Le moto inquinano più delle auto?

Una ricerca condotta a Parigi dimostra che i veicoli di categoria L emettono maggiori quantità di ossidi di azoto e monossidi di carbonio rispetto alle quattro ruote. Provocazione o abbaglio?

Da sempre ci sentiamo dire (e ci siamo detti) che la soluzione ai problemi di congestione del traffico, e di conseguenza alla questione dell’inquinamento, è di aumentare il numero delle moto e degli scooter in circolazione a discapito delle auto. Adesso però una ricerca condotta a Parigi (una delle città al mondo dove le due ruote sono maggiormente utilizzate per gli spostamenti urbani) sulle emissioni dei veicoli che circolano in centro sposta il baricentro della questione, chiamando le moto sul banco degli imputati.  

I DATI DELLA RICERCA

La The Real Urban Emissions initiative, analizzando le emissioni in tre differenti punti della città nel mese di agosto 2018, ha messo in evidenza come le emissioni di ossidi di azoto di un ciclomotore Euro4 siano di 0,17 grammi per chilometro e quelle di una moto di categoria L3 o L5 varino tra gli 0,07 e gli 0,09, rispetto agli 0,08 di un’auto Euro4 e agli 0,06 di un’auto Euro6. Negativo per le due ruote anche il confronto sui monossidi di carbonio: 1,00 per i ciclomotori, 1,14 per i motocicli, 1,00 per auto Euro4 ed Euro6.  

LA REPLICA DI ACEM

ACEM, l’associazione europea dei costruttori di veicoli, ha risposto alle conclusioni di questa ricerca contestandone la validità e i metodi di misurazione: “I risultati del report sono basati su misurazioni irrealistiche, ottenute in fase di accelerazione dei veicoli. Inoltre i risultati sono ottenuti su consumi puntuali e istantanei, mentre è chiaro, secondo altre ricerche condotte da enti della Comunità Europea (come l’Ermes) che nel rapporto emissioni per chilometro, che le moto siano meno impattanti sull’ambiente rispetto alle autovetture. L’introduzione dell’Euro5 e la progressiva sostituzione del parco circolante Euro3 (che è di fatto il più numeroso a livello europeo e italiano) tenderà inoltre a ridurre l’impronta ambientale delle moto.  

OCCHIO AI DATI

Una riflessione che però bisogna fare a margine è che i dati, di per sé, non contano nulla se estrapolati dal contesto. Il rischio è che un dato che apparentemente danneggia la reputazione delle due ruote, possa essere preso per oro colato dal legislatore o dall'amministrazione locale. La quale magari può prendere decisioni discriminatorie o penalizzanti nei confronti di moto e scooter.