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Sardarov (MV Agusta): "Con KTM un accordo eccellente, ma non vendo. E Schiranna non si tocca"

Marco Gentili
di Marco Gentili il 07/11/2022 in Attualità
Sardarov (MV Agusta): "Con KTM un accordo eccellente, ma non vendo. E Schiranna non si tocca"
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Intervista col ceo dell'azienda varesina, che con Dueruote ha commentato il recente accordo con cui KTM è entrata nel capitale col 25,1% delle quote

Per alcuni è stato il deal del secolo. Di sicuro, l'ingresso di KTM nel capitale di MV Agusta ha rappresentato un passaggio epocale per la compagnia controllata dal 2018 da Timur Sardarov. Con lui abbiamo parlato delle implicazioni economiche di questo accordo.

Sardarov, in molti davano MV Agusta in crisi, già venduta a un big del settore. Invece ha ceduto solo il 25,1%.

"Non era mia intenzione vendere, e infatti non ho venduto MV Agusta. Da quando sono qui abbiamo risanato l'azienda e varato un piano di rilancio che definire pazzesco è poco: nuovi modelli, tanti progetti, nuovi segmenti. Ma l'accordo con KTM è davvero ottimo per noi".

Cercavate un partner industriale o dei capitali freschi per perseguire il vostro progetto di rilancio?

"In primo luogo un partner serio. In questi due anni abbiamo intavolato molte trattative, ma quella con il gruppo Pierer è stata la più solida. In primo luogo perché KTM ha una struttura rodata e poteva affiancarci soprattutto sul fronte della supply chain e della distribuzione. In secondo luogo, perché KTM ha capito le specificità di questa azienda. A MV Agusta serve un imprenditore di riferimento come posso essere io, non una corporation multinazionale che ne spersonalizzi l'identità. E infatti ha deciso di entrare come socio di minoranza".

A suo avviso, perché KTM ha deciso di entrare in un ruolo da comprimario?

"Perché questa è MV Agusta. In moltissimi vorrebbero mettere un piede qua dentro, perché rappresentiamo una vera eccellenza e abbiamo margini di crescita sconfinati. Inoltre, ci tengo a ricordare, questa è oggi un'azienda in salute, economicamente solida, che si è lasciata il peggio alle spalle. E fa gola a molti".

Quali sono le sinergie che d'ora in avanti possiamo aspettarci?

"Sul fronte dei processi industriali, delle forniture di componenti e della distribuzione internazionale. In particolare, per una piccola azienda come la nostra, gli ultimi due anni sono stati difficilissimi sul fronte dell'approvvigionamento di materie prime. Poter contare sulla forza di un gruppo come KTM per noi è fondamentale".

Nessuna sinergia per quanto riguarda le moto?

"Ognuno procederà pèer la sua strada. I loro brand e i nostri hanno troppe differenze e una grande specificità".

Però è innegabile che il nuovo socio, entrando nel capitale di un'azienda nella quale lei e la sua famiglia avete investito molto, abbia portato dei capitali freschi. Il suo intento era cercare anche liquidità?

"Chiaramente la liquidità, a un'azienda come MV Agusta che è un animale affamato di capitali, fa comodo. E non potrebbe essere altrimenti. Noi siamo in una fase di lancio, di grossi investimenti sui progetti e sui prodotti, abbiamo bisogno di liquidità".

Lei resterà Ceo dell'azienda? Cambierà qualcosa negli assetti societari?

"La governance non cambia. Possiamo ipotizzare l'ingresso di qualcuno di KTM nel nostro board, ma le redini dell'azienda restano anche in futuro nelle mie mani e in quelle dei manager di MV Agusta".

Qualcuno ha ipotizzato scenari foschi per l'azienda e per i suoi stabilimenti, in caso di vendita.

"Infatti non ho venduto e non c'è niente da temere. MV Agusta è un'azienda saldamente italiana e così deve rimanere. Schiranna e gli altri stabilimenti produttivi non si toccano, anzi. E le dirò di più: chiunque un giorno comprerà questa azienda e decidesse di delocalizzare la produzione, significa che la vuole far morire. Qui c'è il vero Made in Italy, l'artigianalità e il concetto di premium. Sia io, sia i nuovi soci di minoranza, lo sappiamo bene".

Il progetto di quotazione in Borsa resta sempre attuale?

"Alla luce dell'accordo con KTM, non abbiamo più necessità di quotarci in Borsa".

 

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