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Aprilia SL 1000 Falco

il 27/09/2000 in Moto & Scooter

Una vera sportiva, ma gentile. Una moto che, a seconda delle occasioni, sa mostrare i denti o sfoderare apprezzabili doti da turistica

Aprilia SL 1000 Falco


di Marco Masetti




In soli due anni l'Aprilia è entrata tra i grandi interpreti delle grosse cilindrate, proponendo una gamma che va dall'enduro alla superbike replica. Il grande cuore delle Aprilia è l'evoluto bicilindrico a V di 60° realizzato in collaborazione con la Rotax, un'unità motrice capace di assecondare esigenze che vanno dal turismo all'uso in pista, dimostrandosi decisamente eclettico.
Con la SL 1000 Falco, progettata in Italia dallo staff dell'ingegner Klaus Nennewitz, Aprilia ha esplorato un filone, quello delle sportive turistiche, che in Europa ha molti estimatori. Un po' meno in Italia, dove sport significa soprattutto iperprestazioni e assetti al limite, ma la Falco è una di quelle moto fatte apposta per far cambiare idea. .

Abbiamo scoperto una moto versatile, adatta ad un ventaglio di condizioni d'impiego davvero ampio: in pista non ci siamo andati (per questo uso l'Aprilia ha in listino moto più adatte), ma su strade ed autostrade d'Europa e d'Italia sì, dagli stretti tornanti dell'Appennino alle lunghe e veloci autostrade tedesche








Notevole anche l'avantreno con la forcella a steli rovesciati, il doppio disco da 320 mm con pinze Brembo Oro; anche le ruote in lega a 5 razze fanno la loro figura. Particolari che possono piacere o meno (a noi piacciono) sono gli scarichi sparati verso l'alto e convergenti e il guscio che copre la sella del passeggero.

In configurazione biposto, la Falco perde qualcosa in termini di grinta e di armonia estetica. Decisamente pregevoli invece le pedane, i supporti e le leve al manubrio perché ben realizzati e in materiale "nobile". Insomma, sulla Falco il "ferraccio" è davvero introvabile.

La strumentazione digitale, che di analogico conserva il solo contagiri, convince e offre un quadro molto completo della situazione. I tecnologici apprezzerano le molte funzioni (tra le quali l'autocronometraggio), ai tradizionalisti farà piacere avere disponibili e ben leggibili la temperatura dell'acqua, l'orologio e il preciso tachimetro. Insomma, la Falco appare ben costruita anche nei dettagli.




Tutto ciò si traduce in una moto molto evoluta e sfruttabile. Riuscita l'idea di ricavare uno spazio sfruttabile sotto la sella, mentre meno azzeccato ci è parsa la stampella laterale, un po' troppo verticale e non sempre intuitiva nell'azionamento.


La Falco è una moto estremamente significativa sotto l'aspetto tecnico. Il motore, costruito dall'austriaca Rotax secondo specifiche Aprilia, è un bicilindrico a V di 60° caratterizzato da soluzioni costruttive raffinate e originali, come il raffreddamento a liquido, la distribuzione bilabero a quattro valvole con comando a catene e ingranaggi, la doppia accensione, la lubrificazione a carter secco e l'iniezione elettronica. Tipico di questa unità l'impiego di un doppio sistema di equilibratura, che riduce drasticamente le vibrazioni.




Particolarità del motore della Falco, derivato direttamente da quello della RSV e leggermente depotenziato, è il sistema che sfrutta la depressione del sistema di aspirazione come servocomando della frizione. Dunque, al minimo o durante i cambi di marcia si ottiene una riduzione dello sforzo necessario per il disinnesto, mentre nelle scalate più cattive si ha addirittura un leggero slittamento dei dischi, con un efficace effetto antisaltellamento della ruota posteriore.

La ciclistica presenta la particolarità costruttiva del telaio, realizzato in lega di alluminio e magnesio: i due travi perimetrali sono infatti formati dalla unione di due elementi estrusi, secondo un disegno che conferisce una notevole rigidità alla struttura.
Aprilia SL 1000 Falco
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