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Attualità

Moto sulle corsie preferenziali, a Milano scoppia la polemica

Marco Gentili
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Il sindaco Sala: "Troppi incidenti, giusto vietarle". La risposta di ANCMA: "Serve a snellire il traffico. Pensiamo piuttosto a migliorare le strade"

Moto sulle corsie preferenziali, a Milano scoppia la polemica
Moto sulle corsie preferenziali, a Milano scoppia la polemica
Moto sulle corsie preferenziali, a Milano scoppia la polemica
Tutto parte con una diretta telefonica di Beppe Sala, sindaco di Milano, a Telelombardia. Il quale, sollecitato sulla presunta pericolosità delle due ruote a motore sulle corsie preferenziali della città (soprattutto su quelle della circonvallazione esterna), ha detto: “Siamo pensando a vietarle perché se da una parte spostare le due ruote sulle corsie normali crea più traffico, dall’altra le preferenziali si trasformano in strade dove si va un po’ troppo forte. È un elemento di riflessione”. Dalla sua i dati, che riguardano però l’intero Comune: nel 2017 gli incidenti sono stati 12.555, 4.565 hanno visto il coinvolgimento di motociclisti. I morti sono stati 50, di cui 17 centauri.

La levata di scudi

Interpellato dal Corriere della Sera, Andrea Trentini, già presidente di MotoCivismo, ha detto: “Da qui a dire che la causa degli incidenti sono le moto ce ne passa. Se qualcuno dice che le moto nelle corsie preferenziali creano problemi ci vogliono dei dati”. E dopo poche ore arriva anche la risposta di ANCMA: “È un’eventualità che ci preoccupa e che non risolve il problema degli incidenti che coinvolgono i motociclisti. Gli spostamenti su due ruote – continua il comunicato – rappresentano ormai un elemento centrale e positivo nella mobilità urbana per gli indubbi vantaggi nei tempi di percorrenza e nella decongestione del traffico. Escludere le moto dalle corsie preferenziali significa non solo costringere gli utenti a perdere queste prerogative e ad esporli addirittura a maggiori rischi, ma anche ad aumentare il traffico sulle normali strade urbane. L’apertura delle corsie preferenziale alle due ruote è una pratica diffusa in molte metropoli europee come Londra, Barcellona e Stoccolma e costituisce un valore aggiunto. È noto - conclude la Confindustria delle moto -che i percorsi cittadini sono i più pericolosi per gli utenti delle due ruote, che per il 40% sono vittime di terzi e per il 30% vittime delle infrastrutture stesse. Riteniamo altresì doveroso punire i comportamenti individuali di motociclisti più irresponsabili senza penalizzare tutti gli utenti”.

La verità sta nel mezzo

Se da un lato ANCMA ha ragione quando dice che le due ruote a motore sono un mezzo formidabile per il decongestionamento del traffico, dall’altro è anche vero che le amministrazioni locali non incentivano molto il transito delle moto sulle corsie preferenziali. Come emerso da uno studio dell’ANCI, la circolazione di ciclomotori e motocicli nelle corsie riservate ai mezzi pubblici rimane vietato nella maggioranza delle città, ma la percentuale dei comuni che ne autorizzano l’accesso sale – rispetto alla scorsa rilevazione – dall’8% al 12%. Tra le città che permettono l’accesso Imperia, L’Aquila, Lodi e Parma (solo ciclomotori), mentre a Milano, Genova, Venezia, Bergamo, Bologna e Como l’accesso è solo parziale.

È anche vero però che, come raccontavamo bene in questo articolo, a Milano molti motociclisti e scooteristi abusano dei propri diritti, utilizzando le preferenziali come piste di decollo. E certi comportamenti incivili, uniti a un aumento dell’incidentalità legata alle due ruote a Milano, portano la politica a paventare misure tanto impopolari quanto necessarie, se servono a tutelare la salute pubblica. Ma la nostra domanda è: se tutte le moto che circolano nelle preferenziali tornano nelle corsie promiscue assieme alle auto, siamo sicuri che i morti e gli incidenti caleranno? Abbiamo paura che la risposta sia negativa.

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