Attualità
Il rating internazionale dei caschi era cosa fatta (poi il Covid ha fatto saltare tutto)
Nel 2020 al Salone internazionale di Ginevra doveva essere presentato un sistema per la classificazione universale della sicurezza dei caschi promosso dalla Fia. Ma l'annullamento della manifestazione e lo shock globale hanno messo una pietra tombale sulla vicenda
L'articolo era già pronto da qualche giorno per la pubblicazione. Dueruote aveva appreso in anteprima (era il febbraio 2020) della piccola rivoluzione che da lì a poco avrebbe messo ordine nel sistema internazionale della classificazione dei caschi, parcellizzato in molteplici normative sovranazionali e drogato da classificazioni indipendenti.
Allora infatti la Fondazione FIA per la sicurezza stradale, allora presieduta da Jean Todt, era pronta per lanciare un progetto mondiale di rating per i caschi in commercio. L'intento era duplice: si sarebbe trattato di un modo per incentivare la diffusione della cultura del casco nei mercati (soprattutto quelli asiatici) ad elevato tasso di crescita motociclistica. Ma soprattutto avrebbe rappresentato un criterio oggettivo e semplice per valutare la reale efficacia dei caschi. Il sistema ricordava grosso modo l’EuroNCAP per la sicurezza delle auto: si assegna ai caschi testati un punteggio in stelle da 1 a 5, in cui 5 è il massimo.
La valutazione sarebbe stata effettuata da un ente terzo e non coinvolto a livello economico e finanziario col mondo delle moto, e per questo doppiamente obiettivo (a differenza di quanto accade per i rating Sharp o Snell, che si appoggiano a fondazioni private e che non hanno una reale obiettività scientifica, oltre che criteri di valutazione condivisi).