Attualità
Andrea Dovizioso: la rinascita del Monte Coralli
Taglio del nastro per l'impianto di Faenza. Che, dopo due alluvioni, torna a nuova vita grazie ai fondi del Pnrr. E alle risorse e alla volontà di Dovi
Chi conosce bene Andrea Dovizioso sa che questo è di sicuro il titolo più importante conquistato nella sua vita. Lui, nato crossista ma diventato famoso sulle piste di mezzo mondo, ha coronato un sogno che si chiama 04 Park Monte Coralli. Un sogno ottenuto contro tutto e tutti, in primo luogo le forze della natura. E sulle macerie lasciate per ben due volte dalle alluvioni, il Dovi ha ricostruito. Mettendoci molto di tasca sua, ma con la decisiva collaborazione della FMI e delle istituzioni. Già, perché la rinascita del Monte Coralli passa anche dai fondi ottenuti grazie al Pnrr: il suo progetto era in lizza con un'altra decina, e ha conquistato tutti.
Perché? Perché Monte Coralli non è una pista privata, ma uno spazio pubblico con una lunga storia alle spalle, iniziata nel 1973 a Faenza e che oggi si concretizza in una pista da cross, una da trial, uno spazio per l'enduro, un bike park e anche un bosco, un ristorante e un'area conferenze, oltre a un centro tecnico federale permanente… insomma, tutto quello che potete immaginare di trovare in un'area che si estende per ben 18 ettari.
Al termine di lavori durati 4 anni, Dovizioso ha tagliato il nastro della sua creatura, alla presenza della politica e delle istituzioni (dal presidente FMI Giovanni Copioli al ministro dello sport Andrea Abodi) che lo hanno sostenuto, ma che Dovi stesso ha messo insieme, spesso conciliando spinte ed esigenze divergenti, in un piccolo capolavoro di diplomazia.
Il Monte Coralli adesso è aperto di nuovo. E non sarà solo un posto per appassionati, quindi, ma un'area nella quale il mondo del tassello convive pacificamente con altri universi. Uno spazio moderno e aperto anche al di fuori del giro delle moto, pubblico e inclusivo.