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Ducati-KTM: matrimonio in vista?

Marco Gentili
di Marco Gentili il 14/12/2018 in Attualità
Ducati-KTM: matrimonio in vista?
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L’ad DTM Stefan Pierer ha avuto parole di grande stima per Ducati. Tanto che molti hanno già sparato grosso. Ma l’eventuale acquisto è quasi fantascienza. Ecco perché

In questi casi si ha sempre il 50% di possibilità di beccare la risposta giusta. Per attirare click sui propri siti, in molti si sono già sbilanciati pronosticando il matrimonio del secolo: KTM che acquista Ducati. Ma facciamo un passo indietro.

 

L’intervista a Speedweek

In una recente al periodico specializzato Speedweek, il boss di KTM Stefan Pierer ha avuto parole dolci per Ducati, definita “la Ferrari della moto” e “l’unico marchio che potrebbe stare nel perimetro del nostro gruppo, perché MV Agusta è troppo piccola ed escludo che potremmo interessarci a Triumph”.

 

Gli scenari: perché sì

La domanda è: perché KTM potrebbe essere interessata a Ducati? Per colmare l’unico buco che ha nella gamma, ovvero nelle supersportive di alto livello. E per conquistare quel prestigio sportivo nel mondo della velocità che stenta a trovare camminando con le proprie gambe (si vedano i modesti risultati raggiunti nei primi due anni di MotoGP). Inoltre non è un mistero che Ducati non sia più una priorità per il gruppo Volkswagen, che intende monetizzare le attività non centrali (come i mezzi pesanti e appunto le moto). Lo stesso Pierer sa bene che i margini di crescita non potranno essere così cospicui come lo sono stati in questi anni. E che l’unico modo per diventare più grandi è fare shopping di aziende più piccole. Ducati, sia per volumi (55mila moto l’anno) sia per posizionamento, potrebbe essere una preda fattibile.

 

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Perché invece non ha senso

Pierer, nella stessa intervista a Speedweek, si contraddice. Perché dice chiaramente che “se si vuole diventare grandi, bisogna guardare a Est e crescere in Asia”. Dove di certo non puoi pensare di fare grossi volumi con le Ducati. Inoltre Pierer ha i conti senza l’oste. Giova ricordare che il 49% di KTM (di fatto, la metà) è nelle mani del gruppo indiano Bajai. Che non pare avere tutto questo interesse a spendere circa 1,2 miliardi di euro (questo il valore presunto di Ducati) per un’azienda che produce 55mila moto all’anno. Noccioline, per volumi a cui sono abituati gli indiani. Inoltre sono piùi punti di contatto tra le gamme prodotto KTM e Ducati (basti pensare al fiorente mercato delle naked e delle adventure di grossa cilindrata) che quelli di discontinuità. Avrebbe senso per un ipotetico conglomerato KTM-Ducati avere la Monster e la 790 Duke a pestarsi i piedi a vicenda? La risposta è evidentemente no. E non possiamo nemmeno dimenticare il ruolo di Husqvarna, che si sovrappone con Ducati nel segmento delle classic e delle modern.

 

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