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Interfoni e action cam: ecco come saranno testati con la ECE 22.06

Marco Gentili
di Marco Gentili il 13/12/2022 in Attualità
Interfoni e action cam: ecco come saranno testati con la ECE 22.06
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Tutti i dispositivi aftermarket esterni al casco potranno ottenere la compatibilità: riporteranno la certificazione anche sulla confezione

Vita più dura per i sistemi interfono, le action cam e tutti i dispositivi che vengono aggiunti al casco. La richiesta di multimedialità è sempre più spinta anche in moto. Ma tale esigenza si sposa male con quella della sicurezza. E non è un caso che l’ultima revisione della ECE 22.06 (in particolare, il supplemento 2) disciplina proprio questa parte. D’ora in poi sarà quindi necessario effettuare dei test per poter valutare l’efficacia (o meglio, il non interferire/compromettere le caratteristiche del casco) degli impianti aftermarket.

Le prescrizioni attuali prevedono che i costruttori dei caschi possano omologare determinati componenti montandoli sul proprio casco ed effettuando le prove di battuta e accelerazione e le altre previste dalla ECE 22.06. Questo vale sia per gli elementi proprietari (gli interfoni sviluppati dalle Case per essere alloggiati nei modelli della propria gamma), sia per quelli di costruttori terzi per i quali i costruttori di caschi abbiano previsto, in origine, la compatibilità. 

 

ANCHE I DISPOSITIVI POSSONO ESSERE TESTATI

Con il supplemento 2 viene introdotta la possibilità che i costruttori di caschi possano prevedere una sorta di compatibilità con dispositivi che, sottoposti a loro volta a prove di omologazione, si dimostrino universalmente compatibili. Anche i produttori di interfoni e action cam  potranno valutare di testare i propri prodotti con determinati requisiti per ottenere la compatibilità, ossia la certificazione (da riportare anche sulla marcatura) che attesta che un determinato prodotto, se correttamente installato su un casco dichiarato per poter accettare dispositivi omologati, non ne altera le caratteristiche di sicurezza. 

Questo permetterà ai consumatori finali di acquistare un componente da installare sul casco e individuare senza ombra di dubbio se è omologato, e se il casco così equipaggiato mantiene la sua conformità. Si tratta di un modo per fare pulizia di tutti quei produttori low cost di elementi esterni “universali”, sulla cui performance, l’installazione e gli effetti sul casco in termini di sicurezza non abbiamo mai avuto nessun riscontro oggettivo. 

 

ECE 22.06, ANCORA UN CANTIERE APERTO

Ma la ECE 22.06 è un cantiere aperto. Resta ancora da disciplinare in modo univoco la questione del volume. Dispositivi sempre più performanti consentono al motociclista di avere un’ottima resa sonora, se ascolta della musica o fa conversazione telefonica, ma rischiano di distrarlo in modo fatale da ciò che accade attorno a lui. La norma dice in modo generico che il casco non deve precludere le facoltà uditive del motociclista e la percezione di quello che avviene in strada. Ma la determinazione del livello massimo di volume consentito, e il suo corretto uso, è ancora argomento di discussione.

 

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