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Commercio: altro che Suez, il vero disastro sta avvenendo in Cina

Redazione
dalla Redazione il 11/06/2021 in Attualità
Commercio: altro che Suez, il vero disastro sta avvenendo in Cina
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Un focolaio di Covid sta bloccando il porto di Yantian, uno dei più importanti del mondo e crocevia dei traffici navali. Ecco come impatterà sul mondo delle moto

Aumenta di giorno in giorno il numero di container bloccati in alcuni tra i più attivi porti della Cina dopo l'emergere di focolai di Covid-19 tra i lavoratori portuali. Ciò sta causando un ingorgo ancora più grave di quello occorso di recente nel Canale di Suez con potenziali conseguenze su tempi e costi del commercio globale. Lo riferiscono i media internazionali segnalando in particolare il blocco dello Yantian International Container Terminals nel porto di Shenzhen, parzialmente chiuso alla fine di maggio e tuttora sottoposto a severe misure precauzionali.

Gli sforzi delle autorità locali per contenere i contagi, tra disinfezioni e quarantene - riporta Bloomberg - hanno portato a una grave carenza di manodopera e l'interruzione del quarto porto per container più trafficato del mondo sta mettendo a dura prova una catena di approvvigionamento globale già fragile. Le navi fanno scalo a Yantian ma la movimentazione dei container sta subendo seri ritardi, costringendole a soste fino a cinque giorni.

"Il peggioramento del problema della congestione portuale della Cina meridionale sta diventando l'ultimo grande ostacolo e collo di bottiglia delle forniture per il settore delle spedizioni di container», ha affermato in un rapporto Andrew Lee, analista di Jefferies a Hong Kong. "Questo, prevediamo, porterà i tassi dei container a raggiungere nuovi massimi storici nel breve termine".

Per quello che riguarda il settore delle due ruote, le ripercussioni saranno evidenti: si tratta da un lato di problemi di approvigionamento legati ai modelli e alle componenti (telai e motori) in arrivo da Cina, Giappone e Thailandia. Che causeranno un ritardo inevitabilenelle consegne ai concessionari europei e quindi ai clienti finali, costituendo così un collo di bottiglia che rischia di danneggiare un mercato in salute come quello delle moto.

Difficile quantificare i ritardi, ma se già oggi per alcune merci l'attesa è superiore ai sei mesi, la situazione non può che aggravarsi.

 

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