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La storia - A Gaza c'è un gruppo di motociclisti anti-islamici che si occupa di gestire gli aiuti ai palestinesi
Nato negli Stati Uniti da veterani di guerra, il gruppo di motociclisti è arrivato nella Striscia per offrire supporto umanitario, nonostante la sua storia segnata da posizioni radicalmente ostili all’islam
Quando si parla di club motociclistici americani, la mente corre subito a giubbotti in pelle, raduni, lunghe strade che tagliano in due il deserto e a quell’immaginario ribelle che accompagna le due ruote negli Stati Uniti. Più difficile, invece, immaginare dei biker in mezzo alle tende di un campo profughi a Gaza, impegnati non in un motoraduno ma nella protezione di convogli di aiuti umanitari.
Eppure, è esattamente quello che sta accadendo. Secondo un’approfondita inchiesta della BBC, decine di membri dell’Infidels Motorcycle Club, un gruppo noto negli Stati Uniti per la sua identità dichiaratamente anti-islamica, lavorano oggi per garantire la sicurezza dei siti della Gaza Humanitarian Foundation (GHF).
Il nome del club non lascia spazio a interpretazioni: “Infidels” significa “infedeli” e richiama apertamente la contrapposizione all’islam. Fondato nel 2006 da veterani della guerra in Iraq, il gruppo si presenta come una sorta di erede moderno dei crociati, arrivando a utilizzare la croce crociata come simbolo ufficiale. In passato non ha nascosto posizioni fortemente ostili alla religione musulmana, arrivando a organizzare eventi volutamente provocatori, come grigliate di carne di maiale durante il Ramadan.
Il paradosso, quindi, è evidente: uomini che hanno costruito la loro immagine pubblica sulla contrapposizione con l’islam oggi si trovano in uno dei territori a più alta densità musulmana al mondo, a contatto diretto con la popolazione locale che fa la fila per ricevere cibo, acqua e beni di prima necessità.
Al centro dell’operazione c’è UG Solutions (UGS), una compagnia privata americana che ha ricevuto l’incarico di occuparsi della sicurezza dei centri di distribuzione della GHF. È stata proprio UGS ad arruolare almeno dieci membri degli Infidels MC in ruoli di rilievo, affidando la direzione locale ad un ex sergente dell’esercito statunitense con un passato militare.
Ma il coinvolgimento è ben più esteso: secondo testimonianze di ex contractor, sarebbero circa quaranta i membri degli Infidels MC impiegati nei vari siti della GHF a Gaza, spesso con incarichi da caposquadra o da responsabili della sicurezza armata.
Le ragioni di questa scelta vanno ricercate soprattutto nelle competenze. Molti biker del club sono veterani con anni di esperienza militare, abituati a gestire armi, convogli e situazioni di tensione. In un contesto dove la distribuzione di aiuti può trasformarsi in caos e dove non mancano episodi di violenza, la presenza di personale addestrato diventa un elemento cruciale. Non a caso, i compensi sono alti: 980 dollari al giorno per un contractor semplice, fino a 1.580 dollari per i team leader.
La presenza degli Infidels MC, tuttavia, non passa inosservata. Se da un lato c’è chi sottolinea la professionalità di uomini con esperienza militare, dall’altro rimane la contraddizione di fondo: un gruppo nato per contrapporsi all’islam, con simboli e dichiarazioni che lo testimoniano, si trova ora a proteggere famiglie musulmane in fila per il pane.
UG Solutions ha difeso le proprie scelte, dichiarando che le assunzioni si basano solo su requisiti professionali e non su “hobby o affiliazioni personali”. Ma resta l’impatto simbolico di biker che indossano patch con scritto “Infidels” impegnati in una missione umanitaria in territorio palestinese.
Per il mondo motociclistico, la vicenda mostra ancora una volta quanto i club a due ruote possano uscire dal loro perimetro abituale. Non si tratta solo di raduni, viaggi e cultura biker: talvolta, come in questo caso, il confine si sposta fino a scenari geopolitici complessi, dove le moto lasciano spazio ad armi, divise e incarichi di sicurezza.
Che li si consideri mercenari ben pagati o biker capaci di adattarsi a un contesto imprevisto, gli Infidels MC a Gaza raccontano una storia carica di contraddizioni.