Guardiamo il bicchiere mezzo pieno. Nonostante i timori iniziali di ANCMA, anche nel 2020 sono stati confermati gli incentivi per chi rottama una moto o scooter con motore termico (da Euro0 a Euro3) per convertirsi all’elettrico.

COME FUNZIONANO

Il meccanismo, dopo le difficoltà dello scorso anno, è quello già messo in atto nel 2019. Chi possiede un veicolo a due ruote con motore termico (con omologazione da Euro0 a Euro3) si reca in un concessionario ne chiede la rottamazione. Al cliente viene riconosciuto un contributo pari al 30 per cento del prezzo di acquisto (fino a un massimo di 3mila euro) di un veicolo di categoria L senza limitazioni di potenza, che il concessionario può recuperare dal fondo stanziato dal Mise, attraverso un portale dedicato. È sempre il concessionario che si occuperà di gestire le pratiche burocratiche e la rottamazione del veicolo. Per il 2020 il decreto Milleproroghe prevede che gli incentivi saranno coperti col fondo residuo del 2019, pari quindi a 8.521.329 euro.

BANCO DI PROVA

Gli incentivi quindi saranno disponibili da subito, senza i ritardi organizzativi e le problematiche che ne hanno caratterizzato il debutto lo scorso anno. E saranno una cartina di tornasole sul funzionamento del mercato dell’elettrico in Italia. La vera domanda che ci si fa è: gli incentivi nel 2019 non hanno avuto l’effetto sperato per le difficoltà di accesso, oppure perché il pubblico italiano ancora non è pronto a questo tipo di cambiamento culturale nella mobilità? Eppure, come giova ricordare, l’Italia è la nazione europea col parco circolante più vasto e più vecchio: guardando ai soli motocicli targati, sulle nostre strade circolano 1.893.865 di Euro0, 1.076.847 di Euro1, 979.900 Euro2 e 2.383.738 di Euro3. Insomma, il pubblico potenziale a cui si rivolgono è di oltre 6 milioni e 300mila veicoli.