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Meno pene, più controlli

Marco Gentili
di Marco Gentili il 25/02/2019 in Attualità
Meno pene, più controlli
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Non ha senso inasprire il codice con nuove contravvenzioni se poi mancano le risorse per colpire i comportamenti scorretti e pericolosi degli utenti della strada. Come nel caso dello smartphone alla guida

In Italia abbiamo un impianto legislativo che deriva dal diritto romano. Codici e codicilli che si sovrappongono, si pestano i piedi, si duplicano, si contraddicono. Un impianto elefantiaco che però è spuntato e inutile, se non applicato adeguatamente.

Prendiamo ad esempio la questione dei controlli su strada. Che sono del tutto assenti. Sapete qual è la percentuale di automobilisti multati per guida con il telefono cellulare in mano (che come ben sappiamo è uno dei “crimini” più detestati dai motociclisti, proprio per la distrazione che ingenera)? 61.929, pari allo 0,36% del totale delle contravvenzioni elevate.

Non ha senso pensare di inasprire le pene se poi mancano gli accertamenti. Se mai sarebbe utile incrementare gli stanziamenti per infittire le verifiche su strada, che per adesso restano limitate, proprio come le risorse a disposizione delle forze dell’ordine.

 

Una questione culturale

I provvedimenti dettati dall’emozione e non dalla razionalità (come per l’appunto la possibilità di inasprire le sanzioni sull’uso dei cellulari alla guida dell’auto) non hanno alcuna efficacia, soprattutto con le violazioni che non sono rilevabili a distanza.

È anche vero che, se siamo riusciti in Italia a mettere il casco obbligatorio in testa a motociclisti e scooteristi, e convinto gli automobilisti sull’importanza vitale di indossare la cintura di sicurezza, sarà solo questione di tempo prima di convincere gli utenti delle quattro ruote a non consultare lo smartphone mentre guidano. Non sarà facile, ma ce la faremo.  

 

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