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Attualità

Motociclisti in tutte le lingue del mondo

Redazione
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Sapete come si definisce una zavorrina in tedesco? E un fermone in inglese? Ecco un dizionario per biker, stilato dall’app Babbel

La bella stagione è ormai alle porte e per gli amanti delle moto non c’è niente di più entusiasmante che vedere il cielo limpido e l’asfalto asciutto. Se gli spostamenti tra Paesi possono ancora causare incertezza, lo stesso non si può dire degli itinerari mototuristici italiani: l’adrenalina, il buon cibo e le viste mozzafiato sono assicurate e permettono di sostenere il turismo italiano. È tornato il momento delle gite domenicali e Babbel, l’app che aiuta a sviluppare le abilità linguistiche, ha preparato in occasione del 21 giugno, World Motorcycle Day, un glossario per augurare ai centauri di tutta Italia un felice ritorno in piega.  

CAMBIA MARCIA, GRAZIE     

Per la performance c’è la pista. Il mototurismo nasce per rilassarsi e godere del viaggio a 360°, stando lontani da inutili rischi. Tuttavia, ogni motociclista parte per accarezzare il brivido della guida; dopo ore di autostrada, i tornanti sono la ricompensa tanto attesa. Può però succedere di trovarsi davanti un fermone, un cancello o un imballato, ovvero motociclisti o moto più lente che ostacolano il cammino. In inglese si usa il termine Q-Tip, l’equivalente del vecchietto in Panda, stavolta su due ruote. In Germania invece meglio non guadagnarsi il titolo di spaßbremse (traducibile come “guastafeste”), né tantomeno guidare una dickschiff (letteralmente “grossa nave”), vuol dire che siete la zavorra del gruppo e avrete sempre il posto più scomodo al ristorante.    

LA DURA VITA DEL PASSEGGERO

Il motociclista, a volte, potrebbe avere un problema di coppia da gestire la domenica mattina. La soluzione però è semplice, basta organizzare una gita in doppio: nasce così il termine zavorrina, per indicare le donne che, mostrando una fiducia smisurata, affidano il proprio destino al pilota. Una sorta di paquete, come sono chiamate in Spagna, o ancora un hecklast, l’equivalente di “carico posteriore” in tedesco. Se è vero che possono rendere la guida più rigida e difficoltosa, offrono anche dei lati positivi; in Inghilterra una backwarmer, letteralmente “scaldatrice di schiena” può essere un valido aiuto nel viaggio.  

I TERMINI DELLA PISTA

Quando poi si scende in pista, è il momento di avere manico, ovvero prendersi qualche rischio in più. La manopola del gas è l’unica opzione: bisogna aprire, spalancare, ovvero ruotarla il più possibile, come sottolineano anche in Francia con rouler plein pot e in Portogallo con enrolar o cabo. L’obiettivo è ottenere la massima prestazione dal mezzo a disposizione, darle a toda máquina o darle duro come direbbero i piloti spagnoli della MotoGP. È importante però non superare i limiti, almeno quelli fisici: il passo dall’essere positivamente etichettato come lo Speed Demon (traducibile dall’inglese come “demone della velocità”) o il cachorro louco (letteralmente “cane pazzo” in portoghese) del gruppo, a rischiare è breve: meglio terminare la giornata in maniera più tranquilla che sull’asfalto, come l’espressione inglese eat the asphalt e quella portoghese beijar o asfalto lasciano intendere.   Per evitare rischi è fondamentale percepire i segnali della moto e saperli comunicare in maniera adeguata. Il manubrio continua a muoversi a destra e sinistra in maniera irregolare? Allora state sbacchettando, una parola che descrive il continuo tremolio che si avverte spesso a causa di un problema legato alla ruota anteriore. Probabilmente più intuitivi i termini usati nel resto d’Europa: in inglese si usa speed wobble (“oscillazione ad alta velocità”), in tedesco shimmy (“dondolamento”), mentre l’equivalente spagnolo è tambalearse (“traballamento”).  
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