Attualità
Sorpresa: in Italia gli autovelox sono meno di quanti pensiamo
I dispositivi censiti sul portale del Ministero dei trasporti sono 3.625: in passato si parlava di 11mila unità. Un sito ci dice precisamente dove sono collocati
Dal primo dicembre è disponibile online la mappatura ufficiale degli autovelox e dei Tutor italiani, accessibile sul portale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il database contiene informazioni dettagliate su 3.625 dispositivi autorizzati nel territorio nazionale, includendo specifiche tecniche, posizionamento geografico e autorizzazioni amministrative.
La scadenza per la registrazione era fissata per il weekend precedente, e chi non ha provveduto alla registrazione dei propri strumenti deve ora disattivarli.
Questa misura offre agli automobilisti la possibilità di contestare eventuali sanzioni ricevute da apparecchi non registrati, attraverso procedure di autotutela o ricorsi amministrativi e giudiziari. Il censimento ha anche chiarito definitivamente i numeri reali degli apparati, smentendo le stime precedenti che parlavano di undicimila dispositivi.
Dei dispositivi registrati, solo un quarto risulta installato in modo permanente. Le forze di polizia locale amministrano la maggior parte degli strumenti, mentre la Polizia Stradale ne gestisce 586, inclusi i Tutor. I dati mostrano che l'Italia ha effettivamente meno dispositivi rispetto ad altri paesi europei come Francia e Regno Unito.
Tuttavia, la questione dell'omologazione rimane irrisolta: la Corte di Cassazione ha stabilito che senza omologazione i dispositivi non possono generare sanzioni legittime, nonostante l'autorizzazione ministeriale. Ma il Ministero dei Trasporti di recente ha adottato una strategia opposta, continuando a equiparare approvazione e omologazione.
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