Attualità
ACEM: rinviare l'Euro5 per combattere il Coronavirus
L'associazione europea dei costruttori in prima linea per difendere il settore: "Far slittare l'obbligo della nuova omologazione al 2022"
Il Coronavirus sarà uno tsunami, prima economico che sanitario. In particolare per le imprese. E il settore delle due ruote non fa eccezione. Sia i medi costruttori, ma anche i big del settore (da BMW a KTM, passando per il gruppo Piaggio e le quattro sorelle giapponesi) sono preoccupati per le evoluzioni del blocco alla produzione. Che giunge in un periodo molto delicato come il 2020. Anno nel quale le Case termineranno la produzione di veicoli Euro4 e si apprestano a iniziare in modo massiccio quella degli Euro5.
Proprio questo passaggio non fa dormire sonni tranquilli agli operatori del settore: in un momento come questo in cui gli approvvigionamenti di componenti dal Far East (utili per produrre sia gli Euro4 sia gli Euro5) sono difficili se non impossibili, e le pratiche per le nuove omologazioni di veicoli Euro5 sono ferme, si prospetta una fase di stallo del comparto. Che rischia di diventare nociva sul lungo periodo.
L’INIZIATIVA DI ACEM
Per questo anche l’associazione europea dei produttori di moto e scooter, l’ACEM (di cui fanno parte le varie associazioni nazionali, come la nostra ANCMA) è impegnata in una difficile battaglia sui tavoli di Bruxelles. Anzi, più che sui tavoli, diremmo sugli schermi delle videoconferenza Skype, perché l’attività della Unione Europea ora più che mai prosegue in remoto. Ebbene, l’intero comparto dell’automotive avanza delle richieste per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. E dal punto di vista delle due ruote – stando a quanto risulta a Dueruote - l’istanza principale è quella di prorogare di un anno secco l’introduzione dell’Euro5. ACEM chiede quindi che sia obbligatorio vendere solo veicoli con questa omologazione dal 1 gennaio 2022. Questo per permettere ai produttori con forti giacenze di Euro4 di riuscire a svuotare i magazzini. Altra richiesta sul tavolo è quella di poter chiedere una deroga allo stop della produzione di Euro4, visto che le normative attuali prevedono uno stop alla loro immatricolazione con la fine del 2020.
IL COMPORTAMENTO DELLA COMMISSIONE
La richiesta di ACEM si inserisce in un provvedimento di più ampio respiro che dovrebbe riguardare l’intero settore della mobilità, comprese quindi le autovetture (i cui costruttori chiedono la deroga agli attuali livelli di emissione di Co2) e i mezzi agricoli. La Commissione europea ha di fronte a sé due strade: la prima – e più auspicabile secondo ACEM - è quella di emanare un provvedimento generale in cui rientreranno anche le moto. L’alternativa invece è lasciare ai singoli stati membri la patata bollente della decisione su tale deroga. Ma il rischio che si corre è che l’Europa possa procedere in ordine sparso, a tutto svantaggio dei produttori di veicoli.
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