Se pensate che l'identità di Harley-Davidson si esaurisca nel mondo delle custom e delle classic, siete fuori strada. Vero è che il decennio appena iniziato ci ha regalato due modelli decisamente eterodossi rispetto al dna dell'azienda americana (dall'elettrica LiveWire alla adventure Pan America). Ma è altrettanto vero che, dalle parti di Milwaukee, amano da sempre gli esperimenti bizzarri. Come il mitico Topper.

IL MOTORE A STRAPPO

Presentato nella gamma di modelli della stagione 1960, il Topper era un veicolo davvero diverso. Innanzitutto, era uno scooter con il variatore. E poi aveva un design davvero particolare, che risente del periodo storico nel quale è stato disegnato. Eppure era molto innovativo: aveva una scocca in vetroresina e anticipava il concetto di comfort moderno con un vano sottosella. Il motore era un monocilindrico 2T da 165 cc per 9 CV di potenza, che aveva un particolarissimo tipo di avviamento a strappo (come una motosega o un tagliaerba, per intenderci). Le ruote erano piccole, da 12 pollici, con freni a tamburo, e il serbatoio poteva contenere 6,4 litri di carburante. La velocità massima non era male: lo scooter toccava i 96 km/h. 

UNA METEORA

La vita del Topper (che ebbe un prezzo di lancio di 445 dollari) però non fu facile. un po' perché non venne accolto benissimo dal pubblico. Un po' perché la sua conformazione, col motore senza ventola di raffreddamento inserito all'interno della carrozzeria, lo rendeva difficile da raffreddare. Andò in pensione nel 1965, senza grossi rimpianti da parte di Harley-Davidson, assurgendo però nel giro di qualche anno a oggetto di culto per alcuni appassionati.