Quotazioni moto&scooter

Cerca

Seguici con

Attualità

Niente interfono, siamo inglesi

Marco Gentili
di Marco Gentili il 27/08/2019 in Attualità
Niente interfono, siamo inglesi
Chiudi

Il parlamento britannico intenzionato a vietare i dispositivi connessi all’interno dei caschi: “Distraggono i motociclisti”. Un provvedimento che ha senso?

Dall’Inghilterra arriva una notizia davvero sconvolgente. Il Select Committee della Camera dei Comuni (un organismo simile alla nostra commissione trasporti della Camera dei deputati; ndr) avrebbe infatti intenzione di vietare i dispositivi hands-free, tra cui gli interfono per connettere il casco al proprio smartphone, in quanto distraggono i conducenti.

 

La ricerca

A supporto di ciò, la commissione ha citato una ricerca svolta dal National Safety Council, secondo il quale gli automobilisti che guidano parlando con i dispositivi vivavoce perdono la cognizione del 50% degli avvenimenti e dei rumori esterni all’abitacolo; oltre a questo, tale abitudine riduce addirittura l’ampiezza del campo visivo di chi guida. Una ricerca che, applicata in modo speculare al mondo delle due ruote, arriva alle stesse conclusioni.

 

C’è del vero?

La madre di tutte le ricerche, in questo senso, è quella condotta nell’ormai lontano 2003 dall’Università dallo Utah (e pubblicata sulla rivista “Experimental Psychology: Applied”) che lanciava l’allarme sul fatto che utilizzare dispositivi che lasciano libere le mani non mette al riparo da eventuali distrazioni. Anzi, sappiamo benissimo che, quando ci troviamo alla guida di un qualunque mezzo di trasporto, anche solo l’ascolto della musica alla radio può essere fonte di distrazione. E la distrazione, si sa, è la principale causa di incidenti stradali. A maggior ragione, tenere una conversazione al telefono o ascoltare musica o ancora le indicazioni stradali all’interno dei sistemi audio contenuti all’interno dei caschi può essere fonte di distrazione. Ma da qui a darlo per certo ce ne corre.

 

La questione della distrazione

Innanzitutto perché non sono mai state condotte ricerche specifiche sugli utenti delle due ruote (e, se esistono, non sono uscite dall’ambito accademico). E, in attesa di studi dedicati, pronunciarsi in modo così radicale sull’argomento rischia di essere un errore marchiano. Anche perché, se passa questo principio, anche canticchiare una canzone all’interno del proprio casco dovrebbe essere vietato, in quanto pratica che distoglie l’attenzione dalla guida. E questo ci riporta alla madre di tutti i problemi, ossia l’attenzione che impieghiamo quando siamo alla guida di una moto.

È un dato di fatto che vivere in ecosistemi sempre più tecnologici, se da un lato facilita la nostra vita, dall’altro è fonte di sempre maggiore distrazione. La tecnologia rischia di farci distogliere l’attenzione dalla nostra attività principale. Che, quando siamo in sella, è (o dovrebbe essere) quella di guidare. Quando guidiamo abbiamo bisogno di essere concentrati, in città più che altrove.  Al tempo stesso però se non vogliamo rinunciare a rimanere connessi con il mondo ben vengano i sistemi che “trasformano” le strumentazioni di moto e scooter in potenti computer di bordo in grado di dialogare con lo smartphone. Possono mostrarci all’occorrenza (nelle soste) le informazioni di cui abbiamo bisogno, senza dover tirare fuori di tasca il telefono e soprattutto sono in grado di visualizzare le indicazioni stradali senza necessariamente sbirciare il display dello smartphone.

 

Niente interfono, siamo inglesi
Niente interfono, siamo inglesi
Niente interfono, siamo inglesi
Niente interfono, siamo inglesi
Niente interfono, siamo inglesi
Niente interfono, siamo inglesi

Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.

ADV