Attualità
Iran: la rivoluzione silenziosa delle motocicliste di Teheran
Sempre più donne iraniane salgono in sella sfidando divieti non scritti e vuoti normativi. Una battaglia per la mobilità che è anche una conquista di libertà
Le strade di Teheran stanno cambiando volto. Tra il traffico caotico della capitale iraniana si moltiplicano le sagome di donne in sella a scooter e moto: ragazze con i capelli al vento su cinquantini colorati, signore avvolte nel chador che si destreggiamo su Vespa, gruppi di rider che attraversano il Paese organizzando tour su due ruote.
UN VUOTO NORMATIVO COME CAMPO DI BATTAGLIA
Il paradosso è tutto iraniano: il codice della strada non vieta esplicitamente alle donne di guidare moto e scooter, ma l'articolo 20 autorizza il rilascio delle patenti solo agli uomini, senza pronunciarsi sulle donne. Una zona grigia che nella pratica si traduce in un divieto de facto: le autorità non hanno mai rilasciato licenze di guida alle iraniane, lasciandole in una situazione di illegalità permanente.
Il problema è evidente: anche quando una donna guida in modo impeccabile, senza patente rimane legalmente responsabile in caso di incidente, persino quando è lei la vittima. Un rischio concreto che non ferma chi ha deciso di salire in sella.
LE PIONIERE DEL MOVIMENTO
Maryam Ghelich è una delle pioniere di questo movimento. Ha imparato a guidare 15 anni fa, di notte, sulle strade deserte di Teheran per evitare sguardi giudicanti e controlli. Oggi è istruttrice certificata dalla Federazione e ha formato centinaia di donne, aiutandole a districarsi non solo nel traffico ma anche tra pregiudizi e ostacoli della Repubblica islamica.
La sua passione per questa disciplina, considerato maschile in Iran, l'ha spinta a dimostrare che anche le donne possono eccellere in questo campo. Il cambiamento è tangibile: se prima non era affatto accettato, oggi vedere le ragazze formate da lei guidare per le strade rappresenta anche un segnale di apertura da parte delle famiglie.
Anche Zahra Abedini, altra pioniera del motociclismo iraniano, ha dovuto nascondere la sua passione. Sedici anni fa veniva derisa e doveva allenarsi in segreto su una pista fuori città, l'unica disposta a insegnarle il motocross. All'epoca conosceva solo altre quattro donne che condividevano la sua passione e ha tenuto tutto nascosto alla famiglia per sei mesi. Oggi organizza tour e gite fuori porta, dimostrando che i tempi stanno cambiando.
MOTO, UNA NECESSITA' QUOTIDIANA
Ma dietro questa tendenza non c'è solo la voglia di libertà. Molte iraniane scelgono lo scooter per ragioni pratiche: il traffico congestionato delle metropoli, i costi crescenti di benzina e assicurazioni auto, le enormi distanze da coprire e la necessità di conciliare lavoro, famiglia e impegni quotidiani rendono le due ruote una soluzione ideale. È anche il segno di un cambiamento sociale più profondo: un numero crescente di iraniane lavora (la disoccupazione femminile è scesa dal 20% al 15% negli ultimi sette anni) e ha esigenze di mobilità completamente diverse da quelle delle generazioni precedenti.
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