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Che fine faranno le batterie delle moto elettriche?

Redazione
dalla Redazione il 18/04/2023 in Attualità
Che fine faranno le batterie delle moto elettriche?
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Qualcuno inizia a pensare al delicato tema del recupero o dello smaltimento delle batterie: il progetto Battery Lifetime Consortium di Bosch

Nonostante polemiche e ritardi, soprattutto in Europa la quantità di auto e moto elettriche in circolazione sta aumentando vertiginosamente. Secondo alcuni studi, già nel 2030 le quattro ruote a batteria potrebbero essere il 70% delle auto vendute.

Le aziende grandi e piccoli sono impegnate a progettare, costruire e vendere i veicoli più aggiornati possibile, ma come al solito si parla molto poco del tema “fine vita” , in particolare per quanto riguarda le enormi batterie dei veicoli elettrici. Già le tradizionali batterie al piombo sono fra le componenti più inquinanti a bordo dei veicoli stradali, e attualmente del loro smaltimento si occupano consorzi come Cobat (le cui competenze si estendono ormai a rifiuti elettronici, pannelli fotovoltaici, pneumatici e fibra di vetro) i cui servizi sono pagati in anticipo attraverso una quota del prezzo di acquisto della pila o batteria.

 

BATTERIE (E PROBLEMI) 100 VOLTE PIU' GRANDI

Gli attuali processi sono pensati per batterie con taglia da 0,5-1 kWh circa; le batterie al litio da trazione vanno da 50 a 100 kWh, il che significa moltiplicare tutto per 100: è chiaro che i processi e la filiera vanno ripensati, con l'obiettivo di privilegiare il riuso e il riciclo rispetto al semplice smaltimento. Soprattutto considerando che l'Unione Europea ha tra le sue linee guida quella di promuovere l'economia circolare, che sul riciclo si fonda.

La mobilità elettrica potrebbe essere l'occasione per integrare con maggior decisione il riciclo all'interno dell'economia europea e del ciclo di vita dei nuovi prodotti: con un riciclo ottimale è possibile recuperare fino al 95% degli elementi chimici di una batteria e riutilizzarli in seguito. Entro il 2030 l'Europa richiederà una capacità di riciclo di oltre 420.000 tonnellate l’anno solo di materiale per batterie, e considerando che le batterie installate attualmente sulle auto e sulle moto elettriche arriveranno a fine vita nel giro di 10-15 anni, è fondamentale sfruttare questo lasso di tempo per preparare l'infrastruttura necessaria.

 

FINE VITA BATTERIE: L'ESEMPIO TEDESCO

In Germania, il Paese europeo che finora ha spinto con più decisione sulla mobilità elettrica, si è mosso il gigante Bosch che ha sviluppato una linea di macchinari, attrezzature e software dando vita al primo impianto completamente automatizzato per la scarica e il disassemblaggio dei moduli delle batterie. Bosch ha sviluppato un sistema di scarica che risulta più veloce e sicuro, oltre a utilizzare l'energia residua dei moduli come fonte del processo stesso. Ogni linea potrà scaricare automaticamente 8 batterie al litio da auto in meno di 15 minuti, contro le 24 ore attualmente richieste per ogni batteria. Ogni anno l'impianto fornito al “Battery Lifecycle Company” dovrebbe riciclare fino a 15.000 tonnellate di materiali per batterie, con inizio delle attività previsto nell'estate del 2023.

Pur avendo mostrato qualche crepa rispetto alla compattezza iniziale sul tema della transizione elettrica, la Germania si sta insomma attrezzando con il dovuto anticipo: sia convertendo la filiera dei suoi fornitori tradizionali che affrontando il delicato tema del riciclo. Anche il Giappone, con la sua tipica mentalità pianificatrice, sta studiando tutti gli scenari. Sarebbe importante che anche In Italia si iniziasse a ragionare seriamente in questa direzione.

 

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