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Autovelox: servono o no?

Marco Gentili
di Marco Gentili il 18/07/2023 in Attualità
Autovelox: servono o no?
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Molti motociclisti li vivono come un inutile impedimento e come un modo da parte delle amministrazioni di fare cassa. Eppure, se andiamo a vedere con attenzione, una loro logica ce l'hanno

Per una volta voglio fare la parte del "più realista del re", sostenendo una tesi che tutto sommato la mia metà razionale condivide: gli autovelox sono molto utili.

Poi, certo, la mia metà più impulsiva non è d'accordo, soprattutto perché sono fresco di sanzione, e proprio a causa di una di quegli odiosi rilevatori della velocità. Lo ammetto: qualunque sia il mezzo che guido, mi piace andare. E sono riuscito nella missione più unica che rara di prendere una multa colossale (con decurtazione di tre punti dalla patente) per essere sfrecciato sovrappensiero sotto il velox di via dei Missaglia con la mia Vespa 125 (già...), dove vige un surreale limite a 50 all'ora, su una strada che ha le caratteristiche costruttive di una pista di decollo per aerei.

 

FARE CASSA ED EVITARE INCIDENTI

A mio avviso, le parole prounciate pochi giorni fa dal sindaco di Milano (città che a breve varerà alcuni nuovi impianti autovelox) Beppe Sala sono illuminanti: "Capisco benissimo che in molti pensino che sia anche un modo per fare cassa, però su alcune strade ad alta viabilità la velocità spesso non viene rispettata. Credo che in alcuni casi possano essere utili", ha detto chiaramente.

Insomma, i velox servono anche a fare cassa, lo sapevamo. Ma è altrettanto vero che servono a incrementare la sicurezza stradale. In che modo? Costringendo gli utenti della strada a rallentare.

Piaccia o no, distrazione e alta velocità sono le principali cause di incidenti sulle strade italiane. Strade che, dati alla mano, non sono certo un luogo sicuro: nel 2021 vi hanno perso la vita 8 persone al giorno (e siamo in attesa di leggere i dati relativi al 2022, di prossima pubblicazione). 

L'assioma incontestabile è: diminuire la velocità significa diminuire il rischio.

E l'unico modo per far rallentare un popolo poco incline al rispetto delle regole come quello italiano, è sanzionarlo. Mettere le mani in tasca alle persone è l'unica soluzione praticabile, parliamoci chiaro.

 

QUALCHE NUMERO

Nel 2022 i Comuni italiani hanno incassato dalle multe la cifra ragguardavole di 547 milioni, in aumento del 37% su base annua. Di queste, però, le contravvenzioni comminate tramite autovelox rappresentano solo una frazione del totale. Prendendo l'esempio di Milano (la città che più guadagna dai proventi delle multe), il capoluogo lombardo incassa 151 e rotti milioni all'anno; di questi, 12,9 milioni (meno del 10%) arrivano dai velox.   

Che comunque rappresentano un deterrente all'incidentalità e alla mortalità. Poco importa che, una volta usciti dal cono di legalità tracciato dai sensori del velox, la nostra vellocità aumenti in maniera esponenziale. 

Sempre parlando di numeri, è bene ricordare che l'incremento dei controlli stradali (in presenza o in remoto) e l'introduzione di dispositivi di sicurezza obbligatori (nel nostro mondo, il casco) ha avuto un effetto benefico sul montante di morti e feriti sulle strade. Nel 1961, ad esempio, sono morti 3.660 motociclisti e ne sono rimasti feriti 107.129. Numeri che si sono ridotti di anno in anno, e non certo per una rinnovata coscienza dell'educazione stradale, arrivando nel 2021 a 695 morti e 42.369 feriti.

 

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