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Moto con targhe straniere, un fenomeno made in Napoli che sta prendendo piede

Marco Gentili
di Marco Gentili il 03/08/2023 in Attualità
Moto con targhe straniere, un fenomeno made in Napoli che sta prendendo piede
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Col trucchetto dell'esterovestizione dei veicoli si abbattono i costi assicurativi, non si paga il bollo e le multe arrivano chissà dove. Ma nessuno fa niente per arginare la piaga. Anzi...

"Una volta c'era la moda delle targhe bulgare. Adesso ci sono quelle polacche. Tra qualche anno chissà quale sarà il Paese fortunato...". La prende sul ridere Domenico Lojacono, sales manager di SYM Italia. Lui, così come tutti i principali costruttori di scooter, stanno facendo i conti con un fenomeno ormai consolidato che, dalla provincia di Napoli (primo mercato italiano per gli scooter), si sta diffondendo anche nel nord Italia. Parliamo dell'esterovestizione dei veicoli.

 

COME FUNZIONA L'ESTEROVESTIZIONE

Dietro questa brutta parola si nasconde un meccanismo non certo nuovo, che prevede l'immatricolazione al di fuori dei confini nazionali di un veicolo, in modo tale da non sottostare al regime assicurativo italiano - particolarmente penalizzante per i motociclisti onesti, perché basato su tariffe che dipendono dalla territorialità - e permettono di non pagare il bollo. Non parliamo poi delle multe, che vengono comminate all'intestatario del veicolo (figura che, come vedremo, non coincide mai col conducente).

 

UN TRIONFO DI TARGHE POLACCHE

Negli scorsi anni questo giochetto vedeva per protagoniste le targhe bulgare e quei mezzi, spesso già piuttosto datati e vittime di un premio RC ben superiore al valore del veicolo stesso. In fondo, perché pagare di assicurazione un prezzo superiore a quello del bene assicurato? Ed è così che alcuni soggetti - cui si arriva col passaparola - attraverso agenzie create ad hoc in Paesi stranieri e con filiali in Italia, si occupano di radiare per esportazione la moto o lo scooter interessato (non è un caso che Napoli sia la seconda piazza italiana per radiazioni, con 5.364 radiazioni nel primo semestre 2023; ndr), per poi reimmatricolarlo all'estero.

Qui viene intestato o a una società di noleggio, o a un prestanome residente sul posto. Successivamente, il mezzo viene riportato sul suolo italiano. Dove, a questo punto, può beneficiare di tutti gli "sconti" di cui abbiamo parlato sopra. Da circa un anno, il business di questa agenzie (concentrate soprattutto nelle province di Napoli e Caserta, vale a dire dove la RC è una autentica vessazione per gli utenti delle due ruote) ha lasciato la Bulgaria per spostarsi in Polonia. E nessuno, apparentemente, fa niente.

 

TUTTI SANNO, NESSUNO FA NIENTE

Abbiamo interpellato telefonicamente e via mail l'ACI di Napoli, senza ottenere risposta. Stessa cosa per l'Ania, che rappresenta le compagnie assicurative. "Allo stato, non si dispone di elementi giornalisticamente ostensibili", ci scrive l'ufficio stampa della Guardia di Finanza. La quale, se avesse delle indagini attive in corso, ovviamente lavorerebbe sototraccia e senza diffondere nessun elemento. Ma il lavoro delle forze dell'ordine per contrastare questa piaga è difficile: i controlli su strada relativi alle targhe sono esigui

 

MA NON ERA VIETATO CIRCOLARE IN ITALIA CON TARGA STRANIERA?

Sulla carta sì, ma evidentemente qualcosa non funziona. Le modifiche introdotte dalla legge 238 del 2021 (che hanno anche cambiato l'articolo 93 del Codice della strada) disciplinano chiaramente come un veicolo con targa estera nella disponibilità di un cittadino residente in Italia debba essere iscritto al Reve (il registro dei veicoli immatricolati all'estero) e debba circolare con tutta una serie di documenti al seguito. Ma nonostante il legislatore abbia cercato di mettere un freno ai "furbetti delle multe" (col Reve infatti le sanzioni vengono direttamente inviate alla residenza dell'utilizzatore del mezzo), evidentemente l'iscrizione al Reve resta ancora un optional poco usato.

 

NON SOLO NAPOLI: ORA ANCHE A MILANO

Un giochetto, quello della polonizzazione delle moto, che funziona fin troppo bene. A tal punto che, come ci conferma un importante broker assicurativo specializzato nelle due ruote, anche in provincia di Milano stanno iniziando a spuntare come funghi i primi mezzi con targa polacca. La cui diffusione rappresenta un problema notevolissimo soprattutto sul fronte assicurativo.

Immaginate infatti di avere un sinistro con una moto/scooter con targa polacca, quindi assicurato con una compagnia locale. Le difficoltà di doverlo gestire via raccomandata, senza la certezza di una reale copertura assicurativa, e col serio rischio di non vedere il rimborso (o di vederlo alle calende greche) rendono la compensazione del sinistro un'autentica corsa a ostacoli.

 

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