di falso d’autore. Di gran voga in questo momento le “giapponesi d’epoca”, che hanno ancora prezzi abbordabili e stato di conservazione molte volte più che decente, se non eccellente.
Ce n’erano per tutti i gusti.
Trovare una moto veramente d’epoca da restaurare, che non sia un rottame, è sempre più difficile, e anche a Novegro questa regola è stata rispettata, però qualcosa di interessante c’era, come una Sarolea degli Anni ’20, in vendita al degnissimo prezzo di 11 milioni, o un’Ancora 175, su cui c’era parecchio da lavorare, però costava pochissimo, meno di un milione e mezzo, ed era rara. Oltretutto, per gli appassionati di grafica, un valore aggiunto: l’Ancora 175 è stata il primo prodotto disegnato da Albe Steiner, uno dei padri del moderno industrial design.
Volendo, c’era anche una Velocette e soprattutto, per terra, quasi nascosta all’interno di un padiglione, abbiamo visto frammenti di un autentico gioiello, una Scott, ma ne mancava più della metà, e il resto era ruggine.
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Forcella Earles, una vera “chicca”, come il motore a due cilindri due tempi e i due carburatori: questa Rumi faceva gola a molti, ma il prezzo era piuttosto salato: 18 milioni, anche se era più lucida e fresca di quando uscì dalla fabbrica. Oggi il prezzo, faceva notare giustamente il suo attuale proprietario, è determinato in parte dalla rarità di un oggetto, ma anche e ormai soprattutto dai costi sostenuti per il suo restauro.
Questa tesi trova conferma nella richiesta di 12 milioni di lire per una Gilera 300 esposta a Novegro: a suo tempo, la bicilindrica Gilera ad aste e bilancieri trovava acquirenti quasi solo fra i Vigili Urbani, ma un costoso lifting ha fatto oggi salire vertiginosamente anche il suo prezzo.
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Questo Isoscooter non sarà una gran bellezza – piaceva poco anche quando era nuovo di fabbrica – però ha il pregio dell’autenticità, inoltre da Novegro si portava via con meno di un milione e mezzo. Considerato che per una ripulita generale e qualche ritocco basta sicuramente una somma molto limitata, non si può esitare a definirlo un buon affare.
Un’altra moto interessante vista a Novegro era una Sunbeam S7, una bicilindrica coi cilindri affiancati longitudinalmente e la trasmissione ad albero, costruita fino al 1954. Il prezzo richiesto: cinque milioni, era piuttosto elevato in relazione all’effettivo valore della moto, da restaurare completamente anche se pressoché completa, tuttavia, considerando che in Inghilterra non dovrebbe essere affatto difficile trovare parti di ricambio per questo modello, potrebbe valere la pena di restaurare una “mezzo litro” così originale.
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A Novegro era presente anche il Registro Storico delle moto giapponesi, oltre ad una grande quantità di Suzuki, Yamaha, Honda e Kawasaki anche bel lungi dal poter essere decretate d’epoca, a prescindere dalla velocità con cui i modelli venivano pensionati fino a pochi anni fa dai costruttori nipponici. Negli stand degli espositori spesso si vedevano moto che all’anagrafe rivelavano sì oltre un quarto di secolo, ma che in realtà si sarebbero potute comprare per utilizzarle quotidianamente, tanto erano splendide e originali le loro condizioni.
In effetti, acquistare oggi, prima che i prezzi comincino a risalire in fretta, una moto significativa del suo tempo e tuttora godibilissima, come la Honda CBX 1000 a sei cilindri, può risultare un doppio investimento: in un primo tempo per diventare proprietario ad un costo ragionevole di una moto molto bella; in un secondo tempo, per essersi aggiudicato un pezzo destinato a diventare raro e molto richiesto.
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Il pezzo più costoso in assoluto a Novegro era una Jawa 350 quattro cilindri due tempi appartenuta – così si dice – al campione del mondo Bill Ivy. Si tratta di una moto ufficiale della Casa allora cecoslovacca, guidata a lungo anche da Silvio Grassetti. Il proprietario, che l’avrebbe acquistata in Germania un anno fa, chiedeva circa 200 milioni di lire.
Lo stesso che proponeva la Jawa, offriva anche una Aermacchi-Harley Davidson GP bicilindrica due tempi, nella rara prima versione con raffreddamento ad aria. C’erano anche diverse Yamaha bicilindriche 250 e 350, di quelle che affollavano le griglie di partenza dei GP degli Anni ’70 in mano ai piloti privati, e maxi derivate di serie, come una Norton Seeley (25 milioni) e una Laverda SFC.
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