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Sicurezza: l'indagine sui motociclisti in Lombardia. Dove si continua a morire in strada

Marco Gentili
di Marco Gentili il 30/11/2018 in Attualità
Sicurezza: l'indagine sui motociclisti in Lombardia. Dove si continua a morire in strada
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Presentata in Regione l'analisi sui dati dell'incidentalità in moto, un'emergenza per le casse pubbliche perché pesa per mezzo miliardo ogni anno. Milano regina dei sinistri, ma le provincie più pericolose sono Mantova e Sondrio. La sorpresa? I motociclisti fanno incidenti perché si distraggono

La Lombardia, anche per consistenza del parco circolante, è la patria italiana delle moto. Ed è proprio a questa realtà che il Centro di monitoraggio regionale della sicurezza stradale ha dedicato un’approfondita analisi, presentata nel corso dell’8° giornata sulla sicurezza stradale. Dalla quale sono emerse molte curiosità, anche sulle abitudini di guida di noi motociclisti.

 

I numeri

Nel 2017 in Lombardia si sono verificati 7.647 incidenti, con 7.960 feriti e 89 decessi. Numeri perfettamente in linea con quelli degli ultimi anni e ben lontani da quelli del biennio orribile 2006-07 (oltre 9mila feriti e quasi 200 morti) ma su cui c’è ancora molto da lavorare: la media è di 123 feriti e 1,2 morti al giorno. Milano si conferma la città col più alto numero di sinistri e decessi non fosse altro che per le sue dimensioni, ma se si guarda ai valori percentuali è il posto più sicuro dove viaggiare in moto. L’indice di gravità degli incidenti penalizza Mantova (con l’1,9), mentre la provincia con la più alta mortalità (3%) è Sondrio.

 

I pericoli della città

Anche con percentuali in calo, la maggior parte dei sinistri (78%) e delle vittime (54%) si concretizzano sulle strade urbane. E la fattispecie di incidente più frequente è, come prevedibile lo scontro frontale o laterale (31,2%). Il giorno peggiore della settimana in cui mettersi in moto è il giovedì, dove si concentra il maggior numero di sinistri, mentre è nel weekend (complici le gite in moto) che si ha il maggior numero di feriti. Un dato che colpisce è anche la percentuale di incidenti che vede coinvolti cittadini stranieri, che è del 24% a fronte di un tasso di stranieri residenti in regione del 12%.

 

Due spunti di riflessione

A stupire, nella complessa e articolata analisi stilata da Polis Lombardia, sono due elementi. Il primo riguarda i costi sociali (sanitari e assistenziali) di un motociclista infortunato o deceduto. Nel triennio 2015-17 infatti i costi sono stati di un miliardo e mezzo di euro (precisamente 1.678.069.698): quasi un miliardo (998.479.350 euro) per i feriti, 428.637.150 per i decessi e 250 milioni e rotti per i costi generali. Il secondo è il falso mito per cui gli incidenti in moto si verificano per l’eccessiva velocità. La prima causa di incidenti è il mandato rispetto del segnale di precedenza o stop, ma la seconda è la distrazione alla guida. Di questa quota, addirittura il 44% è imputabile al motociclista e solo il 56% al conducente di un altro veicolo.

 

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