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Abbigliamento e accessori, rivolta contro il web

Marco Gentili il 21/05/2018 in Attualità

La richiesta dei produttori alla Comunità europea per tutelarsi dagli sconti fuori mercato praticati da alcuni portali. Ma la legge antitrust impedisce di fare in Europa ciò che accade negli Stati Uniti...

Abbigliamento e accessori, rivolta contro il web
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A quanti di voi è capitato di avventurarsi in alcuni siti web e trovare a tariffe stracciate un determinato capo o accessorio per moto? Prima o poi è una situazione che capita a tutti: fa piacere al consumatore finale ma un po’meno a chi produce quell’accessorio, che di fatto perde ogni tipo di margine.

Ciò avviene o perché alcuni soggetti e gruppi di acquisto, acquistando ingenti quantità di materiali, possono praticare sconti superiori a quello della Casa, o perché gli stessi rivenditori-dettaglianti, pur di non trovarsi con stock di merce invenduta in negozio, approfittano delle possibilità offerte dall’online.

I produttori di abbigliamento e accessori hanno pertanto chiesto all’Unione europea di intervenire in questo senso, appellandosi anche a provvedimenti che definiscono il prezzo minimo di vendita di un bene come avviene negli Stati Uniti con il MAP (Minimum advertising price) policy. La Comunità europea però ha le mani legate: la normativa antitrust europea non consente di adottare provvedimenti che restringano la liberalizzazione dei prezzi.

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