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Com'è la fabbrica delle Morbidelli in Cina? +VIDEO+

Federico Garbin
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Ma soprattutto cosa è, oggi, la Cina industriale? E' un insieme di città grandissime ma vuote, in attesa di essere riempite dagli abitanti, stabilimenti produttivi modernissimi che spuntano alla velocità della luce. E (soprattutto) è ancora una terra di contrasti. Il nostro reportage

Il modo migliore per sradicare le proprie convinzioni è sempre toccare con mano. Per chi ha un’età compresa tra i 40 e i 99 anni la Cina è ancora quel mondo lontano, un po’ impenetrabile, rumoroso e fumoso che per anni abbiamo intravisto o immaginato. Ma non è così: dopo il COVID il far East ha fatto un considerevole balzo in avanti, lasciando (è il caso di dirlo) il mondo occidentale al palo. Facendo un po’ di dietrologia possiamo senz’altro dire che la colpa (o il merito, a seconda del punto di vista) è un po’ nostro. La situazione attuale, quella di un Paese florido e fiorente, ha iniziato a germogliare quando noi occidentali (affascinati da un luogo che prometteva lauti guadagni frutto soprattutto di minor costi), ha accolto buone parte della produzione di tutto ciò che in un modo nell’altro maneggiamo. Potremmo disquisire ore sul fatto che il know-how che adesso loro hanno (e noi non più) è storicamente giustificato da quel preciso passaggio storico, ma ha senso parlare ancora di ciò? Non è forse meglio capire a che punto siamo ora e, eventualmente, provare a convivere con una realtà che, per loro, è senz’altro rosea, mentre per noi (occidentali) è ancora in divenire?  
Questo viaggio (che segue a distanza di circa un anno quello fatto da Carlo Pettinato nella fabbrica di CFMoto; ndr) mi ha permesso di vedere e toccare con mano questa realtà. L’ho fatto anche attraverso la visita di un polo produttivo che, di fatto, di italiano ha solo il nome. Questa esperienza mi ha comunque aperto gli occhi su ciò che è, e non su ciò che pensavo fosse. La fabbrica che ho visto, quel minuscolo pezzo di Cina che ho assaporato è ancora fortemente caratterizzato da incredibili contrasti; contrasti che si palesano in tutto ciò che si vede, si sente, o si tocca. Contrasti che interessano la morfologia delle città, la mobilità urbana, la socialità, il tessuto economico sul quale si appoggia tutto ciò che è e che a brevissimo sarà. E che ha solide basi.  Nella parte della fabbrica Morbidelli che ho visitato (non lontano dalla città di Chengdu, oltre 20 milioni di abitanti) si fa solo “assembling”, non vi è quindi alcuna lavorazione meccanica (machining) ma, più “semplicemente”, moto e scooter del brand italiano vengono allestiti in un ambiente dove cura, attenzione, pulizia sono parte integrante e costitutiva dell’ambiente.  Le linee sono fortemente automatizzate e “libere”: le postazioni non viaggiano quindi su binari attraverso un percorso prestabilito, ma possono cambiare posizione, determinando una grande flessibilità in termini operativi. Il centro produttivo nella sua interezza è completamente nuovo. E' stato terminato proprio nei giorni in cui si è svolta la nostra visita ed è interamente dedicato a moto del brand Morbidelli. È evidente, dunque, che la scommessa sull’appeal di questo nome (e su una gamma che sta ampliandosi) sia ingente. Quanto, non è purtroppo dato saperlo: sui numeri i cinesi preferiscono stare abbottonati.   

IL GRUPPO KEEWAY MOSTRA I MUSCOLI

Queste stesse moto, o almeno quelle più espressamente dedicate al mercato europeo, vengono progettate e disegnate in Italia (più precisamente a Budrio, in provincia di Bologna) dove ha sede MBP, azienda che parte integrante del gruppo Keeway ed è proprietaria del brand Morbidelli (dalla primavera 2024). Lo stabilimento è stato approntato pochi giorni prima del nostro arrivo e, di fatto, solo due linee erano del tutto operative; nondimeno l’enorme polo industriale accoglieva, in stabili che non abbiamo potuto visitare, altre linee e altri processi (come, ad esempio l’assembling dei motori), fatto su singoli componenti lavorati altrove.  Allo stato attuale la gamma Morbidelli è in fase di piena concretizzazione: il debutto sul mercato è avvenuto con la V1002X (di fatto un progetto retrofirmato Benda) ma è atto recentissimo la presentazione di alcuni modelli progettati nella motorland italiana: le “352” e le “502”.  Il gruppo Keeway, proprietario di Morbidelli, è inoltre proprietaria dei brand Ezi (specializzata nella produzione di scooter elettrici), Goccia (focalizzati nella costruzione di bici elettriche) e comproprietaria del brand Benelli (con accordi di distribuzione). Distribuzione che Keeway cura anche per Benda (motociclette con un forte connotazione verso il mondo cruiser), e Cyclone (con una gamma che spazia gli scooter alle moto più sportive, in Cina soprattutto).   

UN SALTO NELLA CINA VERA

Con EICMA alle porte, e alcune novità in arrivo, ciò che abbiamo potuto vedere è stato giocoforza limitato, tuttavia entrare oggi in un polo produttivo in Cina, oggi, significa scontrarsi con una realtà che, da ovunque la si osservi, trasuda una sola realtà: il mondo è loro. Ne ho avuto percezione anche aggirandomi solitario per la città di Ziyang, completamente vuota. Si tratta di un centro abitato deserto eppure del tutto operativo e, va da sé, modernissimo, alimentato da strade a 8 corsie e con tutti i servizi già pronti al futuro defluire degli abitanti: ospedale, polizia, piste ciclabili, grattacieli, parchi, scuole e telecamere in ogni angolo. Già, perché il controllo è costante e onnipresente.  La sensazione, camminando fra le imponenti costruzioni ancora vuote è alienante e, al tempo stesso, stupefacente. Il confronto con i nostri centri urbani è impari e, a riportare alla realtà, sono solo i pochi risciò e scooter arrugginiti che si aggirano fra le vie. Sì perché oltre i grattacieli è il bosco, con la sua ruralità autentica fatta di case in mattoni non intonacate e strade fangose che, come radici, si diramano dalle rotte principali. Eppure aleggia la sensazione che tutto ciò che è fuori sia provvisorio, sia un tempo rimasto fermo nella trepidante attesa di inurbarsi. E così è perché quelle persone, quella moltitudine sterminata di persone sa che è solo questione di tempo. Che quei grattacieli, quelle case tutto vetro così moderne sono ad un passo in termini di tempo e in termini di spazio. Non ne ho memoria, vista la mia età, ma credo che le generazioni che mi hanno preceduto abbiano vissuto lo stesso, in un’epoca in cui loro eravamo noi. Un’epoca ormai finita, ve lo assicuro.  
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