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Com'è la fabbrica delle Morbidelli in Cina? +VIDEO+
Ma soprattutto cosa è, oggi, la Cina industriale? E' un insieme di città grandissime ma vuote, in attesa di essere riempite dagli abitanti, stabilimenti produttivi modernissimi che spuntano alla velocità della luce. E (soprattutto) è ancora una terra di contrasti. Il nostro reportage
Il modo migliore per sradicare le proprie convinzioni è sempre toccare con mano. Per chi ha un’età compresa tra i 40 e i 99 anni la Cina è ancora quel mondo lontano, un po’ impenetrabile, rumoroso e fumoso che per anni abbiamo intravisto o immaginato. Ma non è così: dopo il COVID il far East ha fatto un considerevole balzo in avanti, lasciando (è il caso di dirlo) il mondo occidentale al palo. Facendo un po’ di dietrologia possiamo senz’altro dire che la colpa (o il merito, a seconda del punto di vista) è un po’ nostro.
La situazione attuale, quella di un Paese florido e fiorente, ha iniziato a germogliare quando noi occidentali (affascinati da un luogo che prometteva lauti guadagni frutto soprattutto di minor costi), ha accolto buone parte della produzione di tutto ciò che in un modo nell’altro maneggiamo. Potremmo disquisire ore sul fatto che il know-how che adesso loro hanno (e noi non più) è storicamente giustificato da quel preciso passaggio storico, ma ha senso parlare ancora di ciò? Non è forse meglio capire a che punto siamo ora e, eventualmente, provare a convivere con una realtà che, per loro, è senz’altro rosea, mentre per noi (occidentali) è ancora in divenire?
Questo viaggio (che segue a distanza di circa un anno quello fatto da Carlo Pettinato nella fabbrica di CFMoto; ndr) mi ha permesso di vedere e toccare con mano questa realtà. L’ho fatto anche attraverso la visita di un polo produttivo che, di fatto, di italiano ha solo il nome. Questa esperienza mi ha comunque aperto gli occhi su ciò che è, e non su ciò che pensavo fosse.
La fabbrica che ho visto, quel minuscolo pezzo di Cina che ho assaporato è ancora fortemente caratterizzato da incredibili contrasti; contrasti che si palesano in tutto ciò che si vede, si sente, o si tocca. Contrasti che interessano la morfologia delle città, la mobilità urbana, la socialità, il tessuto economico sul quale si appoggia tutto ciò che è e che a brevissimo sarà. E che ha solide basi.
Nella parte della fabbrica Morbidelli che ho visitato (non lontano dalla città di Chengdu, oltre 20 milioni di abitanti) si fa solo “assembling”, non vi è quindi alcuna lavorazione meccanica (machining) ma, più “semplicemente”, moto e scooter del brand italiano vengono allestiti in un ambiente dove cura, attenzione, pulizia sono parte integrante e costitutiva dell’ambiente.
Le linee sono fortemente automatizzate e “libere”: le postazioni non viaggiano quindi su binari attraverso un percorso prestabilito, ma possono cambiare posizione, determinando una grande flessibilità in termini operativi. Il centro produttivo nella sua interezza è completamente nuovo. E' stato terminato proprio nei giorni in cui si è svolta la nostra visita ed è interamente dedicato a moto del brand Morbidelli. È evidente, dunque, che la scommessa sull’appeal di questo nome (e su una gamma che sta ampliandosi) sia ingente. Quanto, non è purtroppo dato saperlo: sui numeri i cinesi preferiscono stare abbottonati.