Attualità
Una giornata in pista coi piloti disabili
Le storie dei ragazzi e degli uomini che decidono, con l'aiuto dell'associazione Di.Di., di salire in sella dopo gli incidenti che ne hanno stravolto le esistenze. Storie di passione, riscatto, voglia di vita e normalità
"C'è chi dice che la moto si guida con gli arti superiori. E c'è chi invece sostiene che si guidi con gli arti inferiori. Qui si guida con tutto quello che vi è rimasto". La parole del briefing mattutino spiegano, meglio di qualunque altra cosa, il tenore della giornata. Perché ad ascoltare gli istruttori ci sono dei motociclisti decisamente speciali.
Ad alcuni manca un pezzo di gamba, ad altri un pezzo di braccio, altri ancora sono costretti in sedia a rotelle. E sono qui per tornare in moto. Lo fanno grazie ai corsi promossi dalla associazione Di.Di. (che sta per "diversamente disabili"), la creatura di quel portento di energia e voglia di vivere che si chiama Emiliano Malagoli.
Da anni BMW Motorrad supporta le iniziative dell'associazione Di.Di. Come nell'organizzazione di eventi come quello che, in un venerdì di fine settembre, ha monopolizzato il circuito Tazio Nuvolari di Cervesina, Oltrepò pavese.