Galfer Floatech Road: come nasce e come va il nuovo disco freno dell’azienda spagnola +VIDEO
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In occasione del lancio di prodotto, siamo stati ospiti per una visita nei reparti produzione e R&D e per un test del disco applicato a diversi modelli di moto. Ecco cosa abbiamo visto
Si dirà che un disco è sempre un disco, ma la verità è che c’è disco e disco. Di che parlo? Di freni naturalmente, e, per capirci di più, poche settimane fa sono stato in visita nella fabbrica Galfer, Spagna, nella periferia di Barcellona, giusto alle porte del celebre autodromo di Montmelò. L’occasione è stata quella della presentazione del nuovo disco flottante per moto stradali Floatech Road, una componente apparentemente semplice che cela però non poca innovazione.
Un evento in grande stile, a livello di una presentazione moto, con la doverosa conferenza stampa, un tour guidato dei dipartimenti di produzione e ricerca e sviluppo e test finale di una vasta gamma di moto, tutte equipaggiate con i nuovi rotori Floatech Road. Ma andiamo con ordine.
IL PROCESSO DI PRODUZIONE DI UN DISCO FRENO DA MOTO
Chi lo avrebbe detto che il processo di produzione di un disco freno flottante potesse essere così interessante? Sarebbe forse bastato pensarci, ma si tratta di un elemento dato spesso per scontato, soprattutto da chi non sia avvezzo alle staccatone da 250 e più chilometri l’ora, quando scontato non lo è per niente, visto che vi affidiamo la nostra incolumità in continuazione.
Tutto parte da una lastra d’acciaio che viene incisa e tagliata da un laser automatizzato, il quale dà forma ad in media 500 piste frenanti al giorno. Il taglio della pista del disco richiede alcuni minuti, ad esempio quella del disco racing top di gamma, la più complessa come disegno, ne impiega circa 6.
Dopo il taglio, arrivano i passaggi della cataforesi e del trattamento termico. La prima è una sorta di verniciatura che serve a prevenire l’ossidazione, mentre il secondo è utile a dare al metallo tutte le proprietà di resistenza necessarie. Cataforesi e trattamento termico, comunque fasi fondamentali per produrre un disco di alta qualità, sono le uniche non svolte internamente in Galfer ma presso fornitori esterni. Rientrata, la pista del disco subisce un’ulteriore rifinitura per perfezionare le tolleranze e viene rettificata per risultare perfettamente liscia e pronta all’uso.
L’altra grande componente di un disco freno flottante è quello che viene chiamato “mozzo”, la parte interna in alluminio che, di nuovo, sul modello racing top di gamma è più curata che sul resto della produzione, essendo ricavata dal pieno. Ad unire mozzo e pista stanno i rivetti ed è proprio in questa zona che risiede la novità del disco Galfer Floatech. La superficie di accoppiamento tra le parti, e sede del rivetto, non ha più forma di semicerchio ma è squadrata, ciò permette una maggiore libertà di espansione quando il metallo si dilata a causa dell’aumento di temperatura, che in situazioni di stress può essere davvero importante. A tal proposito, in fase di test sul banco i dischi vengono portati a oltre 750°C.
Accanto ai dischi, in Galfer vengono prodotte pastiglie freno di vario genere, sia da moto che da bicicletta. Anche qui, base e mescola della pastiglia prendono vita separatamente e vengono in seguito unite. Le pastiglie sinterizzate, le più performanti, subiscono il trattamento della sinterizzazione, una sorta di “cottura” all’interno di un forno che impiega circa 50 minuti, utile a saldare le due parti e a conferire tutte le proprietà necessarie.
LA PROVA DINAMICA DEI DISCHI FRENO GALFER FLOATECH ROAD
Dopo aver visto come il disco Galfer Floatech Road prende vita, arriva finalmente il momento di metterlo alla prova. A nostra disposizione, moto di tutti i tipi, dalle maxi enduro alle crossover, dalle roadster alle sportive vere. Parto in sella ad un’ottima Triumph Speed Twin 1200, ma balzerò poi a bordo dell’interessante Yamaha MT-09 con cambio automatico Y-AMT. Innanzi tutto, un giudizio estetico, che ha comunque un suo peso: le moto equipaggiate con dischi anteriori Floatech sono davvero d’effetto, il disegno a margherita della pista in acciaio fa decisamente la sua figura.
Passando al test dinamico, non si può che parlarne bene. Su entrambe le moto da me provate, l’impressione è stata quella di un impianto frenante caratterizzato da grande modulabilità e senza aggressività al primo attacco della pastiglia sul disco. Buona la sensazione sulla leva senza essere eccessivamente pronto, potenzialmente ottimo anche in condizioni di bagnato o asfalto sporco.
È chiaro che per saggiare davvero le qualità di un disco innovativo come il Floatech andrebbe portato al limite in pista, ma lo abbiamo sfruttato come realisticamente farà buona parte del pubblico a cui è destinato, ovvero consumatori che della propria moto fanno un uso molto meno estremo. Ad ogni modo, se la vostra moto ha bisogno di dischi nuovi, che sia una Desert X o un qualcosa di ben più sportivo, ora sapete dove rivolgere l’attenzione.
FRENI GALFER: PASSATO E PRESENTE
Concludo con un’infarinatura generale sul passato e sul presente di Galfer, oggi impegnata ai massimi livelli sia nel racing che nella produzione in grande serie. Interessanti gli avvicendamenti storici dell’azienda, nata in Italia, in Piemonte per la precisione, negli anni ’50 e impegnata inizialmente come fornitrice di Fiat con la produzione dei ferodi degli impianti frenanti a tamburo. Quando quest’ultima decise di dar vita alla propria divisione spagnola Seat, ecco che Galfer si trasferì in Spagna. Ad oggi, la produzione spagnola di Galfer riguarda però solamente le due ruote.
Nel mondo delle competizioni Galfer è presente letteralmente ovunque, dal motomondiale all’enduro, dal motocross al trial. Ad esempio, la moto con cui Ai Ogura si è laureato campione del mondo Moto2 nel 2024 era equipaggiata con dischi Galfer, allo stesso moto quelle di Toni Bou, il più forte trialista di tutti i tempi attualmente in attività.
A livello di grande produzione, sappiate che Galfer è fornitore di quasi tutti i principali costruttori di moto europei. Vi mettete in garage una Ducati, KTM, Triumph o Beta? Anche se non lo sapete, i vostri dischi freno sono firmati Galfer.
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