Nei primi sei mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo del 2020, sono aumentati gli incidenti stradali con lesioni a persone (65.116, pari al +31,3%), feriti (85.647, +28,1%) e vittime (1.239, +22,3%). È quanto emerge dalle stime preliminari contenute nel report Aci-Istat. Tutti questi dati risultano invece in calo rispetto alla media 2017-2019. L'Istat rileva come le differenze segnalate mese per mese sono legate all'avvicendarsi delle chiusure e dei provvedimenti normativi attuati per il contenimento della pandemia da Covid19, seguiti da periodi di ripresa. Il primo semestre 2021 presenta un andamento diversificato dell'incidentalità durante i singoli mesi. Rispetto al 2020, incidenti e infortunati diminuiscono nei mesi di gennaio e febbraio e aumentano in misura consistente nel periodo marzo-giugno 2021. Complessivamente i valori risultano sempre sotto la media 2017-2019, ad eccezione delle vittime nel mese di maggio (+5,4%). In genere, l'aumento più rilevante delle vittime (+50% circa) si è verificato sulle autostrade mentre sulle strade urbane ed extraurbane è compreso tra il 17 e il 20%).

LE MOTO AI MARGINI

I dati messi in luce da ACI e Istat, pur essendo ancora preliminari e non disaggregati, mettono però in luce come le moto restino sempre ai margini di un dibattito nel quale si parla moltissimo di auto e di micromobilità. E questo nonostante proprio motociclisti e scooteristi siano ormai riconosciuti come utenti deboli della strada, come si capisce chiaramente dai pochi (e preoccupanti) dati presentati durante il convegno, che riguardano il nostro mondo. Sulle strade extraurbane il 40% di chi perde la vita è un motociclista. E, fatto 100 il numero dei decessi globali su strada, il 21,19% riguarda proprio i motociclisti. L’altro lato della medaglia riguarda il fatto che solo il 2,99% dei morti su strada sono causati dall’impatto con una moto (0,38% per i ciclomotori); tale percentuale sale al 61,53% per le auto.