Attualità
Il problema delle visiere fotocromatiche, oggi
Alcuni produttori le realizzano ancora, ma un cavillo normativo ne impedirebbe l'uso non perché non siano sicure, ma perché manca un ok all'omologazione. E a volte, se si incappa in un controllo troppo severo, il rischio è di uscirne male
Partiamo da uno spunto di cronaca. Un nostro lettore ci invia la seguente lettera, che sintetizziamo per motivi di brevità.
Gentile Redazione,
mi chiamo Matteo Castellini, sono un motociclista trentino e scrivo questa lettera per condividere un fatto reale che credo possa interessare – e forse anche allertare – molti altri appassionati, tecnici e professionisti del settore moto.
Lo scorso mese mi è stato contestato un verbale per violazione dell’art. 171 del Codice della Strada, con la motivazione che il casco da me indossato – un Shoei NXR2, regolarmente omologato ECE R22.06 – risultava “non omologato” a causa della presenza di una visiera fotocromatica originale Shoei (CWR-F2).
Il verbale ha comportato:
la decurtazione di 5 punti patente;
il fermo amministrativo del veicolo per 60 giorni;
il sequestro della visiera.
Ho subito presentato ricorso al Giudice di Pace, che ha ritenuto le mie ragioni meritevoli di attenzione e ha sospeso l’efficacia dei provvedimenti in attesa dell’udienza (fissata per novembre 2025).
Il nostro Matteo sottolinea un problema esistente e oggettivamente serio, che è quello dell'omologazione delle visiere fotocromatiche. Ricordiamo che, con l'entrata in vigore della ECE 22.06, le vecchie visiere cosiddette "specchiate" sono diventate fuorilegge.
COSA DICE L'OMOLOGAZIONE
Tuttavia alcuni produttori (in particolare Shoei) investono moltissimo in termini di ricerca sulla realizzazione di visiere fotocromatiche. Shoei in particolare, in collaborazione con Essilor Luxottica, applica alle sue visiere fotocromatiche la tecnologia Transition, che permette a queste di adattare la propria cromia a seconda dell'intensità della luce che le colpisce.
Dal punto di vista strettamente normativo, l'omologazione ECE 22.06 stabilisce livelli minimi di trasmittanza (la capacità della stessa di oscurare la luce del sole) per le visiere cosiddette “daytime use only”, che dal 50% passa al 35%. Ciò significa che è comunque possibile omologare visiere leggermente più scure. Per quanto riguarda gli schermi parasole, la trasmittanza può scendere fino al 20%, ma la loro presenza sui caschi è possibile solo se sono abbinati a visiere trasparenti.
SERVE UNA PICCOLA MODIFICA
Il problema qual è, a questo punto? Che, a oggi, le visiere fotocromatiche sono solamente “daytime use only”, ovvero possono essere usate solo nelle ore diurne, e per questo non sono (ancora) idonee alla circolazione stradale, ma solo a quella su pista o circuito chiuso; per essere omologate, queste dovrebbero essere "H24", ossia utilizzabili sempre.
"Si tratta - dice a Dueruote Fabian Narizuka, country manager di Shoei Italia - di un puro cavillo normativo. Le visiere fotocromatiche Transition non sono un pericolo per la sicurezza dei motociclisti, anzi. Siamo solo in attesa di poterle omologare per un uso sulle 24 ore, attraverso una piccola modifica alla normativa generale. Paradossalmente, in galleria il motociclista può tirare su la visiera fotocromatica per migliorare la visibilità, ma se indossa occhiali da sole, le cui lenti sono decisamente più oscuranti delle fotocromatiche, non può certo levarli mentre è in movimento. Eppure la legge consente questo".
Ad ogni modo, la sensazione è che il nostro lettore sia incappato in un controllore fin troppo ligio e zelante, forse più interessato a fare cassa con le multe che altro, tant'è che il giudice di pace ha sospeso l'efficacia dei provvedimenti.
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