Attualità
Le cuffie: il nuovo pericolo strisciante sulle nostre strade
Certo, ci sono anche l'imprudenza, i cellulari, la scarsa educazione stradale e il culto della fretta e della velocità. Ma nelle nostre città la nuova bomba che sta per scoppiare è legata a cuffie e auricolari usate da pedoni e ciclisti. Ecco perché
Sulle strade, il più pulito c'ha la rogna. Ma gli automobilisti che guidano usando il cellulare - nonostante ormai qualunque carretta a quattro ruote abbia una connettività Bluetooth e il vivavoce sia uno strumento di dominio pubblico da almeno 30 anni - sono solo la punta dell'iceberg.
Anche il popolo delle due ruote, dobbiamo ammetterlo, fa la sua parte importante in questa gara di (mal)educazione stradale. E qui gioca un ruolo chiave la quota sempre maggiore di scooteristi che, invece di dotarsi di un interfono, inserisce il proprio smartphone tra casco e orecchio, o circola con gli auricolari a filo indossati sotto al casco.
La questione della connettività di bordo, in un mondo in cui la sconnessione - anche momentanea - dai propri dispositivi elettronici sta diventando una autentica menomazione, è sempre più cruciale. Ne va, se parliamo della circolazione stradale, della sicurezza di tutti. E siccome la strada è di tutti e non solo del più grosso o prepotente (sebbene una normale giornata nel traffico di una città italiana sembrerebbe dire esattamente il contrario), sarebbe il caso che ognuno facesse la propria parte in questo sottile gioco di equilibri.
LE CONNETTIVITA' A QUALUNQUE COSTO E' QUALCOSA CHE STA SFUGGENDO DI MANO. ANCHE A PEDONI E CICLISTI
LE CUFFIE ISOLANO TROPPO DAI RUMORI CIRCOSTANTI
Il più pulito c'ha la rogna, dicevamo prima. Giacché le responsabilità non sono tutte di una categoria. O meglio, ogni utente della strada ha la sua fetta, più o meno grande, di peccati da farsi perdonare. Ma ultimamente mi è capitato di verificare come la diffusione sempre più pervasiva di cuffie e cuffiette da passeggio (nota a margine: i miei complimenti al marketing di quel brand tecnologico che ha trasformato in qualcosa di glamour la cuffia auricolare, fino a qualche anno fa sinonimo di sordità) tenda a rendere sempre più pericolosi pedoni e ciclisti. I quali, isolati dai rumori provenienti dall'esterno, non si accorgono di quello che fanno e di quanto possano essere pericolosi per chi li circonda.
A chi in moto o scooter non è capitato di dover fare numeri da circo per scansare il pedone (o il ciclista, o il guidatore di monopattino inconsapevole) mettendo magari a rischio la propria incolumità? Non posso vedervi, ma immagino che le mani tese saranno tante.
LE CUFFIE ISOLANO TROPPO DAI RUMORI CIRCOSTANTI. E RENDONO GLI UTENTI DEBOLI DELLA STRADA ANCORA PIU' DEBOLI PER SE STESSI. E PERICOLOSISSIMI PER MOTO E AUTO
UNA BOMBA A OROLOGERIA PER SE STESSI E GLI ALTRI
Il problema ancora non rientra nei radar del legislatore, ma è palese: le cuffie per la musica tendono a isolare eccessivamente chi le indossa dai rumori del traffico e da quello dei veicoli nelle circostanze, aggiungendo un altro decisivo fattore di rischio per tutto l'ecosistema stradale.
E, come insegna qualunque criterio progettuale con cui vengono realizzati caschi e dispositivi interfono, l'eccessivo isolamento acustico del soggetto che li indossa è vietato nonché proibito dai protocolli omologativi.
Il motivo è presto detto: chiunque, quando si trova a circolare in strada, deve poter percepire ciò che avviene attorno a lui. Una cuffia per la musica che si vanta di isolare i rumori esterni è un ottimo strumento per audiofili, ma una bomba a orologeria se la si indossa quando si cammina, si attraversa la strada, si guida una bici.
UTENTI DEBOLI? SI', MA NON AL DI SOPRA DELLA LEGGE
Inutile trincerarsi e frignare dietro al paravento dell'utente debole: anche chi cammina o va in bici non può vivere al di sopra della legge. Legge che, prima o poi, dovrà regolamentare anche l'uso scriteriato di questi dispositivi.
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