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Le 10 moto più iconiche del cinema italiano

Redazione
dalla Redazione il 15/02/2023 in Attualità
Le 10 moto più iconiche del cinema italiano
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Dalla Moto Guzzi Ercole di Anthony Quinn e Giulietta Masina in “La strada”, alla Yamaha FZ 750 di “Troppo forte”, le moto, specialmente se cavalcate da un attore di successo, sono state nel corso degli anni le vere star di molti film italiani

Le 10 moto più iconiche del cinema italiano

Moto Guzzi Ercole – La Strada (1954)

La moto è stata una costante nella produzione cinematografica di Federico Fellini, presente in quasi tutte le sue opere. A cominciare dal motocarro Moto Guzzi Ercole utilizzato ne “La Strada”, film con Anthony Quinn, Giulietta Masina e Richard Basehart. Primo grande successo internazionale per il Maestro italiano, film in bianco e nero, poetico e tormentato, racconta il tenero, ma anche turbolento rapporto fra Gelsomina, interpretata da Giulietta Masina, e Zampanò, interpretato da Anthony Quinn, due strampalati artisti di strada che percorrono l'Italia dell'immediato dopoguerra.

Il mezzo che li accompagna è un motocarro Moto Guzzi, modello Ercole del 1950. L’Ercole, che apparve nel 1946 e rimase in produzione fino al 1980, era più pesante dei predecessori, e proprio a causa dell'aumentata capacità di carico, adottava una trasmissione aggiuntiva con ingranaggi conici dietro il cambio per rendere possibile l'ingaggio di un cardano. Il motore monocilindrico da 500 cc. aveva quasi 18 cv, cinque marce più la retro e aveva il raffreddamento forzato. La portata raggiungeva i 1500 kg.

L'Ercole fu migliorato nel corso degli anni e le ultime versioni montavano il motore del Falcone e l'avviamento elettrico. Fino al 1960, si poteva avere una cabina di guida, ma a differenza della versione "Edile", non c'era un sedile, ma una sella. La cabina era semplicemente piazzata sopra al motociclo il che lo rendeva un mezzo piuttosto scomodo, perché il rumore del motore era amplificato dalla cabina stessa. Inoltre, sebbene fossero installati grandi scudi vicino al motore, fino alle porte, acqua e fango potevano penetrare facilmente. Negli anni furono adottati il sistema di frenatura idraulico, ed un meccanismo di ribaltamento del cassone che poteva funzionare manualmente o idraulicamente.

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Harley Davidson WLA “Liberator” - Un americano a Roma (1954)

Nel 1954 usciva nelle sale italiane anche un altro grande film che raccontava il dopoguerra italiano, ma da un altro punto di vista. “Un americano a Roma” era una penetrante satira di costume dell'Italia del secondo dopoguerra e descriveva brillantemente il mito esterofilo dell'America, agognata e fantasticata terra dalle mille opportunità, di cui però si conoscevano usi e costumi soltanto attraverso il cinema, i fumetti e le riviste.

Il Nando Mericoni protagonista del film, magistralmente interpretato da Alberto Sordi, nasce come uno dei personaggi della commedia ad episodi “Un giorno in pretura” dell’anno precedente, è un giovanotto di Trastevere che alla guida una di Harley-Davidson WLA 750, regala uno spaccato di storia che rimarrà per sempre negli annali del cinema.

La Harley-Davidson WLA 750, nota come “Liberator” perché portata nel Vecchio Continente dai liberatori americani, era stata prodotta dall'azienda americana per essere impiegata dall'esercito USA durante la seconda guerra mondiale. È stata utilizzata anche dall'esercito canadese nella versione WLC e dall'Armata Rossa, a cui ne furono forniti 30.000 esemplari dei circa 78.000 prodotti nell'ambito del progetto. Il motore era il Flathead da 740 cc a valvole laterali con teste in lega leggera e cilindri in ghisa. Semplice da mantenere, affidabile e molto elastico, permetteva di viaggiare ad andature molto basse in presa diretta riprendendo senza strappi fino alla velocità massima consentita (110 km/h).

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Gilera e MotoGuzzi GP - I fidanzati della morte (1957)

Si tratta di un film unico nel suo genere, che testimonia l’età dell’oro del motociclismo internazionale e una gloriosa stagione di eccellenze italiane. Il film fu infatti realizzato grazie al supporto di Gilera e MotoGuzzi che fornì anche le  immagini filmate rarissime della galleria del vento e degli stabilimenti di Mandello del Lario.

La storia d’amore, rivalità e passioni, diretta da Romolo Marcellini, è ambientata nel mondo delle corse motociclistiche degli anni ’50, girata durante le maggiori competizioni del tempo, come il Moto GP a Monza del 1956 e l’ultima edizione della leggendaria Milano-Taranto. Al fianco di attori popolari al tempo come Rik Battaglia e Sylva Koscina, compaiono grandi campioni dell’epoca come Geoffrey Duke, Libero Liberati, Bill Lomas, Enrico Lorenzetti, Reg Armstrong, Stanley Woods, Ken Cavanagh, Dickie Dale, Keith Campbell, Pierre Monneret, Albino Milani, Walter Zeller, Bruno Francisci.

Dopo 60 anni di oblio, il film è stato recentemente riscoperto e restaurato ed è nuovamente disponibile in una edizione da collezione arricchita delle illustrazioni originali, che comprende un DVD con sottotitoli in 5 lingue,  contenuti speciali (tra i quali l’intervista al 9 volte campione del mondo Carlo Ubbiali) e un libro con contributi firmati da Luigi Rivola, Giulio Gori, Paolo Sormani e Arturo Rizzoli.

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Moto Guzzi Falcone - Il vigile (1960)

Altra memorabile interpretazione di Alberto Sordi, che ne “Il vigile” è Otello Celletti, un indolente ed eterno disoccupato che riesce a farsi assumere come vigile motociclista del comune, grazie al fatto che suo figlio ha salvato dall'annegamento il figlio di un assessore comunale e alla sua ossessiva insistenza col sindaco.

Il film fa riferimento ad un fatto realmente accaduto: nel 1959 un vigile si era permesse di multare per un sorpasso il questore di Roma il quale se ne è molto risentito e, come accade nel film, l'inflessibilità morale del vigile fu smontata da scoperte poco edificanti sulla sua famiglia, in particolar modo sulla sorella che faceva la prostituta a Milano.

Otello Celletti nel film compie il suo dovere a bordo di una Guzzi Falcone, una moto che ha fatto la storia della casa di Mandello del Lario. Presentata al Salone di Ginevra nel 1950, è rimasta in produzione, con vari aggiornamenti, sino al 1967. Dotata di monocilindrico da 500 cc da 23 cv di potenza che, con un peso di 170 kg spingeva la moto ad una velocità dichiarata di 135 kmh, la Moto Guzzi Falcone 500, era proposta inizialmente dalla Casa di Mandello in una unica versione, mentre dal 1953 fu commercializzata in una versione più “tranquilla” denominata Falcone Turismo. Nel 1967 il Falcone fu oggetto di alcuni aggiornamenti tra cui la modifica del serbatoio della benzina, la sella, il relativo supporto e l’aggiunta di un cavalletto laterale. La moto, per le sue doti di robustezza e tenuta di strada, fu subito notata dalle Istituzioni che decisero di acquistarla sia nella versione Sport che in quella Turismo.

I principali Corpi Statali e Forze Armate che la adottarono furono la Polizia Stradale, l’Esercito che all’epoca comprendeva anche l’Arma dei Carabinieri, i Corazzieri, i Vigili del Fuoco, l’ex Corpo Forestale dello Stato, la Guardia di Finanza e la Polizia Municipale di varie città italiane.

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Motozodiaco Tuareg e Ossa 250 Enduro - Altrimenti ci arrabbiamo (1974)

“Come with me for fun in my buggy”. Se non avete mai sentito questa canzone degli Oliver Onions significa che non avete mai visto “Altrimenti ci arrabbiamo”, film del 1974 diretto da Marcello Fondato ed interpretato dalla premiata coppia, Bud Spencer e Terence Hill.

Il filo conduttore del film è infatti la contesa di una dune buggy che assurge a "pomo della discordia" della vicenda. I “cattivi” mandano da Ben e Kid (Bud Spencer e Terence Hill) una banda di motociclisti (su Ducati Scrambler…) facendogli credere di voler consegnare la dune buggy richiesta, ma la situazione degenera e finisce con un duello in moto in stile "cavalleresco" che chiude la sortita.

In questa scena Bud Spencer cavalca una Motozodiaco Tuareg, una moto curiosa e particolare. La Motozodiaco era stata fondata da Mario Zodiaco, uno dei fondatori del MotorShow di Bologna, personaggio la cui storia meriterebbe un capitolo a parte. Nata come Autozodiaco, con attività di compravendita di auto, l’azienda era poi passata alla creazione di dune buggy su base Volkswagen Maggiolino. Nel 1973 arrivò una breve incursione nel mondo delle due ruote con l’iconica Tuareg, una moto da “spiaggia” con grosse ruote tassellate Goodyear da 11”, motore monocilindrico JLO Rockwell due tempi da 227 cc di derivazione agricola, con avviamento a strappo e trasmissione con variatore. Fu la prima moto di serie a montare freni a disco su entrambe la ruote. Oggi è molto ricercata tra i collezionisti e i pochissimi esemplari in circolazione hanno prezzi decisamente alti.

La motocicletta di Terence Hill è invece una più ordinaria Ossa AE-73 Enduro. OSSA, acronimo di Orpheo Sincronics Sociedad Anonima, era un marchio spagnolo che raggiunse il culmine della propria fama proprio negli anni ’70, grazie anche alle vittorie nell’Europeo di Trial. La Enduro 250 E-73 era un'evoluzione della E-72 dedicata al mercato americano, essendo, ed è abbastanza rara da trovare, mentre è più comune il modello del 1972. Monta un motore a due tempi da 250 cc. e può raggiungere una velocità massima di 130.

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Suzuki TS400, GT380 e 550, KTM 250, Honda 750 Four K2 - Squadra antiscippo (1976)

I polizieschi degli anni ’70, anzi i “poliziotteschi” come venivano chiamati allora, sono una miniera infinita di scene in cui le moto sono protagoniste di inseguimenti, rapine, scippi e crimini vari. Tra i tanti titoli disponibili, abbiamo scelto "Squadra antiscippo", il primo film in cui compare il personaggio di Nico Giraldi, interpretato da Tomas Milian. Diretto da Bruno Corbucci, fu un grande successo commerciale, al punto che generò una serie di undici film interpretati dallo stesso protagonista.

Tomas Milian rivelò che l’ispirazione per il suo personaggio gli era arrivata dallo stuntman Quinto Gambi conosciuto nella discoteca Piper di Roma nel 1966. Tra i due era nata una forte amicizia e Milian lo aveva studiato per creare il celebre personaggio che nei film si ispira alle gesta di Serpico, al punto da tenere in casa un poster del celebre film interpretato da Al Pacino.

Nel film compaiono molti dei modelli in voga in quegli anni, modelli che venivano amichevolmente chiamate “moto da rapina” dagli appassionati, come le Suzuki TS400, GT380 e 550, la KTM GS 250  e la Honda 750 Four K2 con la quale Tomas Milian è immortalato sulla locandina del film.

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Harley-Davidson Electra Glide - I due superpiedi quasi piatti  (1977)

Nel nono dei 16 film interpretati dalla coppia formata da Bud Spencer e Terence Hill, Wilbur e Matt sono due disoccupati che, nell'assolata Miami, si incontrano casualmente mentre cercano invano di sbarcare il lunario. I due provano a dare una svolta alle loro vite tentando una rapina, ma sbagliano indirizzo ritrovandosi, in una stazione di polizia. Per non destare sospetti, sono costretti ad arruolarsi e finiscono per diventare due validi poliziotti che, nonostante i modi poco ortodossi, riescono a risolvere un misterioso caso di omicidio e a incastrare una banda di trafficanti di stupefacenti a esso collegata.

Le moto utilizzate nel film da Bud Spencer e Terence Hill (che curiosamente cambiano colore e allestimento più volte nel corso del film…), sono delle Harley-Davidson Electra Glide con motore FLH Shovelhead 1200, modello per molti anni in dotazione alle forze dell’ordine americane e che tutt’ora, nelle versioni più aggiornate, vengono utilizzate negli Stati Uniti dalle forze di polizia. Il modello a tre ruote che Bud Spencer utilizza in una scena è un trike sempre Harley Davidson, con motore Flathead.

Curiosità: in una scena in cui stanno pattugliando le strade in moto, parlando tra loro e ad un certo punto Terence dice a Bud: "Chi trova un amico, trova un tesoro", che sarà poi il titolo di un loro film realizzato 5 anni più tardi, nel 1981.

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Honda CB 650 C - Borotalco (1982)

In Borotalco, film del 1982 diretto ed interpretato da Carlo Verdone, con la bellissima colonna sonora di Lucio Dalla e degli Stadio, Sergio (Carlo Verdone) è un venditore porta a porta di enciclopedie, che chiede alla brillante collega Nadia (Eleonora Giorgi) di lavorare insieme per un giorno, per imparare un po’ da lei. I due si danno appuntamento a casa di un cliente, Manuel Fantoni (Angelo Infanti), ma Nadia è in ritardo e Sergio inizia a parlare con Mauel. Comincia così un crescendo di situazioni incredibili e divertenti che coinvolgeranno sempre di più Sergio, dalla quali, però, sarà dura uscirne. A partire dalla falsa identità con cui si presenta a Nadia raccontando di quando "un giorno mi imbarcai su un cargo battente bandiera liberiana…".

La moto, che in una delle scene più famose accompagna Sergio e Nadia in una gita al mare a Ostia, è una tranquilla Honda CB 650 C prestata a Sergio dal compagno di stanza del convitto, Marcello (Christian De Sica). In un’atmosfera romantica, ma con sprazzi comici, la giornata finisce con Sergio che mette dello zucchero nel serbatoio per fermare la moto lungo la strada ed evitare di andare al concerto di Lucio Dalla di cui aveva millantato di essere amico fraterno e del quale Nadia non solo è una fan, ma a cui ha intenzione di consegnare un suo spartito tramite Sergio stesso. Nelle scene, Carlo Verdone ed Eleonora Giorgi non indossano il casco, oltre che per esigenze di scena, anche perché all'epoca non era obbligatorio.

Carlo Verdone, che è un motociclista doc, si innamorò talmente della moto usata nel film che qualche anno dopo acquistò una Honda 650 Nighthawk che ancora guida.

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Yamaha FZ 750 - Troppo forte (1986)

Carlo Verdone torna protagonista in moto, quattro anni dopo Borotalco, in quello che, nonostante non sia il suo  film più riuscito, rimane sicuramente uno dei più conosciuti.

Nel film, Verdone è Oscar, un giovane della periferia romana che sogna un futuro da attore cinematografico, o almeno da stuntman. Per contattare un produttore inscena un incidente, nel quale però resta ferita una giovane attrice (Stella Hall), che per questo perde la parte. La ragazza si installa a casa di Oscar in attesa del marito con cui tornare in America.

Ad un certo punto Oscar, senza più un soldo in tasca e con i creditori che minacciano di sequestrargli la sua amatissima Yamaha FZ 750, per racimolare un po' di denaro, sfida in una gara clandestina il temutissimo “Murena”, un campione che non conosce rivali. La gara viene vinta da Oscar, che però viene picchiato e derubato della vincita dagli scagnozzi dell’allibratore (Mario Brega).

La Yamaha FZ 750 4 cilindri 20 valvole è la moto al centro della trama. Sul mercato da un anno al momento dell’uscita del film, era la sportiva che faceva sognare tutti gli appassionati del periodo. La FZ, che portava al debutto la testata a 5 valvole, must di Iwata per 20 anni, aveva un motore che erogava 106 CV e con un peso dichiarato di 209 Kg, le prestazioni erano esagerate per l'epoca, tanto che la FZ fu protagonista anche in pista, tra le derivate di serie, imponendosi nel campionato americano e nella 200 Miglia di Daytona con Eddie Lawson. 

Nella sfida clandestina contro “Er Murena”, Sergio/Verdone utilizza invece una Yamaha XT 600 con la quale riesce sconfiggere l’avversario in sella ad una Yamaha TT 600.

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Vespa 150 Sprint Veloce – Caro Diario (1993)

La famosa Vespa di Nanni Moretti divenne leggendaria nel mondo del cinema italiano proprio grazie al film “Caro Diario”, dove lo stesso attore e regista viene ripreso nel primo episodio del film mentre la guida scorrazzando tra i quartieri deserti di una Roma d’agosto e l’Idroscalo di Ostia. Nel film, la Vespa non è un semplice mezzo di trasporto, ma diventa la co-protagonista del personaggio interpretato da Moretti e la complice compagna del suo girovagare per la città e del suo riflettere su cinema, urbanistica, ballo e sociologia, in un viaggio che ci svela pensieri e personalità del protagonista.

La Vespa utilizzata nelle riprese del film, non era un oggetto di scena, ma era proprio lo scooter di proprietà di Nanni Moretti, che il regista e protagonista utilizzatava abitualmente come mezzo di trasporto, cosa che ha continuato a fare fino a quando un incidente stradale, con modeste conseguenze fisiche per Moretti fu invece fatale per la sua Vespa.

La Vespa, successivamente restaurata è ora esposta al Museo Nazionale del Cinema di Torino che ha la sua suggestiva sede all'interno della celebre Mole Antonelliana.

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