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Motostudent 2025: l’Università di Bologna e Ducati vincono la MotoGP degli studenti

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Motostudent 2025: l’Università di Bologna e Ducati vincono la MotoGP degli studenti
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Motostudent 2025: l’Università di Bologna e Ducati vincono la MotoGP degli studenti

Tre vittorie nelle ultime tre edizioni del campionato riservato agli studenti di ingegneria: l'Università di Bologna segue le orme di Ducati e diventa la più vincente del decennio: ecco come ha fatto

“Ci dev’essere qualcosa qui a Bologna,” dice a un certo punto Claudio Domenicali parlando del team UniBo Motorsport, che ha vinto per la terza volta consecutiva il campionato Motostudent, dove gli studenti di ingegneria progettano e fanno correre una moto con un regolamento specifico. E proprio come in MotoGP, Bologna è la forza dominante dopo le vittorie del 2021, 2023 e ora 2025 – “ma avremmo meritato fin dall’esordio nel 2019, quando chiudemmo terzi”, chiosa il prof. Nicolò Cavina, responsabile del progetto nell’ateneo bolognese e anche lui, si capisce subito, decisamente competitivo. Il campionato Motostudent è uno degli ormai molti che stanno nascendo per dare agli studenti l’occasione di completare la loro formazione con quegli aspetti pratici che, soprattutto nelle università italiane, sono tradizionalmente un po’ tralasciati, o quanto meno posticipati. I ragazzi che entrano nel team possono decidere quanto tempo dedicare al progetto (qualcuno arriva anche al 100% del suo tempo, mettendo in pausa il regolare corso di studi) che dura due anni da quando vengono comunicate le specifiche di regolamento e consegnato il kit uguale per tutti a quando la moto scende in pista per la gara ufficiale che quest'anno si è svolta al MotorLand di Aragón, in Spagna.

Ingegneria e prestazioni

Dei 1100 punti in palio, 600 arrivano dalla parte ingegneristica: qualità del progetto, innovazione, documentazione sono tutti aspetti che vengono valutati durante lo sviluppo, soprattutto nel primo anno. Il secondo è più dedicato a costruire e mettere a punto la moto, che viene poi valutata con un punteggio articolato comprendente prove di accelerazione, frenata, gimkana e la gara finale da 8 giri, con punteggio per la vittoria ma anche per il giro veloce in gara. Sembra semplice, ma come in ogni gara che si rispetti è tutto tiratissimo e conta anche la strategia, perché chi fa la lepre e scappa subito rischia poi di dover fare i conti con un drastico calo di prestazioni (UniBo e Ducati corrono nella categoria riservata alle moto elettriche). E con 41 team provenienti da mezzo mondo, la competizione è serrata dal primo all’ultimo giorno: gli studenti fanno le classiche nottate a risolvere problemi, e la finale 2025 è stata probabilmente la più combattuta di sempre con il bravo Alessio Aldrovandi che ha lottato a sorpassi e controsorpassi con altri 3 piloti: e il punteggio era così vicino che ci si giocava letteralmente la vittoria all’ultimo metro, e alla fine Bologna ha avuto la meglio sull’Università di Malaga e sul Politecnico di Milano per la classica incollatura.

La festa a Borgo Panigale

Ducati, che sente la vittoria un pochino anche sua, ha voluto festeggiarla nella sede di Borgo Panigale; ma la “Vega 88” realizzata da UniBo Motorsport non ha alle spalle lo zampino di Gigi Dall’Igna e del suo team. Gli studenti hanno lavorato autonomamente, con qualche consulenza degli uomini Ducati - in particolare il responsabile dell'innovazione Simone Di Piazza che ha fatto da tramite - solo nel momento di decidere quale strada percorrere, per evitare vicoli ciechi e perdite di tempo. Più uno scambio di idee, che serve anche a Ducati per incontrare nuovi talenti: non si vive di soli piloti e Motostudent è uno straordinario vivaio di ingegneri, tanto che molti degli studenti dopo la laurea sono arrivati direttamente a Borgo Panigale, spesso nel reparto corse. E questo filo diretto tra università, industria e territorio, sostenuto anche dalla regione Emilia-Romagna, è forse quello che fa la vera differenza rispetto alle università concorrenti.

Enrico Mazzarra - CTO Motostudent UniBo

L’equivalente Motostudentesco di Gigi Dall’Igna si chiama Enrico Mazzarra e ha 25 anni, ma negli ultimi 3 ha maturato un'esperienza gigantesca, come sempre succede a chi si fa le ossa nel mondo racing. È lui che ha guidato il team di Bologna alla vittoria nell’edizione 2024-2025, e gli chiediamo come è stato. Enrico, come nasce la vostra moto? “A tutte le università che si iscrivono, l’organizzatore fornisce un kit uguale per tutti, che comprende motore elettrico, cerchi e impianto frenante. Il resto è libero, o meglio bisogna interpretare al meglio il regolamento, come in qualunque gara. Progettiamo e realizziamo l’intera moto, le parti metalliche con l’aiuto di aziende sponsor mentre il composito lo laminiamo direttamente noi appoggiandoci ad aziende partner: forcellone, telaio, carena”. C’è altro oltre al progetto? “Viene valutata anche la crescita del team, e come nei veri team è importantissima la parte di comunicazione e marketing, come pure la parte di budget e le scelte legate al budget. È un progetto che parte letteralmente da zero, arrivando fino ai test in pista e alla gara. Al progetto viene dato un punteggio, ma poi chiaramente deve andare forte. Organizziamo noi i test estivi in pista, scegliamo che prove fare in base agli obiettivi che abbiamo.”
La Vega 88 è una moto elettrica, ma vi viene dato solo il motore. La batteria è libera? “Ci sono dei vincoli, in particolare la tensione di 126 V. Da lì discende un po’ tutto, noi facciamo tutta una fase di ricerca di mercato dato che le celle sono in continua evoluzione, le testiamo e una volta scelte le celle progettiamo tutto il pacco batteria sulla cella scelta, quindi di conseguenza tutta la struttura, a partire dal telaio monoscocca in carbonio. Dato il motore e gli altri vincoli di regolamento, progetti restando all’interno di quel perimetro; poi la batteria è un componente delicato, anche pericoloso, per cui c'è tutta una fase di testing accurata per garantire la sicurezza del pilota.” Come definite la geometria e le rigidezze? “Beh, questa è la quarta moto che facciamo e abbiamo un po’ di banca dati interna, anche se da edizione a edizione cambiano le regole e di conseguenza cambia anche la moto. Poi certe scelte sono anche piuttosto libere e vanno definite insieme con il pilota: non ci sono valori giusti o sbagliati, ma scelte consapevoli – che ovviamente ogni team tiene segrete. Cerchiamo di migliorare ogni volta la moto, e voglio ricordare che la Vega 88 ha migliorato di 8 secondi la performance della nostra moto precedente.” Tre vittorie consecutive nelle ultime tre edizioni: dov’è che siete stati più bravi? “Mi piace dire che nel tempo, grazie anche all’esempio di Ducati, abbiamo realizzato un ‘sistema’, generato conoscenze e anche un modo efficace di trasferirle agli studenti che si susseguono all’interno del progetto. All’interno del team è nata una certa mentalità. Poi concretamente direi che tutti i team sono molto concentrati sul produrre la moto e farla andare forte, che è importantissimo; ma questa è anche una competizione ingegneristica, e noi siamo molto bravi a curare la documentazione di progetto, un aspetto che altri trascurano. In passato nella prima fase avevamo già un grande vantaggio su tutti per questo aspetto, anche se ormai molti altri team hanno capito e si stanno allineando. Direi che comunque restiamo il miglior connubio fra prestazioni in pista e precisione nella documentazione tecnica.”
Quante persone ci sono nel team? “UniBo Motorsport raccoglie oltre 300 persone che però lavorano su progetti diversi, ci sono anche due auto di cui una con motore Ducati. Il progetto Motostudent raccoglie circa 80 studenti, tutti di anni diversi e ognuno con un impegno diverso.” C’è qualcuno a tempo pieno? “Ah sì, tutti i responsabili del progetto lavorano tutti i giorni. Se sei bravo magari un esame o due li riesci a dare, però è praticamente un anno sabbatico: anche perché hai tanta responsabilità e anche mentalmente è abbastanza impegnativo, difficile da conciliare con lo studio e gli esami anche perché è un’attività quasi totalmente scorrelata, molto pratica. Un’altra cosa che si impara è a gestire queste sovrapposizioni, senz’altro è un’esperienza incredibile.” Ettore per inciso non è rimasto indietro: si è laureato lo scorso marzo con 110 e lode, poi ha completato lo sviluppo della moto e adesso sta facendo uno stage in Ducati. Un giorno Gigi Dall’Igna avrà bisogno di un successore, e potrebbe trovarlo tra i ragazzi del campionato MotoStudent.

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