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2020: la morte dei 150 cc?

Marco Gentili
di Marco Gentili il 27/11/2019 in Attualità
2020: la morte dei 150 cc?
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Con le annunciate riforme al Codice della strada calerà il sipario sugli scooter di questa cubatura, di fatto venduti solo in Italia

Il fatto che l'Italia sia l'unico Paese in Europa dove i 125 cc non sono abilitati a circolare su autostrade e tangenziali (leggi qui la nostra inchiesta) è davvero singolare. Ma per fortuna pare che sia un divieto destinato a entrare sui libri di storia, se è vero che nel testo unico di riforma del Codice della strada è contenuta una norma che ci adeguerà alle legislazioni degli altri Paesi del nostro continente. 

Questa riforma si rifletterà in buona parte anche sulle politiche produttive dei costruttori di moto e scooter. I quali, per venire incontro alle esigenze del nostro mercato interno, negli anni si sono dovuti attrezzare inventandosi una cilindrata ad hoc, ossia quella dei 150 cc. Di fatto, un semplice adattamento del 125 cc (cui sono identici per ciclistica e meccanica) con un incremento delle misure del motore per raggiungere la cubatura minima utile alla circolazione su autostrade e tangenziali.

 

CONTO ALLA ROVESCIA

Adesso però la musica è destinata a cambiare. Salvo cambiamenti dell'ultim'ora, se anche in Italia i 125 cc avessero libero accesso ad autostrade e tangenziali, la funzione del 150 cc verrebbe meno, così come la sua stessa ragione di esistere. E i costruttori sarebbero ben contenti di non dover spendere soldi e allestire linee produttive per una limitata quantità di veicoli destinati esclusivamente al mercato tricolore. 

Giusto il tempo di esaurire le scorte di magazzino, e moto e scooter 150 cc diventeranno ben presto un oggetto di antiquariato (o, in qualche caso, da collezione). 

 

2020: la morte dei 150 cc?
2020: la morte dei 150 cc?
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