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Andrea Ferrari (Keeway): “Morbidelli cresce, e lo fa partendo dall’Italia”

Federico  Garbin
Federico Garbin il 17/10/2025 in Attualità
Andrea Ferrari (Keeway): “Morbidelli cresce, e lo fa partendo dall’Italia”
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Il direttore sales e marketing di Keeway Europa (l'azienda che controlla Morbidelli) racconta le strategie di sviluppo del marchio bolognese: "Conquisteremo il mercato con crossover e naked medie che puntano sulla qualità. L'inizio è incoraggiante. E i giovani ci vengono dietro"

Andrea Ferrari (Keeway): “Morbidelli cresce, e lo fa partendo dall’Italia”

Design italiano, rete europea e una gamma in piena espansione: così Morbidelli punta a diventare protagonista nel mercato delle due ruote e a ritagliarsi una fetta importante di mercato. Di questo e molto altro abbiamo parlato con Andrea Ferrari, sales and marketing director di Keeway Europa.

Ferrari, ci racconta da dove arriva Morbidelli e che ruolo ha nel gruppo Keeway?

"È giusto chiarirlo, perché in giro si leggono molte imprecisioni. Keeway è un gruppo fondato circa 25 anni fa e di proprietà cinese. Al suo interno convivono diversi marchi, tra cui Keeway, Morbidelli, EZI (dedicato all’elettrico). Oltre ai propri brand, Keeway distribuisce anche marchi esterni come Benda e Cyclone, in esclusiva per l’Italia. MBP, di cui spesso si è parlato, è semplicemente Keeway Italia: la società che ha ufficializzato, nell’aprile 2023, l’acquisizione dello storico marchio pesarese Morbidelli, nato nel 1968. Oggi Morbidelli si colloca nella parte più alta del portafoglio Keeway: non la definirei “premium”, ma sicuramente più esclusiva. Se Keeway copre le cilindrate da 50 a 300 cc, Morbidelli spazia da 125 a 1000 cc, con scooter, naked, cruiser e crossover dal carattere più originale".

Cosa c’è di italiano in Morbidelli?

"Molto più di quanto si pensi. La sede ufficiale è a Budrio (Bologna), che è anche il centro stile e R&D mondiale del marchio. Il design e la progettazione dei modelli nascono in Italia, mentre la produzione avviene in Cina con standard qualitativi molto elevati. Quello che abbiamo visto in fabbrica è l’assemblaggio finale, ma i componenti arrivano da una filiera produttiva completa gestita internamente".

Morbidelli punta all’Europa: come stanno andando i primi risultati?

"Molto bene, considerando che il brand è partito meno di un anno fa. Oggi siamo già operativi in Italia, Spagna e Francia, dove stiamo ottenendo ottimi riscontri. In altri Paesi stiamo ancora costruendo la rete distributiva con partner locali. Nei mercati dove l’italianità del marchio ha un valore forte, come appunto Italia e Francia, l’ingresso è stato più rapido e naturale".

 

"c'è moltissima italia in morbidelli: sede centrale e centro stile globale di morbidelli sono in provincia di bologna"

Andrea Ferrari

La 1200 è stata la prima Morbidelli, ma inizialmente portava il marchio MBP…

"Esatto. Alcuni modelli erano già pronti e sono usciti inizialmente come MBP, prima dell’ufficializzazione del marchio Morbidelli. Da quel momento tutta la gamma è passata sotto il nuovo brand, anche se sui carter e sui telai resta ancora qualche riferimento MBP, segno di quella transizione".

Le novità 502 e 352: su cosa puntate di più?

"La T502X, la nostra enduro stradale bicilindrica di media cilindrata, è la più centrata per il mercato italiano. Anche la 352, sia in versione naked sia adventure, è una moto divertente, leggera e ben costruita, con ampia connettività e motore compatibile con la patente A2. Credo che entrambe abbiano grande potenziale in un mercato che sta riscoprendo le cilindrate medie".

Tre cose che servono a un nuovo marchio per conquistare gli appassionati europei?

"Tre elementi fondamentali: design distintivo, rete solida e coerenza di prodotto. Il design deve avere una propria identità riconoscibile; la rete di vendita e assistenza deve essere competente e diffusa. In Italia siamo forti grazie alla rete Benelli, con oltre 200 concessionari, mentre in altri Paesi stiamo crescendo passo dopo passo. Infine, bisogna concentrarsi sui segmenti più vivi del mercato: oggi le crossover e le adventure coprono oltre il 50% delle vendite, seguite dalle naked".

 

"è con i fatti, la qualità e le tecnologia che il consumatore è sempre meno diffidente nei confronti delle moto cinesi"

Andrea Ferrari

A proposito di Benelli: com’è strutturata la collaborazione?

"È semplice. QJ Motor, che fa parte dello stesso gruppo di Keeway, è anche azionista di Benelli e ne cura la distribuzione mondiale. Per questo in molti mercati le reti si sovrappongono: in Italia possiamo contare su una rete capillare di oltre 200 concessionari, un vantaggio enorme per visibilità e assistenza".

Il motociclista italiano è ancora diffidente verso il “made in China”. Come si cambia questa percezione?

"Con i fatti. Il livello di qualità, materiali e tecnologia del prodotto cinese è cresciuto enormemente negli ultimi vent’anni. Lo abbiamo visto in prima persona in fabbrica, e lo dimostrano anche i dati: oggi i brand asiatici superano il 20% del mercato italiano. I motociclisti più giovani sono già molto più aperti: vedono in marchi come Morbidelli un’alternativa di qualità, divertente e accessibile".

Andrea Ferrari (Keeway): “Morbidelli cresce, e lo fa partendo dall’Italia”
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