Per i giornali di moto spesso rappresentano l’ultima chance quando non si sa che cosa pubblicare. Ti serve una notiziola per il sito? Cerca tra i brevetti, qualcosa troverai. Questi rappresentano infatti un’inesauribile fonte di spunti, curiosità, riflessioni e (molto più spesso) bizzarrie.

I brevetti, peraltro, sono facilmente reperibili online. Anche se la legislazione varia tra le singole nazioni, le proprietà intellettuali possono essere registrate anche a livello internazionale. E l’ufficio brevetti dello Stato della California ha regole molto elastiche sulla loro pubblicizzazione: di solito è dal suo sito web che i vari addetti ai lavori attingono per capire quali curiosità le Case intendono brevettare.

E c’è proprio di tutto, dal cavalletto laterale retrattile al design dei singoli pezzi, dal nuovo sistema di fasatura del motore alla componente per un innesco meccanico, passando per ingegnosi quanto improbabili sistemi di sospensione e alimentazione.

OBIETTIVO DIFENSIVO

Ma perché le case depositano centinaia di brevetti? A bene vedere ogni anno ciascun costruttore ne registra a migliaia, e solamente una piccola parte si trasforma in realtà o approda in produzione. A ciò si aggiunga che il piano di produzione medio che porta dalla concezione alla realizzazione di un veicolo dura all’incirca due-tre anni, con una pianificazione di lungo termine che per alcuni costruttori arriva a 10 anni.

Il motivo è tanto banale quanto intuitivo: si tratta di una strategia difensiva. A un mio progettista viene in mente un’idea? Bene, gli faccio realizzare i disegni tecnici e ne deposito la proprietà intellettuale, anche se non ho alcuna intenzione di realizzarla. L’importante è brevettarla prima che ci pensi qualcun altro, in modo da poterci mettere il cappello sopra. Il brevetto preventivo, insomma, è un modo per mettere in cassaforte le proprie idee e proteggerle dagli altri. Poco importa che il 90% di esse resteranno sulla carta.