Attualità
Ci sono più morti e feriti in moto perché siamo diventati meno bravi a guidare?
Non è una provocazione, ma una tendenza su cui riflettere: c'entrano i motociclisti di ritorno, l'allungamento dell'età media e il fatto che da qualche generazione si è perso il cursus formativo che iniziava a 14 anni con il cinquantino
Come giova sempre fare - e a maggior ragione, su un argomento sensibile come questo - non soffermatevi solo sul titolo, ma leggete bene. Perché quella che potrebbe sembrare una provocazione, forse, ha un fondamento ben più profondo. Ma facciamo un passo indietro: analizzando i dati Aci-Istat sulla mortalità in moto e scooter relativi al 2024, emerge come l'anno appena passato sia stato uno dei peggiori della storia recente. Le 830 vittime rimaste sulla strada corrispondono sia a un aumento del +13,1% rispetto al 2023, sia al numero più alto di sempre dal 2017 (allora 877); discorso analogo per quanto riguarda i feriti con lesioni serie, che sono stati 51.978, in calo rispetto al 2023 (che però ha rappresentato un annus horribilis con il record recente di 57.704 feriti), ma comunque sempre moltissimi.
Ma siccome la colpa non è sempre degli altri, è necessario anche mettere in luce come ben 552 motociclisti morti e 25.950 feriti siano stati direttamente responsabili dei sinistri in cui sono rimasti coinvolti. Se andiamo a vedere, si tratta di una percentuale molto alta sul totale di categoria. Imputabile ad alta velocità, scivolate, uscite di strada, comportamenti dettati dalla gestione imprudente della dinamica di guida. Poi, è vero, ci sono anche le responsabilità evidenti degli altri attori della strada (in testa gli automobilisti), ma le responsabilità di moto e scooter ci sono eccome.